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ITALIA

L'ad Hogan a Palazzo Chigi

Alitalia, Renzi incontra Etihad e stringe per l'accordo

Il premier, con il sottosegretario Delrio, ha ricevuto l'amministratore delegato della compagnia degli Emirati. Da sciogliere i nodi sui tagli occupazionali

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Matteo Renzi scende in campo per Alitalia e stringe sull'accodo con Etihad. Il premier, insieme al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio, ha ricevuto a Palazzo Chigi l'amministratore delegato di Etihad James Hogan. Un incontro che sembrerebbe preludere ad un annuncio positivo nelle prossime ore e che arriva dopo giorni di attesa per la lettera di intenti che fisserebbe le condizioni della compagnia degli Emirati per investire nel vettore italiano.

L'annuncio di Etihad potrebbe arrivare dunque prestissimo, tempistica che fa supporre che siano stati sciolti anche gli ultimi nodi che, giorni fa, lo stesso Hogan aveva spiegato riguardare soprattutto aspetti commerciali. Hogan aveva infatti ricevuto mandato di proseguire la trattativa dal board di Etihad, dopo una prima fase di osservazione dei conti. E aveva fatto capire che, dopo un primo passaggio in cda, l'esito di questa prima fase di negoziato era stato positivo. Poi il focus si sarebbe spostato sugli aspetti commerciali. 

Ma a preoccupare il Governo e le organizzazioni sindacali italiane sono soprattutto gli aspetti più industriali del possibile accordo. In particolare la questione occupazionale (nei giorni scorsi si è parlato di una richiesta che avrebbe riguardato 2.500-3.000 unità lavorative), ma anche la riqualificazione e la centralità dell'hub Fiumicino e il rilancio dello scalo di Malpensa, che recentemente il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha ribadito debba essere "strategico" nei piani della compagnia di Abu Dhabi.

Ora, dopo l'incontro con il premier, l'attesa è tutta rivolta al numero dei tagli occupazionali che Etihad dovrebbe indicare. Nello specifico si era parlato di esuberi (convertendo la cig a rotazione o la solidarietà in cig a zero ore) da un minino di 2.500 ad un massimo di circa 3.100, coinvolgendo i circa 900 dipendenti che stanno facendo la cig a zero ore su base volontaria e quelli coinvolti dall'ultimo accordo di febbraio (1.437 con cig a rotazione nel personale di terra e 800 contratti di solidarietà nel personale di volo). Ma sul fronte dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare anche una richiesta di riduzione degli stipendi. Tutte ipotesi che
erano state rigettate dalle organizzazioni sindacali.

Tra le altre possibili condizioni del gruppo emiratino per decidere di investire 250-300 milioni in Alitalia (ma la cifra, nei rumors, è arrivata anche a 500), c'è poi la questione del debito della compagnia italiana, di cui Etihad sembrerebbe volere una ristrutturazione per almeno 400 milioni. Nelle richieste di Abu Dhabi ci potrebbero essere anche il collegamento ad alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione degli slot di Linate.