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ITALIA

"L'ordinanza è stata fatta a fini precauzionali"

Arsenico nell'acqua a Roma: procura avvierà indagine

Associazioni di consumatori e comitati di cittadini lamentano ritardi da parte del
Campidoglio nel comunicare l'allerta sull'utilizzo dell'acqua.

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Un bicchiere d'acqua
Roma
Una vicenda controversa e poco chiara, quella relative all'alto tasso di arsenico che è presente nell'acqua in alcune zone a nord della Capitale. Tanto che nelle prossime ore i magistrati - coordinati dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari - istruiranno un fascicolo di indagine e affideranno una consulenza. 

Sono stati infatti rilevati agenti inquinanti, come appunto l'arsenico, fuori soglia di legge, negli acquedotti dell'Arsial tra i Municipi XIV e XV. E' stata emessa un'ordinanza di "divieto di consumo umano" dal sindaco Ignazio Marino che per ben dieci mesi proibisce l'utilizzo di acqua corrente in casa.

Associazioni di consumatori e comitati di cittadini lamentano ritardi da parte del
Campidoglio nel comunicare l'allerta sull'utilizzo dell'acqua.

Gli acquedotti in questione sono quelli di Malborghetto, Camuccini, Piansaccoccia, Monte Oliviero, Santa Maria di Galeria, Brandosa, Casaccia-Santa Brigida, che servono una zona scarsamente urbanizzata tra il Comune di Fiumicino e la via Flaminia. Si tratta dei vecchi acquedotti rurali dell'Agenzia per lo sviluppo e l'innovazione dell'agricoltura della Regione Lazio. Un ente che però, spiega il commissario straordinario Antonio Rosati "non è più attrezzato a gestire acquedotti da anni, e lo sanno tutti". Una competenza "del dopoguerra" che dovrebbe "essere subito presa in gestione da Acea Ato 2, che ha il know how. Dieci mesi di autobotti non è una cosa da Paese civile" ha aggiunto. Che gli acquedotti dovessero passare ad Acea è in effetti deciso da anni, e la Regione Lazio aveva già stanziato, nell'ambito di un protocollo con la stessa Acea, 13,5 milioni di euro proprio per la ristrutturazione e l'adeguamento delle reti Arsial. Secondo Rosati, Acea sarebbe in grado in "venti giorni- un mese di abbassare chimicamente i livelli di arsenico. Poi, tra amministratori, vedremo il Piano di investimento. Anche se le zone sono molto estese ma poco popolose, Acea fa già grandi profitti dalla gestione idrica".

Si dovrebbe cominciare a discuterne tra oggi e domani, nel corso di un vertice con Rosati, l'assessore regionale all'Ambiente Fabio Refrigeri, il presidente di Acea Ato 2 Sandro Cecili e rappresentanti del Campidoglio (forse l'assessore alle Periferie Paolo Masini). E in quella sede molto probabilmente si chiederà conto ad Acea dell'uso del denaro regionale, come ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio regionale Massimiliano Valeriani (Pd).

In ogni caso sia Comune che Arsial hanno negato si tratti di una vera emergenza: "Non c'è nessun allarme - ha spiegato il presidente del XV Municipio Daniele Torquati - l'acqua, lì, non la bevono da vent'anni, usano i pozzi. L'ordinanza è stata fatta a fini precauzionali".

Per l'opposizione è stata comunque molto grave la gestione della comunicazione: per i capigruppo di FI in Comune e in Regione Giovanni Quarzo e Luca Gramazio "i problemi di Marino con il governo Renzi non possono e non devono offuscare le esigenze e la salute dei cittadini". "Vergogna, sindaco - l'attacco del vicepresidente del Consiglio regionale Francesco Storace (La Destra verso An) - hai nascosto l'ordinanza. Domani presenterò una interrogazione al governatore Nicola Zingaretti per far smuovere almeno l'Agenzia regionale protezione ambientale e prendere tutte le misure necessarie per tutelare la pubblica opinione".