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ITALIA

Le reazioni

Allarme disoccupazione. Poletti: "Inversione di segno entro fine anno"

Per Camusso dai dati emerge "la crescita del divario nord- sud". Squinzi denuncia "strisciamo il fondo"

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Roma
Preoccupa il nuovo record della disoccupazione in Italia. In primis il ministro del Lavoro Giuliano Poletti che promette un'inversione di segno entro fine anno. Nei primi tre mesi del 2013, infatti, secondo le stime dell'Istat, i senza lavoro hanno raggiunto quota 13,6%, in crescita di 0,8 punti rispetto allo stesso periodo del 2013. Tra gli under 25 i disoccupati sono addirittura il 46%. Numeri che impennano se si guarda poi al solo Mezzogiorno. "Un dato grave che segna la crescita della diseguaglianza tra nord e sud" denuncia il leader della Cgil Susanna Camusso. Per il numero uno di Confindustria Squinzi "Strisciamo sul fondo".

Poletti: "Inversione di segno entro fine anno"
Il ministro Giuliano Poletti promette un'inversione di segno entro fine anno e spiega che il dato sui senza lavoro risente nel periodo in questione della diminuzione del Pil dello 0,1%. "È chiaro - prosegue - che l'occupazione parte se c'è uno scatto forte nella capacità produttiva perchè l'industria ha prima l'esigenza di saturare gli impianti e poi di produrre nuovi posti di lavoro".

Squinzi: strisciamo sul fondo
I dati sulla disoccupazione preoccupano il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. "È vero che d'inverno la disoccupazione aumenta - ha detto nel suo intervento all'assemblea degli industriali di Varese - ma non raccontiamoci storielle, stiamo strisciando sul fondo. È dal 2007 che resistiamo". Squinzi ha precisato che "il dato veramente preoccupante è l'aumento della disoccupazione dello 0,8% su base annua".

Camusso: dato grave, aumenta divario nord-sud
"Credo che sia un dato come evidente molto grave che segna la crescita della diseguaglianza tra nord e sud, ma soprattutto segna che non è partito quel processo che invece doveva esserci di creazione del lavoro" così il segretario della Cgil Susanna Camusso commenta i dati sulla disoccupazione. "Non basta continuare a ragionare di debito e di tagli - ha proseguito - ma bisogna ragionare di creazione di lavoro, altrimenti qualunque ragionamento sulla crescita è appeso alla speranza".