POLITICA
Scontro sul Jobs Act
Articolo 18, Renzi ai sindacati: "Avete difeso le ideologie, non le persone"
"Dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l'ha e chi no, tra chi ce l'ha a tempo indeterminato e chi precario", replica polemico il premier
"A quei sindacati che vogliono contestarci chiedo: dove eravate in questi anni quando si è prodotta la più grande ingiustizia, tra chi il lavoro ce l'ha e chi no, tra chi ce l'ha a tempo indeterminato e chi precario", e perché "si è pensato a difendere solo le battaglie ideologiche e non i problemi concreti della gente". Il premier Matteo Renzi affida ad un video postato su youtube la risposta alla leader Cgil Susanna Camusso che da Milano gli aveva lanciato una sfida: modificare lo Statuto dei lavoratori, ma estendendo i diritti a tutti.
E la risposta del premier è tutt'altro che conciliante. Nel suo messaggio il premier si rivolge non solo alla leader Cgil ma ai sindacati in generale, accusandoli di essere stati silenti sino ad oggi, mentre il mercato del lavoro italiano assumeva quelle caratteristiche che lo hanno fatto definire dallo stesso Renzi "apartheid".
"Sono i diritti di chi non ha diritti quello che ci interessano - dice il premier - e noi li difenderemo in modo concreto e serio. Non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico, non vogliamo il mercato del lavoro di Margareth Thatcher - replica alla Cgil - ma un mercato del lavoro giusto, con cittadini tutti uguali. Noi ci preoccupiamo per tutti, voi solo di alcuni".
Con la riforma del lavoro il governo pensa "a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni, che vivono di co.co.pro. e co.co.co e che sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito preoccupandosi solo dei diritti di qualcuno e non di tutti", conclude Renzi che la prossima settimana sarà negli Usa per il viaggio che lo porterà in California, a New York e a Detroit.
E la risposta del premier è tutt'altro che conciliante. Nel suo messaggio il premier si rivolge non solo alla leader Cgil ma ai sindacati in generale, accusandoli di essere stati silenti sino ad oggi, mentre il mercato del lavoro italiano assumeva quelle caratteristiche che lo hanno fatto definire dallo stesso Renzi "apartheid".
"Sono i diritti di chi non ha diritti quello che ci interessano - dice il premier - e noi li difenderemo in modo concreto e serio. Non siamo impegnati in uno scontro del passato, ideologico, non vogliamo il mercato del lavoro di Margareth Thatcher - replica alla Cgil - ma un mercato del lavoro giusto, con cittadini tutti uguali. Noi ci preoccupiamo per tutti, voi solo di alcuni".
Con la riforma del lavoro il governo pensa "a quelli a cui non ha pensato nessuno in questi anni, che vivono di co.co.pro. e co.co.co e che sono condannati a un precariato a cui il sindacato ha contribuito preoccupandosi solo dei diritti di qualcuno e non di tutti", conclude Renzi che la prossima settimana sarà negli Usa per il viaggio che lo porterà in California, a New York e a Detroit.