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MONDO

La strage di Berlino

Anis Amri, è caccia ai complici. Intelligence tedesca sotto accusa: Come se lo sono fatto scappare?

Intanto anche la Francia indaga sugli spostamenti dell'attentatore di Berlino su suolo transalpino. In Italia la salma di Fabrizia Di Lorenzo

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La Germania continua a dare la caccia a possibili complici di Anis Amri, il tunisino accusato di aver fatto strage lunedì a un mercatino di Natale a Berlino e poi ucciso in un conflitto a fuoco con la polizia nella notte tra giovedì e venerdì a Milano.

Mentre il paese si prepara a festeggiare il Natale, centinaia di inquirenti sono sotto pressione e cercano di condurre l'indagine per individuare i canali e l'eventuale rete di sostegno del 24enne accusato di essersi lanciato con un camion sulla folla, uccidendo 12 persone. L'attacco è stato rivendicato dallo Stato islamico (Isis), che ha anche diffuso un video nel qaule si vede il giovane dichiarare fedeltà al califfo Abu Bakr al Baghdadi.

Mattarella a Ciampino accoglie la salma di Fabrizia Di Lorenzo
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, accoglie stamattina all'aeroporto di Ciampino la salma di Fabrizia Di Lorenzo, la ragazza originaria di Sulmona uccisa nell'attentato di Berlino di lunedì scorso, 19 dicembre.

La gratitudine di Angela Merkel
La cancelliera Angela Merkel, ieri, ha espresso gratitudine all'Italia e sollievo per la neutralizzazione di Amri, ma ha chiarito che "il pericolo del terorrismo in generale permane". Ha inoltre chiesto un'analisi "completa" di come il jihadista, già noto alle autorità, sia riuscito a sviolare attraverso la rete dei controlli. "Il caso Amri pone questioni", ha detto. "Esamineremo in maniera intensa - ha continuato fino a che livello sarà necessario modificare le procedure ufficiali" in merito al controllo dei migranti e dei richiedenti asilo.

Le critiche di DIe Welt: Come abbiamo potuto?
"Come ha potuto uno dei terroristi più ricercati d'Europa lasciare la Germania?" si chiede il giornale Die Welt sul suo sito internet, in una non troppo velata critica alle forze dell'ordine e di sicurezza del paese. Amri è stato poi ucciso a Sesto San Giovanni in un conflitto a fuoco da lui stesso innescato con due agenti di polizia, uno dei quali è rimasto ferito.

Caccia ai complici
Gli inquirenti tedeschi ora si domandano se Amri abbia avuto aiuto da complici. Il jihadista, quando è stato ucciso, aveva in tasca poche centinaia di euro e nessun telefono. Sarebbe passato in Italia attraverso la Francia. "E' importantissimo per noi stabilire se ci fosse una rete di complici...nella preparazione o nell'esecuzione dell'attentato, oppure nella fuga del sospettato", ha spiegato il procuratore federale Peter Frank. Amri era nei radar delle autorità antiterrorismo sia della Germania sia dell'Italia.

Il curriculum di una radicalizzazione
Era entrato in Europa attraverso l'Italia nel 2011, avendo attraversato il mare in un barcone. Aveva poi trascorso quattro anni in prigione in Italia per aver contribuito a incendiare un centro per i rifugiati. In prigione si sarbebe radicalizzato. Dopo aver scontato la pena si era spostato in Germania, nel 2015, approfittando del fatto che i paesi aderenti al trattato di Schengen non hanno controlli di frontiera. Questa circostanza l'ha favorito anche nella sua fuga.

Il flop dell'intelligence tedesca
Le agenzie di sicurezza tedesche avevano iniziato a monitorare il giovane a marzo, sospettando che stesse tentando dei furti per raccogliere denaro da usare per l'acquisto di armi automatiche poi utilizzabili in un attacco. Ma la sorveglianza era stata interrotta a settembre perché Amri, che avrebbe dovuto essere espulso mesi prima, era visto principalmente come un piccolo spacciatore.

Marocco avvertì due volte Germania progetto di Amri 
​I servizi segreti marocchini avvertirono in due distinte occasioni oltre tre mesi fa  i colleghi tedeschi fa del pericolo rappresentato dal tunisino Anis Amri. Secondo il sito web marocchino "ledesk.ma", gli agenti del DGST, il controspionaggio di Rabat informarono lo spionaggio tedesco, il Bnd, "della deriva jihadista" di Amri. Secondo il sito marocchino Rabat segnalò la prima volta il 19 settembre e poi l'11 ottobre che Amri si apprestava a passare all'azione con un attentato. 

Parigi indaga su itinerario di Amri in Francia
Gli inquirenti francesi hanno aperto un'inchiesta per stabilire l'itinerario preciso in territorio transalpino del tunisino Anis Amri, il presunto attentatore del mercatino di Berlino ucciso ieri a Sesto San Giovanni dove era arrivato, secondo la polizia italiana, dopo aver attraversato in treno la Francia. Lo ha spiegato il direttore generale della Polizia nazionale (Dgpn) francese, Jean-Marc Falcone.

La sezione anti-terrorismo della polizia giudiziaria "sta procedendo a delle verifiche, si tratta di stabilire in maniera precisa, se nel suo percorso, il terrorista è effettivamente transitato per il nostro territorio", ha precisato. In una tasca di Amri, secondo i media, ma anche secondo fonti francesi vicine all'inchiesta, è stato trovato un biglietto ferroviario Chambery-Milano via Torino. La polizia italiana ha semplicemente confermato che il tunisino era arrivato in Italia dalla Francia in treno.

Madrid indaga su possibili contatti Amri in Spagna
La polizia spagnola sta indagando su possibili contatti di Anis Amri, con altri estremisti nel Paese, in base a  un'informazione ricevuta dalle autorità tedesche. Lo ha detto il ministro dell'Interno spagnolo, Juan Ignacio Zoido, a radio Cope. "Stiamo esaminando tutte le possibili connessioni tra Amri e il nostro Paese, soprattutto con una persona specifica", ha aggiunto il ministro.

Gabrielli: divulgare nomi agenti giusto riconoscimento
"Non c'è alcuna esposizione, ma un riconoscimento chiaro. Una sottolineatura per mettere al centro
chi ha reso possibile tutto questo, rischiando la propria vita". Il capo della Polizia Franco Gabrielli interviene sulla così polemica esplosa dopo che il ministro dell`Interno Marco Minniti prima e il premier Paolo Gentiloni poi hanno reso pubblici i nomi dei due agenti che hanno bloccato e ucciso Anis Amri a Sesto San Giovanni.

Occorre la "massima attenzione" poiché "non si possono escludere azioni ritorsive" nei confronti dei poliziotti e di tutto il personale delle forze dell'ordine in divisa. Questa l'indicazione di una nuova circolare, che il capo della Polizia Franco Gabrielli aveva inviato ieri subito dopo la sparatoria a Milano. L'invito è dunque di intraprendere ogni iniziativa utile per garantire la massima sicurezza e tutela degli operatori.

Ieri i profili Facebook di Luca Scatà e Cristian Movio erano stati oscurati. Era stato il questore di Milano Antonio De Iesu a renderlo noto: "Abbiamo il dovere di tutelare l'immagine dei nostri agenti abbiamo detto ai ragazzi di evitare, di non farsi prendere dall'emotività nel loro interesse, è opportuno che non lo facciano, stiamo parlando di una dimensione che non è la criminalità, ma il terrorismo internazionale e c'è un problema di prevenzione".

A Roma centro nelle feste vietati tir-camion
Per il rischio terrorismo nelle festività natalizie, a Roma giro di vite sulla circolazione di autoarticolati e autocarri nel centro storico: nelle giornate del 24, 25, 26 e 31 dicembre e per l'1 e il 6 gennaio 2017, il Comune ha stabilito il divieto assoluto di ingresso nella Ztl-Zona a Traffico Limitato del centro storico di "autoarticolati, autocarri e veicoli di massa superiore e inferiore a 3,5 tonnellate adibiti al trasporto di merci". Il provvedimento è stato preso sulla base di una nota della Questura di Roma, che fa seguito alle decisioni assunte dall`ultimo Comitato provinciale per l`ordine e la sicurezza pubblica.