ECONOMIA
22 e 23 ottobre
Al via a Verona il forum Eurasiatico, si discute di come aumentare l'export italiano
Al centro della discussione come aumentare gli scambi con un’area che conta il 4% del Pil mondiale e 178 milioni di abitanti. Ospiti ministri e politici italiani, ambasciatori e manager anche da Cina e India

30 miliardi. È questo il valore degli scambi, nel 2014, tra Italia e i Paesi dell’Unione Economica Eurasiatica cioè Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia, Kirghizistan. Uno scambio in calo del 18%.
Protagoniste di questi rapporti commerciali dalla cifre imporrtanti soprattutto le regioni del Nord Italia: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto da sole rappresentano il 66% dell’export verso l’Eurasia per una cifra pari a circa 7,2 miliardi di euro. A fare da motore a questi interscambi i distretti industriali a elevata specializzazione produttiva nel settore della meccanica, della moda e del sistema casa, settori di forte domanda soprattutto nel mercato russo.
Di questi rapporti commerciali, tra Italia e i paesi euroasiatici, si parlerà a Verona, un focus di due giorni che avrà come ospiti politici italiani, gli ambasciatori di Russia, Armenia, Cina e India ma anche gli amministratori delegati delle grandi industrie energetiche che operano nella regione. Al centro della discussione come aumentare gli scambi con un’area che conta il 4% del Pil mondiale e 178 mln di abitanti.
Rapporti commerciali che stanno vivendo una stagione difficile, in forte calo nei primi mesi del 2015 con le sanzioni europee contro Mosca come risposta al ruolo destabilizzante della Russia in Ucraina orientale.
Lo scorso anno il Nord Italia ha registrato complessivamente una contrazione delle esportazioni che si avvicina ai 10 punti percentuali, mentre il Centro ha perso il 14,5% delle sue vendite nell’area e il Mezzogiorno, penalizzato dal settore auto, il 17,5%. Ancora più duro il I Semestre 2015 (con una contrazione delle esportazioni del Nord e del Centro oltre il 25% e del Sud oltre il 45%). Negli ultimi 18 mesi – da gennaio 2014 a giugno 2015 – l’interscambio italiano ha segnato 10 mld di euro in meno (quasi 3 miliardi per calo dell’export). Tra i risultati positivi spicca la performance della farmaceutica nel Nord-Est e nel Mezzogiorno, della componentistica e termo-elettromeccanica friulana, dei dolci di Alba e Cuneo, della meccanica strumentale del bresciano, delle macchine utensili di Piacenza, dell’oreficeria di Valenza, della maglieria e dell’abbigliamento di Perugia, delle macchine tessili di Biella e dell’olio di Lucca.
Protagoniste di questi rapporti commerciali dalla cifre imporrtanti soprattutto le regioni del Nord Italia: Lombardia, Emilia Romagna e Veneto da sole rappresentano il 66% dell’export verso l’Eurasia per una cifra pari a circa 7,2 miliardi di euro. A fare da motore a questi interscambi i distretti industriali a elevata specializzazione produttiva nel settore della meccanica, della moda e del sistema casa, settori di forte domanda soprattutto nel mercato russo.
Di questi rapporti commerciali, tra Italia e i paesi euroasiatici, si parlerà a Verona, un focus di due giorni che avrà come ospiti politici italiani, gli ambasciatori di Russia, Armenia, Cina e India ma anche gli amministratori delegati delle grandi industrie energetiche che operano nella regione. Al centro della discussione come aumentare gli scambi con un’area che conta il 4% del Pil mondiale e 178 mln di abitanti.
Rapporti commerciali che stanno vivendo una stagione difficile, in forte calo nei primi mesi del 2015 con le sanzioni europee contro Mosca come risposta al ruolo destabilizzante della Russia in Ucraina orientale.
Lo scorso anno il Nord Italia ha registrato complessivamente una contrazione delle esportazioni che si avvicina ai 10 punti percentuali, mentre il Centro ha perso il 14,5% delle sue vendite nell’area e il Mezzogiorno, penalizzato dal settore auto, il 17,5%. Ancora più duro il I Semestre 2015 (con una contrazione delle esportazioni del Nord e del Centro oltre il 25% e del Sud oltre il 45%). Negli ultimi 18 mesi – da gennaio 2014 a giugno 2015 – l’interscambio italiano ha segnato 10 mld di euro in meno (quasi 3 miliardi per calo dell’export). Tra i risultati positivi spicca la performance della farmaceutica nel Nord-Est e nel Mezzogiorno, della componentistica e termo-elettromeccanica friulana, dei dolci di Alba e Cuneo, della meccanica strumentale del bresciano, delle macchine utensili di Piacenza, dell’oreficeria di Valenza, della maglieria e dell’abbigliamento di Perugia, delle macchine tessili di Biella e dell’olio di Lucca.