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ECONOMIA

La scadenza resta il 31 luglio

Ore decisive per Alitalia. Palazzo Chigi: risposta a Etihad a breve

Si è concluso il vertice convocato questa mattina dal governo sulla vertenza Alitalia. Domani è il termine ultimo per chiudere l'operazione con la compagnia araba

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Ore decisive per la salvezza di Alitalia. Il 31 luglio è la data ultima per chiudere l'operazione e Etihad alza la voce per far arrivare la propria preoccupazione e chiedere di avere subito risposte. Si moltiplicano gli appelli a tutti gli attori in campo a fare presto e sciogliere i nodi ancora aperti. E se su Poste sembra che la soluzione sia a portata di mano, con 65 milioni che la società pubblica sarebbe pronta a investire nella 'mid-company', sul fronte sindacale la Uilt attende la convocazione, ma ribadisce il proprio disaccordo sull'intesa sui tagli. 

Palazzo Chigi: A Etihad risposta a breve, incontro proficuo
Intanto, a Palazzo Chigi si è concluso il vertice governo-Alitalia-azionisti per sciogliere gli ultimi nodi per arrivare all'alleanza tra l'ex compagnia di bandiera ed Etihad. Per il governo erano presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio e il ministro per le Infrastrutture e Trasporti, Maurizio Lupi che ha commentato l'esito dell'incontro con un "tutto bene". Per Alitalia c'era il presidente Roberto Colaninno e l'amministratore delegato Gabriele Del Torchio. Per le Postel'ad Francesco Caio. Per Atlantia è giunto a palazzo Chigi il Cfo, Giancarlo Guenzi. Secondo quanto si apprende, i vertici di Intesa Sanpaolo e di Unicredit si sono collegati in conference call. 

In una nota Palazzo Chigi ha fatto sapere che "si è trattato di un incontro proficuo, che consentirà in brevissimo tempo alla compagnia italiana di formulare una risposta all'ultima lettera di
Etihad, in modo da giungere al più presto ad un esito positivo". Nel comunicato di palazzo Chigi, si legge che durante la riunione sono stati affrontati i temi principali ancora aperti al fine di giungere alla chiusura della trattativa". 

Etihad: nessun addio, lavoriamo per risolvere questioni aperte 
Ieri, al termine di una giornata in cui la compagnia di Abu Dhabi è arrivata a diramare un comunicato per rassicurare sui timori per un possibile addio ("Etihad Airways continua a lavorare con Alitalia al fine di risolvere le questioni aperte relative a un possibile investimento in Alitalia"), si è saputo che invece negli Emirati c'è molta preoccupazione: il ceo di Etihad James Hogan, in una mail all'ad di Alitalia Del Torchio si sarebbe detto alquanto preoccupato per la mancanza di "chiarezza" sulla mid-co, sulla posizione di Poste e sulla situazione sindacale. Ma teme anche che il protrarsi del tempo possa incidere sulla situazione patrimoniale di Alitalia. E quindi chiede di avere rapidamente risposte.

La scadenza il 31 luglio
Risposte che devono arrivare entro oggi perché la deadline per la firma resta il 31 luglio, ricorda il numero uno di Etihad. Al momento "rimane un relativamente piccolo ma significativo numero di punti da risolvere", spiega Hogan che indica il più rilevante nella possibilità di dotare la old Alitalia dei "soldi necessari" per metterla in sicurezza, condizione necessaria per investire nella new Alitalia. Etihad attende anche risposte sulla controversia con Carlo Toto (preoccupa il contenzioso con l'ex proprietario di Air One, originato da una multa fiscale da 40 milioni di euro che Alitalia vorrebbe riuscire a dribblare e di cui Etihad non vuole doversene occupare) conferma su discussioni e accordo con i sindacati, e conferma del via libera preliminare dell'Ue sugli aiuti di Stato.

I nodi da sciogliere
Il lavoro è quindi serrato per sciogliere i nodi aperti. In primis quello legato all'investimento di Poste, secondo azionista con il 19,48%. Un passo avanti va registrato ed è la disponibilità del gruppo guidato da Francesco Caio a investire oltre la propria quota, con circa 65 milioni in una "midcompany", una società di mezzo tra la old company e la newco in cui Etihad entrerà con 560 milioni per il 49%.

Poste a lavoro per i dettagli tecnici
L'accordo con gli altri azionisti e in particolare le banche, sarebbe ad un passo: la struttura dell'operazione, precisa Poste, "è stata definita" e restano ora da mettere "a punto i dettagli tecnici per renderla esecutiva". Resta inoltre da capire quanti dei vecchi soci parteciperanno all'aumento di capitale da 250 milioni varato venerdì dall'assemblea (assise contestata da uno dei soci, Cosimo Carbonelli D'Angelo che detiene l'1,24%, e che si dice pronto ad impugnarla), con un possibile ripensamento di Air France, che aveva già annunciato il proprio 'no'.

Appello del ministro Lupi
Un appello ai soci privati a fare anche loro la propria parte arriva dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, che va in pressing su tutti gli attori in campo, banche, soci e sindacati e chiede di farla finita con i "tira e molla": "il tempo è scaduto, siamo arrivati alle ore decisive. Oggi ognuno dovrà dare le proprie risposte, dire sì o no a Etihad".

Castellucci di Atlantia: Si sta giocando con il tempo e con il fuoco
La pressione a fare presto arriva anche da uno dei maggiori soci della compagnia, Giovanni Castellucci, numero uno di Atlantia (7,44%), che non usa mezzi termini per far capire la delicatezza della situazione: "Si sta giocando con il tempo e con il fuoco. I problemi sono a vario livello ancora, e devono essere risolti ad horas. È indispensabile, in questa ultima settimana, un'accelerazione che non è più evitabile".

Alta tensione sul fronte sindacale
Resta intanto alta la tensione sul fronte sindacale. Il ministro Lupi non intende al momento convocare le parti, lasciando all'azienda il compito di concludere la mediazione. Ma la Uilt resta sulla propria posizione e definisce "pretestuoso strumentalizzarla" (è l'unico sindacato a non aver firmato contratto e intesa sui tagli) "addossando a noi eventuali possibilità di fuga di Etihad". E anche Luigi Angeletti nega che la posizione del suo sindacato sia così "influente" da mettere a rischio l'accordo con Etihad.

La Uilt resta contraria
Ma contro la Uilt si scaglia il segretario della Fit Cisl Giovanni Luciano: "Eravamo tutti d'accordo sui 31 milioni e sui testi contrattuali. E se dovesse naufragare il matrimonio con Etihad, il colpevole è inutile che cerchi di arrampicarsi sugli specchi". Intanto il numero uno della Cisl Raffaele Bonanni si augura che "non ci siano più altri ostacoli e che finisca questa lunga via crucis". Infine Susanna Camusso fa notare che per la Cgil il lavoro dei sindacati è concluso: "Per quanto ci riguarda gli accordi ci sono già".