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ITALIA

Relazione annuale al Parlamento

Allarme del Garante della Privacy: in Italia centinaia di attacchi informatici al giorno

Dal 25 maggio aumentate di oltre il 500% le comunicazioni di data breach al Garante. Nella relazione annuale al Parlamento il presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, denuncia l'oligopolio delle piattaforme web e riferisce circa le attività di contrasto al cyberbullismo e alla violazione delle regole in materia di privacy

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In Italia, nel solo mese di maggio, gli attacchi informatici "hanno toccato la soglia di 140 al giorno. Dal 25 maggio sono aumentate di oltre il 500% le comunicazioni di data breach al Garante, che hanno interessato, assieme a quelli notificati a partire da marzo, oltre 330.000 persone". Lo dice il presidente dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, Antonello Soro, nella relazione annuale al Parlamento.

"D'altra parte, in un mondo dove tutto di noi sarà sempre più connesso, saremo sempre più vulnerabili - aggiunge Soro - perché ogni oggetto con cui veniamo a contatto può diventare il canale di accesso per un attacco informatico, per una violazione della nostra persona. Per questo è indispensabile fare della protezione dei dati una priorità delle politiche pubbliche".

Privacy, oligopolio delle piattaforme web
Per molto tempo "i governi, in ogni angolo del pianeta, hanno sottostimato gli effetti e i rischi di un regime privo di regolamentazione, nel quale i grandi gestori delle piattaforme del web hanno scritto le regole, promuovendo un processo inarrestabile di acquisizioni e concentrazioni, dando vita all'attuale sistema di oligopoli". Lo spiega Antonello Soro, nella Relazione annuale al Parlamento. "Questi hanno acquisito il potere di orientare i comportamenti di diversi miliardi di persone".

Verificare sicurezza delle banche dati
"Abbiamo sollecitato una forte iniziativa, da parte delle diverse istituzioni coinvolte nei processi decisionali relativi all'innovazione tecnologica del Paese, per una verifica puntuale dello stato di sicurezza delle banche dati pubbliche e dei processi in corso di attuazione dell'Agenda digitale", ha detto Soro nella relazione annuale al Parlamento.  Sotto questo profilo, "abbiamo segnalato che alcune recenti norme volte alla duplicazione e integrazione generalizzata delle banche dati delle pubbliche amministrazioni, contrastano con i principi, di matrice europea, di proporzionalit, non eccedenza, limitazione della finalità - spiega -. La pur necessaria valorizzazione del patrimonio informativo pubblico non deve avvenire a discapito della tutela dei diritti fondamentali e con possibili ricadute anche in termini di sicurezza nazionale. Pertanto, eserciteremo con responsabilità il nostro ruolo affinché tali iniziative non comportino peri cittadini italiani un arretramento dell'effettività dei principi europei su cui si fonda la salvaguardia dei dati personali".

Il ruolo dei giornalisti 
Nella società digitale "il ruolo del giornalista si carica ulteriormente di responsabilità nel fornire un'informazione corretta e rispettosa dei diritti altrui: un faro da seguire per orientarsi tra le post-verità". La protezione dati deve rappresentare "uno dei criteri regolativi essenziali per l'attività giornalistica" aggiunge Soro. 

Per il presidente dell'Autorità garante della Privacy l'informazione dovrebbe essere "tanto libera e indipendente, quanto rispettosa della dignità della persona". Quest'auspicio, in particolare, "ha ispirato una intensa interlocuzione con gli organi d'informazione, alla quale spesso è seguita l'adesione spontanea di testate o blog.  E' stato tuttavia necessario rivolgere all'Ordine dei giornalisti un monito al rispetto del principio di non discriminazione e del diritto all'anonimato del minore, a seguito di un eccesso di dettagli riscontrato in relazione ad alcuni fatti di cronaca".

Soro sottolinea anche come "nella società disintermediata ciascuno diviene al tempo stesso fruitore e produttore di informazione, con un indubbio potenziamento della libertà di espressione ma con il rischio, per converso, di una generale sottovalutazione dell'importanza dell'attendibilità delle notizie diffuse, della loro qualità, esattezza, correttezza. A farne le spese sono spesso i bersagli dell'hate speech o di campagne diffamatorie, scelti generalmente quali capri espiatori in ragione di proprie vulnerabilità".  

Tutela dei minori e cyberbullismo
Fra le azioni dell'Autorità garante per la protezione dei dati personali, "di particolare rilievo è risultata anche l'attività volta ad accordare tutela ai minori vittime di cyberbullismo. Se nella maggior parte dei casi è stato rimosso il contenuto lesivo a seguito dell'intervento del Garante o per spontanea adesione dei gestori, le maggiori criticità si sono riscontrate rispetto a siti extraeuropei", ha spiegato Soro.

I dati riferiti dal Garante

Nel 2017 L'Autorità Garante per la protezione dei dati personali, ha adottato 573 provvedimenti collegiali. E' stato fornito riscontro a circa 6.000 quesiti, reclami e segnalazioni con specifico riferimento ai seguenti settori: marketing telefonico (in costante aumento); credito al consumo; videosorveglianza; concessionari di pubblico servizio; recupero crediti; settore bancario e finanziario; assicurazioni; lavoro; giornalismo; enti locali; sanit e servizi di assistenza sociale.
 
Sono stati decisi 276 ricorsi, riguardanti soprattutto editori (anche televisivi); banche e societ finanziari; P.A. e concessionari di pubblici servizi; datori di lavoro pubblici e privati; fornitori telefonici e telematici; marketing.  I pareri resi dal Collegio al Governo e al Parlamento sono stati 19 ed hanno riguardato, in larga parte, l'attività di polizia e sicurezza nazionale, i dati sanitari, l'informatizzazione delle banche dati della P.a., il fisco. Le comunicazioni di notizie di reato all'autorit giudiziaria sono state 41, in particolare per mancata adozione di misure minime di sicurezza a protezione dei dati e trattamento illecito. Le violazioni amministrative contestate nel 2017 sono state 589, in larghissima parte concernenti il trattamento di dati senza consenso, la diffusione di dati su internet da parte della P.a., il telemarketing, seguite dall'omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali, dalla mancata adozione di misure di sicurezza e dall'omessa esibizione di documenti al Garante.

Le sanzioni amministrative riscosse ammontano a circa 3 milioni 800 mila euro, pari ad un complessivo 15% in più rispetto al 2016.