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ITALIA

​Inchiesta Napoli

Appalti rifiuti, De Luca: 'Giornalismo? No, vergogna'. E attacca Di Maio e Grasso

Il presidente della Regione in un video su Fb replica dopo l'inchiesta in cui è coinvolto il figlio Roberto che ieri ha dato le dimissioni. Di Maio: minacce inaccettabili, si dimetta. Grasso: la moralità o si ha o non si ha  

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Una "operazione camorristica e squadristica" nei suoi confronti, che "parte dal tema della gestione dei rifiuti". Una "campagna di aggressione mediatica pseudo giornalistica alla vigilia di una delicata tornata elettorale". Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, affida a un video postato sulla sua pagina Facebook, la sua opinione sull'inchiesta giornalistica e della procura di napoli che vede indagato per corruzione il figlio secondogenito Roberto, che ha annunciato le dimissioni da assessore al Bilancio del Comune di Salerno dopo la pubblicazione del video di Fanpage.it ma non ha ancora protocollato la scelta di lasciare l'incarico ricoperto.

"In queste ore assistiamo a una campagna di aggressione mediatica e pseudo giornalismo contro di noi alla vigilia di una campagna elettorale delicata, una operazione camorristica e squadristica che parte dalla gestione dei rifiuti", dice il governatore della Campania. "Ma quale giornalismo, è una vergogna nazionale".

De Luca: noi partigiani in difesa libertà. Chi li manda? Chi paga? 
"Noi siamo oggetti di aggressione squadristica e camorristica, stiamo vivendo una resistenza in Campania, ci sentiamo partigiani a difesa di valori di libertà e dignità umana", sottolinea De Luca e aggiunge: "Chiederemo nei prossimi giorni che siano accesi tutti i riflettori. Chi sono queste persone che sono venute a fare questa provocazione? Chi ha fatto questa montatura? Sappiamo che di questi tempi le operazioni per  inquinare le elezioni sono tante, dalle fake news che si mettono in circolazione a manovre sofisticate come queste. Chi sono questi? Chi li manda? Chi li paga? Chi paga queste registrazioni? Pretenderemo chiarezza assoluta su tutto".

"Operazione di violenza privata"
L'inchiesta giornalistica di Fanpage "è una vicenda ignobile" che dice "a che punto è ridotta la democrazia italiana" visto che "una persona perbene deve vivere nella paura di sabotaggi di manovre occulte". E aggiunge: "Ti può venire in casa un camorrista che nasconde una telecamera e fa una registrazione, un'operazione di violenza privata. Un uomo che parla solo lui, non per un operazione di trasparenza ma per cercare di confondere le acque. Siamo in un Paese in cui la democrazia è diventata una cosa strana, le persone normali se ne scappano dalle istituzioni e dalla vita pubblica per questo sistema di aggressione mediatica continua a cui fai fatica a rispondere, quando hai tremila titoli che sono diffamatori e dovresti fare duecento denunce per diffamazione. Come fai a difenderti nei tempi brevi?". 

L'attacco ai 5 Stelle
"Lancio un appello a tutti perché ci diano una mano in questa battaglia di trasparenza e correttezza, per respingere l'aggressione squadrista e camorrista nei nostri confronti. Abbiamo cominciato a buttare fuori la camorra dalle istituzioni e continueremo a farlo, faremo ringoiare tutto, a quelli che hanno messo in piedi questa aggressione mediatica e a quelli che si sono prestati a questa aggressione".  Infine De Luca attacca il M5S: "I migliori utilizzatori di questa vicenda ignobile - dice - sembrano le Cinque Stelle. Rinnovo alle Cinque Stelle il mio invito a un dibattito pubblico su trasparenza, correttezza, moralità pubblica. Sono mesi che sfido il loro candidato Luigino Di Maio a un dibattito dove eq uando vuole, sulla materia che vuole lui: mi piacerebbe averlo in un dibattito questo giovanotto che prende 15.000 euro al mese e parla contro la casta. Aspetto che qualcuno mi risponda, che decida di partecipare in diretta senza registrazioni e i tagli come nel filmato famoso".

La critica a Grasso
"Estendo l'invito anche a Piero Grasso - insiste De Luca - ho visto le sue dichiarazioni. C'è da vergognarsi, non una parola sui camorristi. Un finto moralismo da quattro soldi una sfida anche a questo nostro amico in diretta su tutti i temi della moralità pubblica. Noi siamo sotto attacco perché la Campania oggi è un modello nazionale per rigore amministrativo, onestà e trasparenza. Abbiamo capito che governare questa regione significa fare i conti con un groviglio duro di interesse e di potere che per la prima volta stiamo spazzando via". Tre giorni fa, alla notizia dell'inchiesta, il presidente del Senato aveva dedicato una battuta alla vicenda: "A Napoli si dice 'tengofamiglia...', ed evidentemente si pensa che la politica, fatta secondo una discendenza dinastica, sia un modo di risolvere i problemi personali", aveva detto. L'iscrizione di Roberto DeLuca nel registro degli indagati, secondo Grasso, confermava la presenza in Campania di una "illegalità evidente che coinvolge la politica". 

Di Maio: da De Luca minacce, si dimetta 
Immediata la replica di Luigi di Maio: "Le minacce di De Luca sono assolutamente intollerabili e inconciliabili con il suo ruolo istituzionale. Cosa vuol far 'ringoiare'? La valigetta piena di soldi. Deve dimettersi immediatamente e mi aspetto che Renzi e Gentiloni prendano subito le distanze", scrive il candidato alla presidenza del Consiglio per M5s su Twitter.

Grasso a De Luca: moralità o la si ha o no 
"Non ne faccio una vicenda personale tra me e De Luca. La moralità o si ha o non si ha". Così Pietro Grasso risponde al governatore della Campania. "Penso che il problema sia molto più grave per il Paese. Ovvero quello di una lotta per la legalità, alla criminalità organizzata, all'inquinamento da parte della criminalità dei territori dove vivono i cittadini. Questi sono i problemi. La questione morale diventa priorità per la politica nel momento in cui la politica deve riconquistare la fiducia dei cittadini".