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ITALIA

La scheda

Amianto emergenza nazionale: 85 anni per ripulire l'Italia

Al Senato l'Assemblea nazionale sull'amianto, Grasso: ''Seria preoccupazione del Parlamento per l'attività di bonifica, il cui completamento è davvero un'emergenza oggi in Italia''

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L'amianto e la sua bonifica sono un'emergenza nazionale; ma al ritmo con cui si procede ci vorranno 85 anni per 'ripulire' l'Italia. Sembra una scala troppo ripida da salire per mancanza di forze (tipo le poche risorse e in alcuni casi le norme contrastanti) e per troppi errori commessi nel passato (manca ancora una mappatura completa dei siti inquinati), ed è per questo che l'Assemblea nazionale sull'amianto - promossa dalla presidente della commissione d'inchiesta sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, Camilla Fabbri - chiede un Testo Unico, così da dare organicità alla materia e offrire tutela e aiuto ai familiari delle vittime, cosa che trova da un lato d'accordo il ministro della Giustizia Andrea Orlando per il quale ''oggi ci sono le condizioni''; e dall'altro vede nella ''determinazione'' alla bonifica del ministero dell'Ambiente il percorso da seguire.    

La politica ha cominciato ad accorgersene, stando a sentire il ragionamento del presidente del Senato Piero Grasso legato a interventi legislativi e norme che vanno in quella direzione: ''E' il segno di una seria preoccupazione del Parlamento per l'attività di bonifica, il cui completamento è' davvero un'emergenza oggi in Italia''. Eppure il presidente dell'Inps Tito Boeri ricorda che si procede troppo lentamente nel cancellare i veleni prodotti dall'amianto: ''Sul territorio italiano sono ancora presenti 32 milioni di tonnellate. A questo ritmo di bonifica, occorrerebbero ancora 85 anni, un'infinità''; ci sono infatti - prosegue Boeri - ''notevoli ritardi dovuti alle resistenze delle singole aziende per i costi, a problemi di natura istituzionale, con le Regioni che non hanno approvato i piani, e ad una complessità normativa che rende importante l'adozione di un Testo Unico''.    

In questo senso il messaggio del premier Matteo Renzi, che ricorda anche la decisione di Palazzo Chigi di costituirsi parte civile nel processo Eternit bis, offre una speranza: ''L'impegno comune per realizzare politiche e interventi che consentano di chiudere, una volta per tutte, questa ferita aperta rappresentata dall'amianto è e sarà massimo''. Per Renzi questa è una ''battaglia di civiltà e di giustizia che molti di voi, ciascuno per le proprie responsabilità, sta conducendo, da anni. Si tratta di un impegno etico e democratico, un dovere civile che mi vede coinvolto non solo come presidente del consiglio, ma anche e soprattutto come cittadino''.

In prima fila nel lavoro di bonifica c'è il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti: ''Nella lunga e difficile strada che dobbiamo continuare a percorrere per cancellare ogni traccia di amianto dall'Italia c'è bisogno della collaborazione di tutti'': l'impegno è di '''liberare' l'Italia dall'amianto''. C'è però la ''criticità'', da ''superare al più presto'', della mappatura dell'inquinamento da amianto: ''L'aggiornamento al novembre 2015 fa rilevare oltre 44.000 siti'', osserva Galletti che ricorda l'opera di bonifica portata avanti con ''determinazione'' dal ministero.    

''Una disciplina organica'', fa presente Orlando, che si occupi dei familiari delle vittime dei reati ambientali, la ''potremmo approvare rapidamente; oggi ci sono le condizioni. Non cancellerà il dolore ma farà tornare chi rappresenta le istituzioni a guardare in faccia chi ha sofferto''. Il numero delle vittime infatti continua a salire; secondo il presidente dell'Inail Massimo De Felice aumentano ''i beneficiari del Fondo per le vittime dell'amianto: dai 13.965 del 2008 si è passati ai 17.428 del 2014''.