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MONDO

Alder Hey Hospital

Alfie, l'annuncio della madre: "Riattaccato l'ossigeno"

Il bimbo, affetto da una grave malattia neurodegenerativa, era stato staccato dalle macchine ieri sera

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"Ad Alfie è stato assicurato l'ossigeno e l'acqua, è sorprendente. Non importa cosa accadrà. Ha già dimostrato che i medici si sbagliano". Lo ha scritto in un post Kate James, la mamma del piccolo Alfie, il bimbo britannico affetto da una grave malattia neurodegenerativa che è stato per settimane al centro di un'aspra battaglia legale tra i medici e i suoi genitori.

Alfie era stato staccato dai macchinari per la ventilazione nella tarda serata di lunedì. I genitori, Thomas e Kate, erano nella stanza dei piccolo, all'Alder Hey Hospital, per trascorrere con lui gli ultimi momenti. Il padre, Thomas, aveva confermato in un video su Facebook che il bambino era stato staccato dalla spina e che respirava da solo dalle 21:17 di ieri sera.

"Dicevano che stava soffrendo e invece non soffre anche senza respiratore - aveva detto Thomas - ma entro due ore potrà aver bisogno di sostegno per continuare a respirare". Il bimbo non avrebbe avuto acqua o cibo "per sei ore", ma poi è stato idratato dai sanitari.     

Non è bastata dunque, al momento, la cittadinanza italiana concessa in extremis dal governo perché il bimbo fosse trasportato a Roma, dove l'ospedale pediatrico del Bambino Gesù era pronto ad accoglierlo. In una conference call lunedì sera si sono sentiti il team legale della famiglia in Italia, il giudice della Corte di Londra Anthony Paul Hayden e l'ambasciatore italiano a Londra, Raffaele Trombetta.

Alla fine il giudice Hayden ha autorizzato i medici a staccare la spina, confermando la decisione già presa la settimana scorsa ovvero che fosse nel "migliore interesse" del piccolo, secondo i medici senza ormai speranze, andarsene serenamente.     

Gli unici parenti ammessi nella stanza, oltre ai due genitori, sono stati due membri della famiglia.

Il piccolo Alfie era ancora vivo a 9 ore dal distacco del respiratore. Lo avrebbero confermato fonti vicine alla famiglia. Le stesse fonti hanno reso noto che i genitori del piccolo gli avrebbero praticato la respirazione bocca a bocca per tutta la notte, non potendo più il bambino ricevere ossigeno dalle macchine. Sarebbero, secondo quanto si apprende, ancora in corso i contatti diplomatici con l'obiettivo di riattaccare in extremis il respiratore al piccolo Alfie.