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ITALIA

Parla il Gup, uscite oggi le motivazioni della sentenza

Alex era la mente, Martina la fredda esecutrice. Ecco l'identikit della "coppia dell'acido"

Ci sarebbe Alex alla regia degli agguati con l'acido, ma a metterli in pratica era Martina. Era lei a scagliarsi contro gli ex fidanzati per espiare le proprie colpe. Anche Magnani, l'aiutante della coppia, sarebbe stato pienamente cosciente di quanto stava facendo

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Alexander Boettcher era la "mente", Martina Levato lo "spietato e freddo interprete". Sarebbe stata proprio Martina infatti a mettere in atto i folli piani del suo ex amante, diventando "la materiale esecutrice" delle aggressioni con l'acido compiute a Milano tra l'inizio di novembre e la fine di dicembre del 2014.

È questo l'identikit della cosiddetta diabolica “coppia dell’acido”: lo tratteggia il gup di Milano, Roberto Arnaldi, scrivendo le motivazioni della sentenza che, a gennaio scorso, aveva portato a due condanne in abbreviato: 20 anni per l'ex bocconiana e 9 anni e 4 mesi per il presunto complice Andrea Magnani. Alex, l'ex broker immobiliare di origini tedesche, fidanzato di Martina, è stato invece processato con rito ordinario, Per lui la condanna a 23 anni di reclusione.

Martina, la fredda esecutrice 
Nelle motivazioni, da poco depositate, il gup spiega che "nella logica necessaria del delitto" è Martina "la peccatrice", colei "che deve espiare", ed è lei che deve "cancellare i suoi errori cancellando il viso dei suoi amanti transitori". Quando si è trattato di "passare all'azione" dunque, dopo aver rintracciato "i suoi bersagli, recuperandoli dal suo turbolento passato sessuale" come un’ossessione, Martina Levato ha eseguito: è che si aggirava per le strade armata di litri di acido ed è lei ad aver compiuto il piano messo a punto da Alex  che cercava la vendetta nei confronti degli ex fidanzati della studentessa.

Alex, la mente criminale 
Alex infatti è il vero e proprio regista dei blitz criminali con l’acido. È lui, sottolinea il giudice milanese, che prepara l'incontro per l’agguato a Stefano Savi, lo studente di economia rimasto sfregiato a pochi passi dal portone di casa. È sempre il broker che insegue Giuliano Carparelli, il fotografo scampato all'aggressione utilizzando un ombrello per proteggersi dall'acido che gli era stato scagliato addosso. Ed è ancora una volta Alex che "bracca con un  martello Pietro Barbini" in Via Carcano, periferia Sud di Milano, "subito dopo il lancio dell'acido" che sfregoa lo studente al volto e all’addome.

Magnani, altro che burattino 
In mezzo, tra i due, si pone il presunto basista Andrea Magnani, terzo componente della banda dell'acido: il bancario, si legge nel provvedimento, "fornisce un apporto indispensabile al sodalizio, procurando i mezzi per la commissione dei delitti". In tutto questo Magnani, che si è sempre descritto come un "burattino inconsapevole", in realtà, secondo il gup, sarebbe stato ben consapevole e avrebbe agito "per compiacere gli amici" che "lo facevano stare bene".
 
Esaminate le motivazioni, il pm Musso è pronto a presentare ricorso in appello sulla quantificazione della pena: secondo il magistrato milanese, infatti, 16 anni di carcere per Martina e 9 anni e 4 mesi per Magnani rappresentano una pena troppo bassa.