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MONDO

Il seggio in Senato si colora di blu

Alabama, Trump: "Io dissi che Moore non poteva vincere"

Il presidente Usa dopo la sconfitta di Roy Moore battuto dal democratico Doug Jones: "Per questo avevo inizialmente sostenuto Luther Strange" 

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Dopo la sconfitta del repubblicano Roy Moore nelle elezioni speciali in Alabama per un seggio nel Senato federale statunitense, i media nazionali hanno ricordato che entrambi i candidati sostenuti da Donald Trump hanno perso: alle primarie repubblicane, infatti, il presidente aveva appoggiato Luther Strange, sconfitto poi dal candidato che ieri è stato battuto dal democratico Doug Jones.

Questa mattina, Trump ha motivato la sua scelta iniziale nel primo tweet odierno: "La ragione per cui avevo inizialmente sostenuto Luther Strange è che avevo detto che Roy Moore non sarebbe stato in grado di vincere le elezioni. Avevo ragione!  Roy ha lavorato duramente, ma le carte sono state truccate contro di lui!".




Trump, dopo l'incertezza iniziale, aveva pienamente appoggiato Moore, accusato di molestie sessuali; molti leader del partito repubblicano, invece, avevano scelto di non sostenerlo. 

Roy Moore è un ex giudice 70enne, esponente della destra religiosa americana e accusato in campagna elettorale di aver abusato di alcune adolescenti negli anni '70.

Il seggio in Senato lasciato libero dal repubblicano Jeff Sessions diventato ministro di Giustizia, è andato al democratico Doug Jones. Era da un quarto di secolo che l'Alabama non si tingeva di blu, il colore dei democratici, mandando in Senato un esponente del partito dell'Asinello, per di più decisamente liberal.

Alle presidenziali del 2016 Trump si era aggiudicato l'Alabama con oltre il 60% delle preferenze e ora si ritrova con una maggioranza repubblicana in Senato di appena 51 seggi su 100. Con un inusuale tweet all'insegna del 'politically correct',  Trump si è congratulato con Jones. Moore si è invece rifiutato di concedere la vittoria al rivale ventilando la possibilità di un improbabile riconteggio dei voti. La sfida in Alabama è stata seguita con febbrile attenzione, non solo per la posta in gioco in Senato ma come un test per il presidente che ha messo in dubbio le accuse di molestie a Moore mentre il Time ha incoronato il movimento #MeeToo, le donne che hanno rotto il silenzio, "persona dell'anno".