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ITALIA

Fim Fiom e Uilm proclamano 24 ore di sciopero

ArcelorMittal, conti in rosso. Rottura totale con il governo. Conte convoca i sindacati

Il premier Conte - che ha invitato i vertici aziendali a prendersi un paio di giorni per elaborare una proposta sostenibile - alle 17.30 incontra i sindacati. Sbarra della Cisl: "Non possiamo perdere nessun posto di lavoro".  Boccia: "Salveremo Ilva con amministrazione seria"

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Fim Fiom e Uilm proclamano 24 ore di sciopero per l'intero Gruppo Arcelor Mittal ex Ilva a partire dalle ore 7 di venerdì 8 novembre 2019, già programmato per il sito di Taranto. In tutti gli altri stabilimenti, le
segreterie territoriali definiranno le modalità di mobilitazione: lo si legge in una nota unitaria. Le organizzazioni sindacali nazionali dichiarano "intollerabile quanto emerso dall'incontro di ieri tra il
Presidente del Consiglio e i vertici di ArcelorMittal, programmato per chiedere il ritiro della procedura di
disimpegno dagli stabilimenti dell'ex Ilva annunciata il 4 novembre". 

Prosegue presidio lavoratori davanti a stabilimento Taranto
Prosegue il presidio di lavoratori davanti alla direzione dello stabilimento siderurgico ArcelorMittal di Taranto dopo la conferma della volontà di recesso del contratto da parte dell'azienda. Terminerà alle 15 lo sciopero di 24 ore proclamato dalla Fim, mentre domani alle 7 partirà uno sciopero sui tre turni indetto da Fiom e Uilm che avevano atteso l'esito dell'incontro tra governo e sindacati prima di intraprendere altre iniziative di mobilitazione. Ieri Lakshmi Mittal e Aditya Mittal, padre e figlio, Ceo e Cfo della multinazionale franco-indiana, hanno posto una serie di condizioni per rimanere, tra cui il ricorso a cinquemila esuberi giudicati inaccettabili dal governo.

Intanto è già partita la procedura di retrocessione dei rami d'azienda con la 'restituzione' degli impianti e dei lavoratori all'Ilva in amministrazione straordinaria. Il premier Giuseppe Conte, che ha parlato di "allarme rosso", ha invitato i vertici aziendali a prendersi un paio di giorni per elaborare una proposta sostenibile, e ha annunciato che oggi pomeriggio aprirà un tavolo di crisi a cui saranno invitati anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e i sindacati.

Conte convoca i sindacati
Conte ha convocato a Palazzo Chigi alle 17.30 i sindacati dei metalmeccanici per discutere della situazione dell'Ex Ilva. Attesi quindi i segretari generali Francesca Re David (Fiom Cgil), Marco Bentivogli(Fim Cisl) e Rocco Palombella (Uilm). Attesi da Conte oggi anche gli enti locali. 

Cisl: "Non possiamo perdere nessun posto di lavoro"
La vicenda Ilva è lo specchio evidente di come i temi dell'impresa e del lavoro in questo paese diventano terreno di scontro politico dentro il governo, tra maggioranza ed opposizione". Lo ha detto oggi ad "Uno Mattina" il Segretario generale aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra, sulla vicenda della ex Ilva. "Il Paese ha perso la bussola della politica Industriale. E' del tutto inaccettabile e cinico l'atteggiamento di Arcelor Mittal che a meno di un anno dalla firma  dell'accordo che ha dato luogo al piano industriale per la ex Ilva che rilanciava e assicurava quantità e capacità produttiva, difesa dell'occupazione ed investimenti per l'ambientalizzazione e la messa in sicurezza degli impianti, oggi ritratta tutto addirittura ventilando l'ipotesi
di 5000 esuberi che sono per noi un fatto davvero inaccettabile. Non possiamo perdere nessun posto di lavoro.

Uilm: "Stabilimento Taranto si fermerà da solo"
"Lo stabilimento andrà inevitabilmente alla fermata, si fermerà da solo". Lo dichiara ad Agi il segretario Uilm Taranto, Antonio Talò. Il sindacalista questa mattina è nella sede del consiglio di fabbrica insieme agli altri delegati della sua organizzazione. Ci si prepara allo sciopero di 24 ore di domani insieme alla Fiom Cgil. "ArcelorMittal - aggiunge Talò - ha bloccato le imprese, ha stoppato gli ordini, ha fermato gli approvvigionamenti, anche quelli dei minerali, è chiaro che in questa situazione c'è ormai un conto alla rovescia verso lo stop".

ArcelorMittal conferma: "Impossibile attuare piano industriale"
L'addio all'ex Ilva da parte di AM InvestCo Italy si spiega con "l'impossibilità di attuare il piano industriale, gestire l'impianto di Taranto e in generale di dare corso all'accordo" siglato lo scorso anno con i Commissari dell'ex Ilva. Così ArcelorMittal nella nota sui conti del gruppo ('rosso' di 539 milioni nel terzo trimestre) riassume per gli investitori la decisione annunciata ad inizio settimana. La nota evidenzia il rischio chiusura dell'altoforno 2 che potrebbe estendersi agli altri due impianti presenti a Taranto. ArcelorMittal si aspetta di continuare a consolidare AM InvestCo fino a quando il controllo delle attività non sarà trasferito ai Commissari ex Ilva conclude il capitolo del comunicato sui conti dedicato alla vicenda italiana.

La multinazionale perde 516 milioni in primi mesi 2019
ArcelorMittal, il più grande gruppo siderurgico del mondo, ha registrato nei primi nove mesi del 2019 una perdita di 572 milioni di dollari (516 milioni di euro), a fronte di un utile di 3.956 milioni di dollari (3.572 milioni di euro) registrato un anno prima, secondo la multinazionale, che ha rivisto al ribasso le sue aspettative di domanda di acciaio negli Stati Uniti e in Europa.

I conti di ArcelorMittal includono un impatto straordinario negativo di 1.100 milioni di dollari (993 milioni di euro) in relazione alle misure attuate per l'acquisto di ArcelorMittal Italia e al deterioramento del valore delle immobilizzazioni di ArcelorMittal Usa, rispetto ai 595 milioni di dollari (537 milioni di euro) registrati tra gennaio e settembre 2018. Dal canto suo, il fatturato dell'acciaieria si attesta a 55.101 milioni di dollari (49.758 milioni di euro), in calo del 4,5% rispetto ai primi nove mesi dell'anno precedente, mentre il margine operativo lordo (Ebitda) è sceso del 48,6% a 4.270 milioni di dollari (3.856 milioni di euro).

Boccia: "Non sono sorpreso. Salveremo Ilva con amministrazione seria"
"Non sono sorpreso, lo sapevo che con loro sarebbe finita così e in politica non c'è cosa peggiore", dice il ministro Boccia sull'ex Ilva in un'intervista al Corriere della Sera. "L'operazione è nata con Renzi, Calenda ed è stata chiusa con Di Maio", aggiunge. In viaggio negli States, dove è in visita istituzionale, il ministro per gli Affari regionali dice anche che la sua "previsione funesta" e' agli atti in Parlamento e alla fine "purtroppo si è realizzata". E aggiunge: "Michele Emiliano e io dicevamo che era un errore assegnare l'azienda a Mittal ci prendevano per matti. Tutti dicevano che quella con ArcelorMittal era una grande operazione, mentre io da deputato e da pugliese ero stato l'unico in Parlamento a dire che la cordata Mittal non dava garanzie adeguate sulle prospettive industriali".