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POLITICA

La lettera

Riforme, Renzi: "Sì a incontro con M5S". "Immunità? Pronti a discuterne"

Il premier scrive una lettera ai pentastellati. Di Maio: "Rispondiamo domani". Iniziato il cammino delle riforme al Senato: bocciate le pregiudiziali presentate da M5S e Sel in cui si chiedeva il rinvio del voto 

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Si terrà giovedì o venerdì il prossimo incontro tra Pd e M5S. Questa è la data proposta da Matteo Renzi ai grillini, sempre che il Movimento decida di accettare: Luigi Di Maio ha fatto sapere che solo domani arriverà la risposta formale alla lettera inviata dai democratici. Lettera arrivata nel pomeriggio mentre Beppe Grillo, in un hotel romano, incontrava proprio Di Maio e il capo della comunicazione al Senato Rocco Casalino: il leader ha deciso di fare un'incursione nella capitale per gestire in prima persona la preparazione della trattativa con i democratici, anche se a quanto pare non parteciperà al nuovo faccia a faccia previsto per il fine-settimana. 

Respinte le pregiudiziali di Sel e M5S
Intanto con il voto sulla costituzionalità è ripreso l'iter a Palazzo Madama del disegno di legge Boschi che riforma il Senato e il Titolo V della Costituzione. L'aula, per alzata di mano, ha subito respinto le questioni pregiudiziali sollevate da M5S e Sel sul Ddl. Ma per entrare nel merito, con le votazioni sui singoli aspetti del testo, bisognerà ancora aspettare rispetto al 'timing' fissato alla vigilia. Oggi, infatti, si è aperta la discussione generale che continuerà martedì, con 124 senatori subito iscritti a parlare. Mentre, in contemporanea, è stato deciso di far slittare il termine per la presentazione degli emendamenti dalle 13 alle 20 di domani. 

Finocchiaro (Pd): "Testo figlio della responsabilità"
La discussione generale sul testo si è aperta con l'intervento della relatrice del Partito democratico Anna Finocchiaro. "Il progetto di nuova fisionomia del Senato - ha spiegato la presidente della commissione Affari costituzionali - è frutto di un lavoro di arricchimento, precisazione e definizione del testo base. Un risultato che si coglie immediatamente leggendo il testo della Commissione: un testo figlio della forza e della responsabilità del parlamentarismo".

Salvini: "Voto della Lega non è scontato"
A tenere banco a palazzo Madama sono stati ancora i dissidenti del Pd, poi le posizioni del M5S e quelle della Lega. Il Carroccio, in sostanza, ha chiesto modifiche perché il sì della Lega "non è scontato", come ha spiegato il segretario Matteo Salvini. Il M5S, invece, ha subito chiarito che contrariamente a quanto circolato in mattinata domani non ci sarà alcuna manifestazione al Senato sulla riforme.

La lettera del Pd
Da capire, però, con quale linea i Cinque Stelle si siederanno al tavolo: un deputato, oggi pomeriggio, parlava di "lettera positiva", commentando la risposta del Pd sulle riforme, ma Renzi non ha lesinato stoccatine ai grillini, in particolare sul premio di maggioranza: "Potrebbe sorgere una curiosità intellettuale: perché il vostro premio di maggioranza al 52% è democratico; il nostro dell`Italicum al 55% è incostituzionale autoritario e antidemocratico; quello dei sindaci al 60% ritorna democratico? Ma sono curiosità che sicuramente ci chiarirete nel corso del nostro incontro". D'altro canto, Renzi fa un passo sul tema dell'immunità ("La vostra posizione sull`immunità è molto seria. Siamo pronti a discuterne") e ricorda che sulle riforme tra Pd e M5s c'è "accordo quasi su tutti i punti". Senza contare che nella lettera Pd è spiegato in maniera esplicita anche l'obiettivo di incalzare i grillini, facendo leva sulle divisioni interne a M5s: "Vogliamo incoraggiare quella parte di voi che, nel rispetto di un voto contrario all'Esecutivo sulle politiche economiche o sulle sue scelte di governo, ha desiderio di confrontarsi per il bene del Paese sulle regole".

La strategia di Renzi
L'intervento di Grillo è servito anche a questo, ad evitare che esplodesse la divisione interna tra 'dialoganti' e 'intransigenti'. Una partita che, nella testa di Renzi, è win-win, per usare un termine inglese, ovvero una situazione in cui il Pd può solo vincere: se i grillini si siedono davvero al tavolo, il premier avrà normalizzato M5S, facendolo "scendere dal tetto"; d'altro canto, Renzi è convinto che se invece dovesse prevalere la linea dura il Pd ne guadagnerebbe comunque, perché il movimento si spaccherebbe e gli elettori non capirebbero.

Il Patto del Nazareno
L'intesa con Berlusconi non pare in discussione, ma certo il dialogo aperto con i grillini offre armi in più, a Renzi, per convincere i tanti riottosi che già si preparano a dare battaglia sulla legge elettorale. Sul fronte della fronda interna a Forza Italia, domani potrebbe essere il giorno decisivo: alle 14,30 si terrà infatti la riunione dei gruppi parlamentari, presente anche Silvio Berlusconi. Riunione che dovrebbe concludersi con un voto: per ribadire che il Patto del Nazareno va onorato, e probabilmente anche per stoppare la pericolosa saldatura che potrebbe verificarsi tra i dissidenti sulle riforme e l'ala di Raffaele Fitto, che ha visto oggi diverse dichiarazioni di sostegno alla sua lettera aperta al Cavaliere.

I tempi
Il percorso di riforma costituzionale prevede quattro passaggi parlamentari, due al Senato e due alla Camera, con un intervallo di almeno tre mesi tra la prima e la seconda lettura nello stesso ramo del Parlamento. Il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi ha auspicato che il provvedimento incassi il primo via libera delle Camere entro Ferragosto.