L'accordo
Alitalia, ok dal Cda di Etihad. Previsti 2.600 esuberi
Dal consiglio di amministrazione della compagnia degli Emirati Arabi sì all'accordo: possibili 2.600 esuberi. L'annuncio ufficiale a giorni. Bonanni (Cisl): "Prima facciamo l'azienda, poi parliamo degli esuberi". Angeletti (Uil): "Non è arrivata alcuna lettera"

Alitalia ed Etihad mai così vicine. Il consiglio di amministrazione della compagnia degli Emirati Arabi, riunito lunedì scorso ad Abu Dhabi, avrebbe dato il via libera al matrimonio con Alitalia. Lo scrive il "Messaggero" annunciando l'arrivo di una lettera di intenti che definirà tutti i passi per arrivare all' alleanza strategica. L' annuncio ufficiale - che probabilmente verrà dato dal premier Matteo Renzi - dovrebbe giungere fra qualche giorno: nel frattempo restano da sciogliere questioni marginali mentre sarebbero state accolte le principali richieste degli arabi a iniziare dagli esuberi, che dovrebbero attestarsi a quota 2.600 unità. Su questa cifra da Abu Dhabi sarebbe arrivata la disponibilità a trovare un compromesso, accettando la possibilità di modulare i risparmi. "Non è arrivata nessuna lettera" dichiara invece il segretario della Uil, Luigi Angeletti rispondendo a una domanda sul futuro di Alitalia.
Bonanni: "Prima l'azienda poi gli esuberi"
"So che stanno trattando e stanno trattando bene". Così Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, ha commentato a margine dell'Assemblea 2014 di Confindustria la trattativa in corso tra Alitalia ed Etihad . Quanto agli esuberi richiesti dalla compagnia araba Bonanni ha invitato a discuterne in un secondo momento. "Prima facciamo l'azienda - ha invitato - perchè senza l'azienda non può esserci occupazione".
La trattativa
Etihad avrebbe ottenuto anche il taglio secco dei contenziosi fiscali e legali del passato con un 'fondo rischi' appositamente costituito nella old company, insieme ad un altro fondo che garantirà Etihad dalle eventuali perdite del 2014. La compagnia emiratina avrebbe ottenuto la cancellazione complessiva da parte delle banche di circa 562 milioni di debiti e un' iniezione di denaro fresco per circa 300. Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mps e Popolare di Sondrio si sarebbero già accordate per rinegoziare i 562 milioni di debito, di cui 400 milioni con scadenza a breve termine. Ci sarebbe poi l'intenzione di cancellare un terzo delle passività, mentre sulla parte restante si starebbe valutando un convertendo a due o tre anni.