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ITALIA

Uccisa la madre della ragazza

Omicidio Ancona, padre in coma irreversibile. Spunta un biglietto dell'omicida: "Li ammazzo"

Il 18enne e la 16enne sono accusati di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco. Carlo Tagliata difende il figlio: "Un gigante buono, è stato manovrato da lei, lo ha plagiato". Il movente del delitto la contrarietà dei genitori della 16enne alla relazione. Sequestrato in casa del 18enne biglietto con scritto: 'li ammazzo'. Il giovane si è giustificato dicendo di voler proteggere il padre

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È in coma irreversibile Fabio Giacconi, il sottufficiale dell'Aeronautica ferito a colpi di pistola dal fidanzato della figlia, Antonio Tagliata, 18 anni, in stato di fermo con la sedicenne per l'omicidio della madre della ragazza, Roberta Pierini. Entrambi sono accusati di omicidio, tentato omicidio e porto abusivo di arma da fuoco, e sono stati sottoposti alla prova Stub; il 18enne è in carcere mentre la fidanzatina si trova in una comunità protetta. Intanto gli inquirenti continuano a raccogliere le testimonianze di vicini e familiari dei Giacconi e dei Tagliata. Si cerca di completare il quadro dello scenario in cui è maturato il delitto, scatenato, sembra, dalla contrarietà dei Giacconi alla storia d'amore dei due ragazzi.

Per conoscere i risultati delle prove Stub sulla cal. 9 - ''ho sparato io'' ha detto Antonio, ''la pistola non l'ho toccata'' la versione della minore - si dovrà attendere ancora qualche giorno. Sull'arma sono stati eseguiti anche accertamenti relativi alle impronte e al Dna di chi l'ha maneggiata. Esami di laboratorio cercheranno di risalire anche al numero di matricola della pistola, cancellato. 

Lui confessa, lei piange
"Non doveva finire così". Le lacrime della sedicenne in una stanza della caserma dei carabinieri, pochi metri più in là Antonio, il fidanzato 18enne, che ripete: "Non volevo uccidere, volevo solo un chiarimento con i genitori della mia ragazza: ma il padre mi è venuto addosso e io ho sparato. Non ricordo nient'altro". Questo il racconto a due voci dei fidanzati di Ancona. ​Otto i colpi esplosi: due, di cui uno alla testa, hanno raggiunto la Pierini; altri quattro o cinque il marito (uno alla nuca, mentre tentava di fuggire in terrazzo).

La depressione e i tentativi di suicidio
Di Antonio parlano il collasso accusato dopo il fermo, la depressione, e, soprattutto, i presunti tentativi di suicidio rivelati dal padre, Carlo Tagliata, un fiume in piena nel difendere il figlio "gigante buono", "bravo ragazzo", a suo dire manovrato dalla sedicenne. "L'hanno descritto come un mostro, ma non lo è: lei è sveglia, lo ha plagiato. La porta di casa dei genitori l'ha aperta lei. C'è stata una colluttazione, e lei ha detto sparagli!..". Carlo, immigrato pugliese, lambito nel 2005 da un'inchiesta sull'omicidio del custode del cimitero di Ancona, ma poi uscitone indenne, descrive ripetuti tentativi di suicidio o atti autolesionistici da parte dei due innamorati ("lei ha i segni ai polsi, l'hanno fatta ricoverare. Lui voleva buttarsi dalla finestra"), e un Antonio pronto a farla finita anche ieri: "Si è puntato la pistola alla tempia e voleva ammazzarsi, ma la ragazza gliela ha allontanata". 

I litigi della ragazza con i genitori
Il movente dell'atroce delitto sembre essere la contrarierà dei genitori a quella relazione con un ragazzo più grande con un ambiente familiare che non piaceva al padre della ragazza. "Litigavamo è vero, ma non in modo esagerato", ha ammesso la minorenne parlando del genitore, il più deciso nell'opporsi alla relazione con Antonio. "Eravamo andati dai miei per un chiarimento, non doveva finire così. Siamo entrati in casa insieme, e quando Antonio ha sparato sono rimasta impietrita, Dopo l'ho seguito perché avevo paura". 

Il biglietto di Antonio 'li ammazzo' 
''Confesso l'omicidio di Fabio Giacconi e Roberta Pierini''. E' la frase scritta da Antonio
Tagliata in un biglietto sequestratogli in casa dopo il fermo. ''Ero sicuro che sarei morto - si sarebbe giustificato il giovane nell'interrogatorio -, ho scritto il biglietto per proteggere mio padre, che ha avuto problemi con la giustizia''.

Carlo Tagliata è un pregiudicato, ha ricordato l'avv. Luca Bartolini, difensore di Antonio, e il figlio, preoccupato che i sospetti potessero ricadere sul genitore, si sarebbe assunto preventivamente la responsabilità di quello che stava per fare.
   
Sempre nell'abitazione di famiglia, Antonio ha lasciato tre lettere indirizzate al padre, alla madre e ai fratelli: parole in cui il ragazzo chiede scusa per quello che sta per compiere. 

I genitori le hanno interpretate come l'annuncio di un suicidio, e per questo si sarebbero rivolti alle forze di polizia, non sapendo ancora, affermano, dell'avvenuta sparatoria in casa dei Giacconi. Il biglietto con la confessione dell'omicidio potrebbe
aggravare la posizione del ragazzo, che ha detto di aver sparato per difendersi dalla reazione aggressiva di Giacconi. Una circostanza in più a suo sfavore, come la conferma che in tasca, oltre alla pistola cal. 9X21, aveva anche 86 proiettili. Sulla reale provenienza dell'arma, che ha la matricola abrasa, le indagini proseguono.