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SALUTE

Alcol droga e tabacco distruggono e modificano i neuroni

Con l’assunzione di sostanze psicotrope c’è una vera e propria modificazione della struttura cerebrale, che viene “ricordata” anche quando si smette, innestando il meccanismo della dipendenza. Colloquio col prof. Antonello Bonci, Direttore Scientifico, National Institute on Drug Abuse al NIH degli Stati Uniti.

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Professore cosa accade nel cervello di chi assume uno stupefacente?
Una miriade di effetti, a seconda della droga usata, e della dose.
Servirebbero pagine per rendere giustizia a questa domanda. Comunque, tutte le droghe classiche, dagli stimolanti all’alcol alla nicotina alla eroina producono una "memoria inconscia" nelle cellule nervose che promuovono i comportamenti di dipendenza.
Col tempo, questa memoria prende in mano “il timone" delle decisioni quotidiane, spostandole a favore del bisogno e desiderio di cercare la droga, a scapito delle altre attività quotidiane, per poi arrivare alla dipendenza patologica, dove la ricerca della droga diventa la preoccupazione principale, è l’interesse principale della persona dipendente.

Da un punto di vista farmacologico, alcune droghe come alcol, stimolanti e allucinogeni, creano modificazioni permanenti nella struttura cerebrale, e distruggono le cellule nervose di molte aree cerebrali. In genere, questo avviene in maniera dose-dipendente, e in base alla frequenza di assunzione.

Consiglio a tutti gli interessati (adolescenti e non) di consultare il nostro sito del National Institute on drug abuse (NIDA), è pieno di informazioni dettagliate ma scritte con un linguaggio semplice
http://teens.drugabuse.gov/

Queste modificazioni sono reversibili? E perché parliamo di assuefazione?
Alcune sì, gli effetti farmacologici con basse dosi, ad esempio. Altre no, quando c’è la perdita di cellule nervose.
Comunque il cervello ha una enorme capacità di recupero, anche dopo danni permanenti provocati da droghe. Infatti, le connessioni tra cellule nervose, le sinapsi, sono in un continuo stato di rimodellamento dinamico, si formano e si eliminano in continuazione, per tutta la vita.
In generale, anche se le droghe tendono ad “irrigidire” le sinapsi, per periodi lunghissimi, l’interruzione dell’assunzione della droga, e la formazione di nuovi comportamenti, ad esempio iniziare un’attività fisica, impegnarsi in una passione o lavoro di qualsiasi genere, forma nuove connessioni che “compensano" le sinapsi danneggiate, o connessioni patologiche create in precedenza dalla droga.

Per assuefazione si intende la necessità di assumere dosi sempre più’ altri di una droga per ottenere gli stessi effetti. E’ uno dei motivi per cui i dipendenti tendono ad aumentare le dosi assunte, ed è una delle cause principali della morte da overdose.

Ci sono alcune sostanze che sconvolgono più di altre l'organizzazione neuronale?
Gli stimolanti, oppioidi, alcol, cannabis, nicotina,  agiscono con meccanismi molto diversi tra loro, in decine di aree cerebrali in contemporanea. Quindi abbiamo una miriade di effetti farmacologici diversi a seconda della droga e della modalità e durata di esposizione. Esistono migliaia di studi in questo senso. Tutte producono centinaia di modificazioni a livello di tantissimi recettori cerebrali, proteine intracellulari, canali ionici e sinapsi. Anche in questo caso consiglio il sito http://teens.drugabuse.gov/ per approfondimenti per ogni tipo di droga.

Negli Stati Uniti molti Stati hanno liberalizzato l'uso della marijuana a scopi terapeutici, qualcuno anche a scopo ricreativo. Si ritiene chela cannabis abbia effetti sovrapponibili a quelli del fumo di sigaretta, in quanto a danni al cervello. È così?
No, la cannabis ha un’incidenza importante di calo del quoziente intellettivo, e di sviluppo di psicosi, specie in adolescenti, mentre le sigarette creano principalmente problemi come aumento di incidenza di cancro al polmone, disturbi circolatori sia cerebrali che periferici, ed invecchiamento precoce della pelle e denti.

Negli Usa ci sono giá le prime statistiche con un uso tanto diffuso in alcuni stati di cannabinoidi?
Sì, e i primi studi fanno vedere un aumento significativo di uso, abuso e dipendenza da cannabinoidi.