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ECONOMIA

Sindacati Cauti

Alitalia: 2500 esuberi. Niente tagli a Malpensa. "Monitoraggio" Ue

Il ministro Poletti ha parlato di 2500 esuberi, ma per Maroni potrebbero essere anche il doppio. Cauti - al momento - i sindacati. Bruxelles avverte: "Il controllo deve restare in mani europee". 

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Roma
Duemilacinquecento esuberi. Questo prevede il piano industriale per il rilancio di Alitalia, in vista dell'accordo con Etihad. I sindacati - che probabilmente saranno convocati la prossima settimana al ministero - restano cauti, mentre la compagnia smentisce "categoricamente" la volontà di chiudere o ridurre le attività a Malpensa.

Lupi: Malpensa e Fiumicino i due grandi hub 
Si dice "stupito" il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi  Lupi: "Passare da 11 a 25 voli, vuol dire ridimensionare o rilanciare?". In una nota aggiunge: "Malpensa e Fiumicino sono i due grandi hub su cui punta il piano industriale di Alitalia/Etihad. Da questo accordo può solo venire incremento e sviluppo per tutto il sistema aeroportuale italiano".

Maroni: raddoppio esuberi
Intanto torna a farsi sentire l'Europa. Che avverte: il controllo deve restare in mani europee, ma sono in fibrillazione anche le autorità milanesi, che temono per il destino di Malpensa: il Governatore Maroni parla di un possibile raddoppio degli esuberi (come indotto) e vede rischi anche per l'Expo.

Poletti: 2500 esuberi
Il ministro del lavoro Giuliano Poletti aveva parlato di esuberi stimati "tra i 2.400 e i 2.500, almeno dalle risultanze pubbliche".

Il debito: 565 milioni di rinegoziazione
L'altro dossier su cui si continua a lavorare è quello del debito: la rinegoziazione dovrebbe riguardare 565 milioni, ma non è ancora chiaro in che misura verrà cancellato o convertito (si dice un terzo e due terzi, ma su questo si starebbe ancora discutendo).

Il numero uno di Intesa Carlo Messina, che sta aspettando di vedere i termini di cui si parla nella lettera inviata da Etihad, fa sapere che "se ci sono delle condizioni che rappresentano una prospettiva favorevole per l'azienda, le valuteremo". Facendo intendere quindi che i giochi non siano ancora chiusi. Messina ribadisce inoltre che Intesa, che è primo azionista con il 20,59%, garantirà la stabilità nella fase iniziale ma poi dismetterà la propria quota in Alitalia.