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SPORT

Negata sospensiva

Il Tribunale svizzero dice no: Alex Schwazer non farà la sua ultima Olimpiade

Addio definitivo alle Olimpiadi per il campione mondiale. Il Tribunale federale svizzero ha respinto la richiesta di sospensione della squalifica di 8 anni decisa nel 2016 dal Tribunale Arbitrale dello Sport

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di Tiziana Di Giovannandrea
Per Alex Schwazer è definitivamente tramontato il sogno dei giochi olimpici di Tokyo, che inizieranno il prossimo 23 luglio. La 1a Corte di Diritto Civile del Tribunale federale svizzero ha respinto la richiesta presentata dal marciatore altoatesino per arrivare in extremis ad una sospensione della sua squalifica per doping.

La richiesta della sospensione cautelare della squalifica è stata presentata da Alex Schwazer il 16 aprile scorso. Nell'agosto del 2016 il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) decise di comminare al marciatore azzurro una squalifica di 8 anni per recidività al doping. 

Il suo legale Gerhard Brandstaetter ha commentato all'Ansa: "È davvero un peccato perché Alex era in una forma eccellente". L'avvocato bolzanino ha sottolineato come: "Alex ormai ha 36 anni e in questi anni si è fatto le ossa. Si è definitivamente reso conto che esiste un mondo chiuso che è compatto contro di lui". Brandstaetter si è detto amareggiato da Tas, Wada e World Atletics che "dovrebbero essere super partes". 

È molto amareggiato anche Sandro Donati, che ha iniziato ad allenare Alex Schwazer  il primo aprile del 2015 mentre stava ancora scontando la squalifica di 4 anni a seguito della positività al doping (Epo) emersa a fine luglio del 2012 dopo un controllo avvenuto a Oberstdorf in Germania dove si trovava con la fidanzata di allora, la pattinatrice Carolina Kostner.  Quest'ultima, a seguito della positività di Alex, venne poi squalificata per complicità: era stata lei a negare all'ispettore antidoping la presenza all'interno dell'appartamento del fidanzato. Il tecnico spiega ancora: "Alex spingeva per fare la sua ultima Olimpiade, non lo abbiamo lasciato solo anche se per mio conto questo procedimento non doveva essere fatto, come non doveva essere fatto nemmeno quello nel 2016 a Rio de Janeiro".

Alex Schwazer ha vinto l'Oro olimpico nella 50 km a Pechino 2008 quando all'epoca era allenato da Sandro Damilano.

La sentenza è datata 11 maggio ed è firmata dalla giudice presidente della 1a Corte di Diritto Civile del Tribunale federale svizzero Christina Kiss.  Secondo quanto si legge nel dispositivo "di regola e per costante prassi nelle controversie come quelle in esame l'effetto sospensivo o altre misure cautelari entrano in considerazione soltanto se, sulla base di un esame sommario dell'incarto, il rimedio di diritto pare molto verosimilmente fondato" mentre "nel caso concreto tale presupposto non è adempiuto". 

Donati: gli avevamo sconsigliato di andare avanti dopo Bolzano 
Sandro Donati, tecnico e preparatore atletico di Alex Schwazer ha commentato all'agenzia stampa La Presse: "Ho descritto più volte questa cittadella di Losanna che governa tutta la giustizia sportiva internazionale. C'è il Cio, la Wada, il Tas e il Tribunale di ultimo appello. Cosa manca, solo un addetto alla ghigliottina. Sconfitto o deluso? Abbiamo corrisposto al desiderio di Alex di provare e provare per salvare questa Olimpiade, sia io che l'avvocato in tutti i modi gli abbiamo detto che non avremmo fatto questo passo, avrei terminato con la vittoria al Tribunale di Bolzano dopo una vera indagine di 4 anni e mezzo e non con queste cose che sono delle simulazioni di indagine. Avevamo anche sconsigliato ad Alex di andare al Tas nell'agosto del 2016. Perché il sistema della giustizia sportiva è chiaro. Abbiamo cercato di aiutarlo e di corrispondere questo suo desiderio. Ma, come si dice, contro la forza ragion non vale".  "Il lato positivo - prosegue Donati- sarebbe quello che attraverso questa vicenda si capisca che questo potere della giustizia sportiva è incontrollato e incontrollabile. È autorefenziale, i loro procedimento sono tutti a correre che si risolvono in delle ore o in pochi giorni. E questa non è giustizia. Se hai come avversari loro stessi sei spacciato. Se almeno si capisse questo, ma in che maniera si deve porre il sistema della giustizia sportiva con Paesi dotati di una legge penale specifica sul doping? Qui la legge è stata messa sotto i piedi. Si è cercato di ridicolizzare il giudice di Bolzano. Abbiamo saputo tutto questo sui siti, sapere di questa decisione del Tribunale federale svizzero in questo modo la considero un'umiliazione definitiva".

Nencini: ricorrere a Corte Europea Diritti
Il presidente della  commissione istruzione, cultura, spettacolo e sport del Senato, Riccardo Nencini in una nota scrive: "Il marciatore azzurro è stato assolto: era pulito. Il Tribunale svizzero respinge la richiesta di sospensione della squalifica e così Alex Schwazer non potrà partecipare alle Olimpiadi. Se c'è da ricorrere alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo io ci sono!". 

Schwazer: "Nessun tipo di rimpianto" 
''Non c'è nessun tipo di rabbia o frustrazione da parte mia sulla decisione del Tribunale svizzero che non mi ha concesso la sospensione temporanea della mia squalifica. Avevamo solo questa possibilità visti tempi stretti e non ho nessun tipo di rimpianto". È quanto afferma il marciatore azzurro Alex Schwazer in una nota diffusa dalla sua manager Giulia Mancini. "Dopo l'assoluzione a livello penale ho dato tutto quello che potevo dare in allenamento negli ultimi mesi pur sapendo che sarebbe stato difficile che venisse sospesa la mia squalifica. Ringrazio tutti colori che mi hanno sostenuto'', conclude Schwazer.

Wada (World Anti-Doping Agency) esprime soddisfazione su rigetto sospensiva
"L'Agenzia Mondiale Antidoping accoglie favorevolmente la decisione del Tribunale federale svizzero che rigetta la richiesta del marciatore italiano Alex Schwazer di ottenere una sospensione del lodo arbitrale del luglio 2016 del Tribunale Arbitrale dello Sport che lo ha squalificato per otto anni per l'assunzione di testosterone sintetico, una sostanza vietata dalla normativa antidoping". Questo è quanto scrive in una nota l'Agenzia Mondiale Antidoping (Wada- World Anti-Doping Agency) in merito alla decisione del Tribunale federale svizzero di rigettare la richiesta di sospensione della squalifica a Schwazer.