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ITALIA

Alitalia, i lavoratori dicono "no". Azienda verso il commissariamento, il Cda decide le mosse

"Rammarico e sconcerto per l'esito del referendum Alitalia che mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia" dichiarano in un comunicato congiunto i ministri dello Sviluppo Carlo Calenda, dei Trasporti Graziano Delrio e del Lavoro Giuliano Poletti

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Il cda di Alitalia si riunisce a Fiumicino all'indomani della bocciatura del pre-accordo nel referendu del lavoratori. Il verbale d'intesa sul piano industriale raggiunto da sindacati e azienda il 14 aprile scorso e' stato respinto nettamente: su un totale di 10.101 votanti, i No sono stati 6.816, pari a oltre il 67%, e i Si' 3.206. I ministri dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e del Lavoro, Carlo Calenda, Graziano Delrio e Giuliano Poletti hanno espresso "rammarico e sconcerto per l'esito del referendum che mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia". "A questo punto - hanno sottolineato - l'obiettivo del Governo, in attesa di capire cosa decideranno gli attuali soci di Alitalia, sara' quello di ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori".

Cigl: sconfitti, continueremo ad assumerci nostre responsabilità
Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Ugl Trasporto aereo parlano di una "votazione sofferta", decisa "contro un'azienda che poco ha fatto finora per risollevare le proprie sorti". "Attendiamo le valutazioni e le decisioni degli azionisti e del governo - scrivono i sindacati - nella consapevolezza di cercare sino all'ultimo ogni soluzione possibile per evitare decisioni che sarebbero traumatiche e non piu' modificabili". "La prima cosa e' la scelta della democrazia. Il secondo punto e' che siamo stati sconfitti", commenta Nino Cortorillo, segretario generale Filt Cgil, convinto che "la scelta fatta sia dannosa innanzitutto per i lavoratori e non per gli azionisti: vi sono degli azionisti che non vedono l'ora di uscire dal rischio d'impresa". "Abbiamo dato voce ai lavoratori ma noi - aggiunge - continueremo ad assumerci le nostre responsabilita' nei prossimi giorni".

La richiesta dei lavoratori con il No al referendum e' di non pagare ancora una volta le difficolta' finanziarie della conmpagnia: il verbale di intesa prevedeva 980 esuberi (contro i 1.338 chiesti inizialmente dall'azienda) e una riduzione della retribuzione del personale navigante dell'8% (contro il 24-30%), nonche' interventi su altre voci della busta paga, sui riposi e sulla dimensione degli equipaggi di volo. Gli azionisti da parte loro mettevano sul tavolo una ripatrimonializzazione di 2 miliardi.

Oggi il Cda della compagnia
Oggi il Consiglio di amministrazione della compagnia e' convocato "per una valutazione sull'esito negativo della consultazione referendaria". Il Cda potrebbe a questo punto deliberare la richiesta di amministrazione straordinaria speciale. In tal caso il ministero dovra' procedere con la nomina di uno o piu' commissari, incaricati di predisporre un nuovo piano industriale, trovando eventualmente un acquirente o nuovi investitori. In caso contrario il commissario non avrebbe altra scelta che chiedere il fallimento, facendo scattare cosi' la procedura di liquidazione.