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ECONOMIA

La relazione del Centro studi

Allarme Confindustria: evasione oltre i 122 miliardi, blocca lo sviluppo

"Il vero rebus è il mancato decollo dell'economia italiana" dice l'istituto nell'ultimo rapporto sugli scenari economici, dal titolo "Risalita in cerca di slancio". Che aggiunge: se si dimezzasse l'evasione e si restituissero ai contribuenti, attraverso l'abbassamento delle aliquote, le risorse recuperate, si avrebbe un 3,1% di maggiore Pil 

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L'evasione "blocca lo sviluppo economico e civile": così il Centro studi di Confindustria, stimando che in Italia l'evasione fiscale e contributiva ammonti a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil. Al fisco vengono sottratti quasi 40 miliardi di Iva, 23,4 di Irpef, 5,2 di Ires, 3 di Irap, 16,3 di altre imposte indirette e 34,4 di contributi previdenziali.

Pil rivisto al ribasso: +0,8% nel 2015, +1,4% nel 2016
Il Centro studi di Confindustria rivede poi al ribasso le previsioni per il Pil italiano, stimando che il 2015 chiuda con un +0,8% (rispetto al precedente +1,0% elaborato a settembre) e indicando una crescita dell'1,4% nel 2016 (dal precedente +1,5%) e dell'1,3% nel 2017. "Il vero rebus è il mancato decollo dell'economia italiana", afferma nell'ultimo rapporto sugli scenari economici, dal titolo "Risalita in cerca di slancio". In sostanza, dice il Csc, l'Italia è uscita dalla recessione, il Pil è "in recupero", con un incremento nel 2015 che è il primo dopo tre arretramenti annuali consecutivi, "ma meno velocemente di quanto atteso".

Se l'evasione fosse dimezzata, spinta Pil 3,1%
Se si dimezzasse l'evasione e si restituissero ai contribuenti, attraverso l'abbassamento delle aliquote, le risorse recuperate, si avrebbe un 3,1% di maggiore Pil e oltre 335mila occupati aggiuntivi. E' quanto calcola il Centro studi di Confindustria, stimando che l'evasione fiscale e contributiva in Italia ammonti a 122,2 miliardi di euro nel 2015, pari al 7,5% del Pil.

Disoccupazione giù, 650mila nuovi posti
Il Centro studi di Confindustria vede in discesa il tasso di disoccupazione, che indica in calo al 12% nel 2015 (in miglioramento dal 12,2% stimato a settembre), all'11,6% nel 2016 (dall'11,8%) e all'11,1% nel 2017. Nel triennio, stima il Csc, "saranno creati 650mila posti di lavoro, che portano a 815mila il totale da quando sono ricominciati ad aumentare", dal 2014.