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SALUTE

Ipertensione

Allarme pressione alta: ne soffre il 14% dei giovani

Quasi sempre a loro insaputa, sono decine di migliaia i ragazzi italiani che hanno valori troppo alti di pressione sanguigna, che predispone all’ictus e a problemi cardiocircolatori

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Prof. Francesco Prati, Pres. Fondazione “Centro Lotta contro Infarto”
Non sono rassicuranti i primi dati che emergono dallo studio I-GAME che sta portando avanti il gruppo dei Giovani Ricercatori della Società Italiana Ipertensione Arteriosa: 2000 giovani, tra i 18 ed i 35 anni, scelti a caso dalle liste dei medici di famiglia per verificare lo stato della loro pressione, sottoponendoli oltre all’esame obiettivo clinico completo, anche alla misurazione della pressione arteriosa ambulatoriale e domiciliare delle 24 ore, ad una valutazione globale del danno d’organo tramite ECG, analisi della pulse wave velocity e dello spessore mio- intimale carotideo. Risultato: Il 14% ha valori sopra la norma (80/120), ipertensione arteriosa sistolica isolata la diagnosi.

Francesco Prati, Presidente della Fondazione “Centro Lotta contro l’Infarto”, ha lanciato un allarme, “rivolto alle mamme che gestiscono la salute dei propri figli. Attenzione all’alimentazione e al movimento. L’ipertensione cresce nei giovani di tutto il mondo così come in Italia”.

E nei giovani è un problema ancora maggiore rispetto agli adulti, perché l’ipertensione ha più tempo per danneggiare arterie e cuore, predisponendo a importanti eventi, dall’infarto all’ictus. Senza contare l’impatto sul fisico degli “alleati” dell’ipertensione , dal fumo di sigaretta ai superalcoli, dalla sedentarietà al sovrappeso corporeo.

“Sul fronte dello stile di vita e dell’attività fisica continuativa i nuovi dati dello studio NAVIGATOR – ci ha detto il Prof. Luigi Temporelli – Divisione di Cardiologia Riabilitativa della Fondazione Salvatore Maugeri, IRCCS, Istituto Scientifico – hanno dimostrato per la prima volta in modo scientifico che attività fisica, continuativa, oggettivamente misurata, e stile di vita hanno un effetto più potente dei farmaci nella riduzione significativa di diabete ed eventi cardiovascolari quali infarto miocardico non fatale, ictus non fatale, ospedalizzazione per insufficienza cardiaca, rivascolarizzazione arteriosa, o ospedalizzazione per angina instabile, in pazienti con intolleranza glucidica e documentata patologia cardiovascolare, o almeno 1 fattore di rischio cardiovascolare.” Questo studio ha seguito gli oltre 9000 partecipanti in media per 6 anni e ha valutato la loro attività motoria con pedometro a 12 mesi di distanza. I risultati di questa analisi dimostrano che una relativamente modesta attività motoria (a partire da 2000 passi al giorno) e le sue variazioni in aumento nel corso di 1 anno sono in grado di ridurre del 10% la probabilità di sviluppare un evento cardiovascolare, ovvero morte per cause cardiovascolari, infarto miocardico non fatale e ictus non fatale).