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MONDO

Nuovi guai per il colosso di Cupertino

Apple sotto inchiesta in Francia per "invecchiamento" iPhone

L'accusa è di "obsolescenza programmata" e "truffa" 

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Nuovi guai per il colosso di Cupertino. La giustizia francese ha aperto un'inchiesta sulla Apple e, in particolare, sulla "obsolescenza programmata" dei suoi dispositivi - come gli iPhone - che subirebbero una riduzione programmata delle prestazioni e della propria durata. La decisione della procura di Parigi fa seguito all'iniziativa di un'associazione, "Halte a l'obsolescence programmée" (Hop), che ha portato la vicenda all'attenzione dell'autorità giudiziaria.

Le accuse: "truffa" e "obsolescenza programmata"
L'accusa alla Apple è di "truffa", legata appunto alla "obsolescenza programmata". L'indagine aperta il 5 gennaio scorso viene condotta dalla Procura di Parigi secondo quanto riferito da una fonte giudiziaria citata questa sera dai grandi media transalpini. L'inchiesta è stata affidata agli esperti della Direzione generale per la concorrenza, il consumo e la repressione delle frodi (Dgccrf). 

Apple ha ammesso il rallentamento volontario dei vecchi smartphone
Il colosso Usa ha recentemente riconosciuto di rallentare volontariamente i vecchi modelli di smartphone. Il fascicolo - che comprende anche l'accusa di "inganno deliberato" - parte dalla denuncia in cui la Apple veniva accusata di ridurre volontariamente le prestazioni e la durata dei propri smartphone attraverso il sistema periodico di aggiornamenti del software. 

La legge Hamon
La legge francese, nota come "legge Hamon", stabilisce che qualunque azienda accorci deliberatamente la durata dei propri prodotti possa essere multata con un'ammenda fino al 5% delle proprie vendite annuali mentre i dirigenti rischiano fino a due anni di carcere. 

Il caso della dipendenza dei bambini
Ma le grane per Apple sono anche interne: due azionisti chiedono a Cupertino di intervenire per 'contenere' la dipendenza da iPhone dei bambini, reclamando di fatto una maggiore responsabilità sociale da parte dell'azienda. 

Le richieste di due azionisti
In una lettera aperta al colosso fondato da Steve Jobs, che degli iPhone ha fatto il suo 'core business', Jana Partners e Calstrs bollano come tossica l'accoppiata iPhone-bambini e chiedono ad Apple di intervenire. Cupertino - affermano - dovrebbe sviluppare nuovi strumenti software per aiutare i genitori a controllare l'uso dell'iPhone da parte dei figli. Ma dovrebbe anche studiare l'impatto di un uso eccessivo degli smartphone sulla salute mentale dei giovani, oltre a mettere in piedi un comitato di esperti. "Ci sono sempre più prove che dimostrano come, almeno per i giovani che ne fanno un uso massiccio, gli smartphone possano avere conseguenze negative involontarie", scrivono gli investitori. "Il disagio sociale crescente a un certo punto avrà un impatto negativo anche su Apple. Per questo è importante affrontare subito la questione". 

La replica di Apple
L'azienda di Cupertino ha poi replicato con una nota alla lettera dei due azionisti. "Apple ha sempre protetto i bambini, e lavoriamo sodo per creare prodotti potenti che ispirino, intrattengano ed educhino i bambini e aiutino i genitori a proteggerli online. Siamo all’avanguardia nel settore grazie all’offerta di controlli parentali intuitivi integrati nel sistema operativo. Con i dispositivi iOS di oggi, i genitori hanno la possibilità di controllare e limitare l’accesso a contenuti tra cui app, film, siti web, canzoni e libri, così come i dati cellulari, le impostazioni della password e altre funzionalità. Di fatto, qualsiasi cosa un bambino possa scaricare o raggiungere online, può essere facilmente bloccata o limitata da un genitore.
 
Abbiamo iniziato a fornire questi controlli per iPhone già nel 2008 con l'introduzione dell'App Store, basandoci su ciò che avevamo appreso dall'offerta di funzionalità simili per il Mac alcuni anni prima dell'introduzione di iPhone. Abbiamo anche storicamente curato le nostre piattaforme di contenuti per assicurarci che siano prive di materiale offensivo, come la pornografia, e che i contenuti siano chiaramente etichettati in modo che i genitori possano determinare se un'app, un film o una canzone sono adatti all’età. Naturalmente siamo costantemente alla ricerca di modi per rendere migliore l’esperienza che offriamo. Abbiamo nuove funzionalità e miglioramenti pianificati per il futuro, che aggiungono funzionalità e rendono questi strumenti ancora più robusti.
 
Riflettiamo in modo approfondito sulle modalità con cui vengono utilizzati i nostri prodotti e sull'impatto che hanno sugli utenti e sulle persone che li circondano. Prendiamo molto sul serio questa responsabilità e ci impegniamo a soddisfare e superare le aspettative dei nostri clienti, soprattutto quando si tratta di proteggere i bambini”.