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ECONOMIA

Oggi l'assemblea della compagnia

Alitalia, Del Torchio: "Da Etihad nessun ultimatum". E il referendum non raggiunge il quorum

Smentite seccamente le voci di un ultimatum della comagnia degli Emirati mentre il referendum interno sul taglio del costo del lavoro non raggiunge il quorum. Uilt: "Accordo da rifare"

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"Non mi risulta un ultimatum di Etihad". Gabriele Del Torchio, ad di Alitalia, commenta così le voci secondo cui il Ceo della compagnia degli Emirati, James Hogan, avrebbe posto una deadline a lunedì 28 luglio per raggiungere un'intesa, altrimenti sarebbe pronto ad abbandonare l'affare. Smentita confermata anche da ambienti vicini ad Etihad e del ministro Lupi: "Non c'è nessun ultimatum, solo necessità di chiarezza".
 
Comincia così l’ennesima giornata “calda” di Alitalia, con un commento rilasciato a margine dell’assemblea della compagnia, in programma oggi, che procederà, a quanto s'apprende, solo all'approvazione del bilancio dell'esercizio 2013, che si è chiuso con una perdita di 569 milioni di euro, e all'aumento di capitale in forma di equity committment fino a 250 milioni di euro. Aumento di capitale che serve a garantire la liquidità necessaria in attesa dell’accordo con Etihad ed aumento di capitale cui Air France-Klm, non parteciperà. L'assemblea non approverà, invece, riferiscono le stesse fonti, il punto all'ordine del giorno relativo proprio al contratto con la compagnia degli Emirati.

Air France-Klm, azionista di Alitalia con il 7,01%, non parteciperà all'aumento di capitale da 200-250 milioni approvato ieri dalla compagnia italiana. Lo ha detto il numero uno del gruppo franco-olandese Alxandre de Juniac nel corso della confernza stampa sui risultati semestrali. "No", ha risposto seccamente de Juniac, interpellato a proposito della sottoscrizione dell'aumento. Air France-Klm quindi si diluirà ulteriormente nel capitale di Alitalia, di cui è stata prima azionista con il 25%.
 
Sulla strada dell’accordo ancora diversi i punti da mettere a posto. Sugli esuberi il fronte sindacale è diviso. La Uil non partecipa al referendum fra i lavoratori indetto dalla Cgil e dalla Cisl e bolla come “farsesca” la consultazione. Intanto, la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso, continua a spedire all’indirizzo del governo segnali minacciosi. L’ultimo ieri mattina: “Con la mobilità dei lavoratori Alitalia il governo apre un precedente pericolosissimo”. 
 
E poi gli azionisti, ed in particolare Poste Italiane che, per bocca dell’ad Francesco Caio, ha spiegato che siccome la sua società deve quotarsi in Borsa, ogni investimento deve avere “un forte orientamento al futuro”. O si rompe quindi con la vecchia logica, magari costituendo una società nuova di zecca ripulita dalle scorie del passato recente, o non se ne fa niente. 

Il referendum non raggiunge il quorum
Non è stato raggiunto il quorum al referendum sui tagli al costo del lavoro in Alitalia. Lo annuncia il segretario generale aggiunto della Uilt Marco Veneziani, precisando che hanno votato in 3.500 su 13.200 lavoratori.
 
"Ora dovremo fare un nuovo accordo – ha detto Veneziani -, perché gli altri sindacati devono prendere visione che questo accordo è stato bocciato dalla stragrande maggioranza dei lavoratori. Bisogna tornare al tavolo e fare un nuovo accordo". “Per quanto riguarda gli accordi con Etihad – ha spiegato ancora -, questo referendum non indice nulla perchè riguardava solo gli accordi siglati con Alitalia".
 
"Quorum mancato accordo valido". E' quanto afferma invece il segretario generale della Fit Cisl, Giovanni Luciano, su twitter a proposito del referendum sull'accordo sul taglio al costo del lavoro. "Circa 30% votanti in 25 ore di seggio aperto con oltre 80% di sì", prosegue Luciano: "azienda vive - conclude - lavoro salvo".

Il ministro Lupi: “Non mi sembra che le Poste abbiano detto che vogliano uscire dall'azionariato”
"Siamo arrivati al dunque – spiega il ministro dei trasporti Maurizio Lupi -. Abbiamo lavorato in tutti i sette mesi: il Governo ha fatto la sua parte, chiedendo ai privati di reinvestire su questa società e individuando un grande partner internazionale che finalmente avesse un piano di sviluppo e no di stagnazione". Il ministro, che ha parlato a margine della visita del terzo valico, ha sottolineato che oggi a favore della ristrutturazione dell'ex compagnia di bandiera c'è un progetto industriale che prevede investimenti per 1,2 miliardi di euro.
 
"Abbiamo chiesto grande responsabilità ai lavoratori e ai sindacati, ma i sindacati pensano più a discutere su chi ha più o meno iscritti, non sapendo che la prospettiva è o il futuro o il baratro, però credo che ognuno si assumerà le proprie responsabilità".
 
"Leggo che Etihad rinuncia - ha aggiunto il ministro - ma Etihad è stata molto chiara e Alitalia sta lavorando con lei: l'interesse è assoluto ed è chiaro che le risposte devono arrivare". La compagnia degli Emirati ha inoltre aggiunto il ministro "ha comunque confermato il proprio interesse ed è chiaro che se poi le risposte non arrivano ognuno si assumerà le proprie responsabilità".
 
Lupi è poi tornato sul nodo Poste, azionista di Alitalia: "Non mi sembra che le Poste abbiano detto che vogliano uscire dall'azionariato”. "Mi sembra - ha precisato il ministro- che il cda di Poste abbia deliberato la strategicità dell'investimento, abbia detto che il parere sull'accordo con Etihad è assolutamente positivo ed è una grande sinergia. Si tratta del fatto che siano i soci a trovare la modalità con cui questa delibera e questo parere possa diventare una grande opportunità". "Abbiamo sempre detto all'Europa e al'Italia e a quelli che fanno commenti contrari che l'investimento era strategico e industriali e non era aiuto di Stato. Lo era prima - ha ricordato il ministro - e lo è anche adesso" che "siamo arrivati al dunque".