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MONDO

Il caso del ricercatore italiano

Al Sisi: vogliamo scoprire i colpevoli dell'omicidio di Giulio Regeni

Il presidente egiziano: "Stiamo agendo in maniera trasparente" con l'Italia 

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Il presidente egiziano Al Sisi torna a parlare del caso di Giulio Regeni, il ricercatore italiano rapito, torturato e ucciso al Cairo all'inizio del 2016.

"Desideriamo scoprire i colpevoli di questo caso e stiamo agendo in maniera molto trasparente, su questo caso, con le autorità italiane e i procuratori italiani. Noi speriamo di poter avere una risposta appena possibile", ha detto Abdel Fattah al Sisi in una conferenza stampa a Sharm el Sheikh. 

Il presidente egiziano ha ricordato che il cadavere di Giulio Regeni fu trovato durante la missione imprenditoriale guidata dall'allora ministro Federica Guidi, vanificando potenziali investimenti italiani sul punto di essere realizzati in Egitto. Al Sisi ha rievocato l'episodio quando gli  stato chiesto quale messaggio volesse inviare all'Italia, dopo il ritorno dell'ambasciatore italiano al Cairo, con il caso della tortura a morte del ricercatore friulano ancora aperto.

Il presidente ha poi sottolineato che "l'Italia è stato il primo Paese nel mondo a sostenere l'Egitto dopo la rivoluzione del 30 giugno" 2013, quando a un anno dall'elezione del presidente Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli musulmani, iniziarono le dimostrazioni contro il suo governo. Dimostrazioni di piazza che portarono il 3 luglio proprio Al Sisi, sostenuto dalla maggioranza degli egiziani, a prendere il potere e a deporre Morsi.