Effetto Brexit
Borse europee tutte in rosso, Milano e Francoforte guidano le perdite
Alta volatilità sui mercati, il titolo eurostoxx sta lasciando sul terreno un altro 6% dopo il 18% perduto venerdì. Wall Street apre in negativo

Alta volatilità sui mercati internazionali. Borse europee tutte in rosso. Milano guida le perdite assieme a Francoforte con forti cali dei titoli bancari. Il titolo eurostoxx che raggruppa tutte le banche europee sta lasciando sul terreno un altro 6% dopo il 18% perduto venerdì. Soffrono anche le aziende dell’agroalimentare e del lusso, quelle che esportano nel Regno Unito e subiscono gli effetti del crollo della sterlina sui mercati valutari. L’agenzia Bloomberg scrive: “siamo oltre l’effetto panico, ormai i trader avrebbero dovuto digerire la Brexit, se la sterlina continua a scendere vuol dire che i mercati sono convinti che la Brexit indebolirà l’economia del Regno unito in modo sostanziale” e il Financial Times è sulla stessa linea di pensiero: “lo shock iniziale per il risultato del referendum è ormai stato sostituito dall’ansietà per le ripercussioni sull’economia del paese” Per fare un paragone storico il calo della sterlina è più intenso e violento di quello subito nel 1992, quando il fondo speculativo di Soros costrinse la moneta britannica a uscire dal sistema monetario europeo. Il contagio si estende dal Regno unito ai mercati globali. Ovunque è fuga dall’azionario con i capitali che si rifugiano nell’oro e nei titoli governativi. Il wall street journal cita gli strateghi di Merryl Linch: “La brexit è uno shock esogeno che provocherà una crescita globale più bassa, tassi di interesse più bassi e un dollaro più forte”.
Scendono ancora i rendimenti dei titoli di stato, dal Gilt inglese al Bund tedesco, per mettere i capitali al riparo dello scudo offerto dalle grandi banche centrali. L’instabilità è ovunque la cifra. Anche Madrid che aveva aperto la seduta in forte recupero, sull’onda del successo elettorale del popolare Rajoy, è tornata a metà seduta in territorio negativo. Troppe le incognite che ancora gravano sui tempi e le modalità del divorzio tra Regno unito e Unione europea. Non è solo l’incognita rappresentata da un evento geopolitico senza precedenti nella storia ma anche la raffica di dichiarazioni dissonanti delle autorità politiche a aumentare l’incertezza dei mercati. E se Angela Merkel si dice pronta a comprendere le ragioni di Londra che chiede tempo, per gestire il processo di transizione, altri leader, primo tra tutti il francese Hollande invocano invece un divorzio rapido. Si abbandona il letto coniugale immediatamente quando si divorzia, dice un ministro del governo francese. In un quadro di incertezza politica che sarà ancora lunga fa con economiche non facilmente calcolabili, gli economisti e gli investitori hanno già tagliato le loro previsioni di breve termine per il Regno Unito e l’Eurozona.Segnali importanti potranno arrivare nel pomeriggio dal convegno di studi Sintra, in Portogallo che sarà aperto da un intervento di Mario Draghi. Nessuno dubita della vigilanza e dell’impegno delle banche centrali per garantire il funzionamento del sistema ma è grande l’incertezza rispetto ad ulteriori stimoli monetari in un contesto che è già di espansione monetaria e di tassi a zero. Ancora una volta manca all’appello una volontà politica chiaramente leggibile. Anche per questo, più che alle parole dei banchieri centrali, grande attenzione riservano i mercati per il vertice di oggi tra Merkel Hollande e Renzi e per il vertice dei capi di stato e di governo dell’Unione europea in programma domani.