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SPORT

Una carriera da magnifico perdente

Andrea De Cesaris, l'ultimo pilota a conquistare il podio con un'Alfa Romeo in Formula1

Debuttò nel "circus" nel 1980 a bordo del biscione. Pochi podi ma oltre 200 Gran Premi disputati al volante di una Formula 1 sulle piste di tutto il mondo

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Andrea De Cesaris esordì giovanissimo nei kart: aveva appena 13 anni ma la sua passione per le corse e i motori era già fortissima. Il vero debutto nel 'circus' della Formula Uno risale al 1980, quando a soli 21 anni sostituì Vittorio Brambilla. In poco tempo il pilota romano si affermò come campione italiano ed europeo. Era noto per il coraggio e la sua guida aggressiva che gli fece meritare l'appellativo di 'Mandringo'. Gli inglesi lo chiamavano "De Crashris" poichè in 15 anni di corse era stato protagoniosta di diversi incidenti sfortunati che avevavno dato molto da fare ai team britannici costretti ogni volta a ricostruire la sua monoposto. 

L'esordio in Formula Uno
Il primo Gp in Canada, sul circuito di Montreal, al volante dell'Alfa Romeo 179C: del team faceva parte un altro giovane italiano, Bruno Giacomelli. Durante le prove ottenne l'ottavo tempo suscitando molto interesse tra gli addetti ai lavori e ricevette anche i complimenti di Carlo Chiti, ingegnere della sua scuderia. 

La stagione sulla McLaren
Nel 1981 De Cesaris venne ingaggiato dalla McLaren, passata sotto la guida di Ron Dennis e del ds John Barnard, risultando il più giovane pilota in Formula Uno. Il suo compagno di scuderia era l'esperto irlandese John Watson. Durante tutta la stagione fu oggetto di molte critiche, anche all'interno del proprio team, per l'eccessiva foga che lo portava spesso a non concludere le gare, guadagnandosi la fama di 'sfascia macchine'. Dopo l'ennesimo incidente, per punirlo la McLaren, in Olanda, gli fece saltare la corsa: era ormai chiaro che al pilota romano non sarebbe stato rinnovato il contratto, ma nonostante la stagione poco brillante (18 incidenti in tutto) era molto richiesto da varie scuderie per le sue doti di velocista.

Il ritorno in Alfa Romeo
Conclusa la deludente stagione in McLaren, nel 1982 fece il suo riento in pista a bordo del primo amore, l'Alfa Romeo, con cui ottenne anche i suoi migliori risultati di sempre in Formula 1. Al Gran Premio degli Stati Uniti-Ovest De Cesaris ottenne la sua prima "pole position" in carriera e riuscì a guidare la gara anche per la parte iniziale, prima di essere superato da Niki Lauda. Il pilota stava comunque occupando la seconda posizione fino a quando un guasto alle pinze dei freni comportò la sua uscita di pista e il ritiro.

Il GP di Montecarlo del 1982
Riuscì comunque a conquistare un podio a Montecarlo nel 1982 in quello che ancora oggi è ricordato come l'epilogo forse più incredibile della storia della Formula Uno: a due giri dalla fine, infatti, comincia a piovere e Alain Prost (Renault) va a sbattere contro il guard-rail in rettilineo quando tutti ormai lo danno per vincitore. Al comando passa Riccardo Patrese (Brabham) che all’ultimo giro va in testacoda e rimane momentaneamente fermo. Viene superato da Didier Pironi (Ferrari) e da De Cesaris i quali però, a un giro dal termine, finiscono la benzina quasi nello stesso istante e sono costretti a fermarsi. Patrese, nel frattempo, riesce a riaccendere il motore e piomba sul traguardo ignaro di aver vinto. In quella stagione un calo di prestazioni non permise poi a De Cesaris di ottenere altri piazzamenti e la stessa Alfa Romeo ipotizzò il proprio ritiro al termine del campionato.

Il ritiro dalle corse
A bordo della monoposto del biscione conquistò un secondo posto nel GP del Sudafrica nel 1983, ma poi vestì anche la tuta di McLaren, Ligier, Minardi, Brabham, Dallara, Rial, Jordan, Tyrrell e Sauber. In carriera non ha mai vinto un Gran Premio ma ha il record di maggior numero di gare disputate senza ottenere un primo posto. De Cesaris fu anche l'ultimo pilota a conquistare un podio a bordo di un'Alfa Romeo con cui corse in Formula Uno fino al 1994, anno del suo ritiro per sempre dalle corse. Dopo quella stagione la storia della casa di Arese nella massima formula cominciò una parabola discendente che si concluse, definitivamente, all'alba del 1986.