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POLITICA

Hotel Parco dei Principi

Renzi all'assemblea Pd: "Mi ricandido. Avete il diritto di sconfiggerci non di eliminarci"

"Peggio della scissione c'è solo il ricatto"
 

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L'ex presidente del Consiglio Renzi durante assemblea nazionale Pd
Il segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, ha formalizzato, in assemblea nazionale,  le dimissioni, annunciate nel corso della direzione del Pd.

"Per sistemare questa assurda situazione ho pensato che poteva valere la pena fare un passo indietro, ci ho pensato, abbiamo ascoltato tutti, ma non si può accettare che si possa dire di no a una candidatura, altrimenti ci sarà una scissione" ha spiegato Renzi "noi stiamo insieme per confrontarci, non accetteremo mai che qualcuno ci dica 'tu non vai bene' , avete il diritto di sconfiggerci, non di eliminarci".

Ad ascoltare Renzi, tutti i big del partito, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, tanti i ministri e una sala dell'Hotel Parco Dei Principi, gremita tra delegati e invitati. Il segretario dimissionario ha subito chiarito, aprendo i lavori dell'assemblea: "La parola chiave che propongo oggi è: rispetto, è una delle parole più belle, richiama al guardarsi intorno. Una comunità politica deve scegliere di rispettarsi sempre e praticare il rispetto nei confronti della comunità".

Renzi ha ricordato la "frattura politica" che si è aperta dopo il referendum del 4 dicembre: "Io sono responsabile di quella frattura: il referendum è stato una botta per tutto il sistema paese, dopo il 4 dicembre è tornata la prima Repubblica ma senza la qualità della prima Repubblica, si stanno scindendo tutti, fratture che il proporzionale fisiologicamente esalta". L'ex premier ribadisce poi il suo no alla scissione: "La scissione ha le sue ragioni che la ragione non conosce, la nostra responsabilità è verso il Paese. Adesso basta: si discuta oggi ma ci si rimetta in cammino, non possiamo continuare a stare fermi, a discutere al nostro interno".

Appelli all'unità sono arrivati da tanti esponenti del Partito Democratico che sono intervenuti nel corso della giornata, tra i quali l'ex sindaco di Torino, Piero Fassino: "Questa è l'ora della responsabilità di tutti, non c'è nessuna ragione per separarsi, le crisi sono anche occasioni di crescita, tutte le motivazione per cui noi abbiamo fatto il Pd sono ancora in campo e tutte valide" e il deputato Gianni Cuperlo "l'idea di spezzare questo progetto è un pericolo enorme per tutti". Appello all'unità anche da parte del primo segretario del Pd, Walter Veltroni "non si separi la strada di tanti compagni e compagne, il Pd nacque per fusione non per scissione". Per il ministro della Cultura Franceschini "non è il momento di dividersi, anzi è il momento di provare a costruire qualcosa nel paese, se ci dividiamo aumentano le possibilità che vinca Grillo o la destra, siamo vicini alle elezioni" e per il collega di governo De Vincenti "lasciare il partito sarebbe un errore grave per il Pd e per il Paese". Il ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina è convinto che " il congresso è necessario per ritrovarci".

L'apertura di Emiliano: Rimanere insieme è a portato di mano, mi fido di Renzi
​"Rimanere insieme è a portata di mano". Così Michele Emiliano all'assemblea dem. "Io sto provando a fare quel passo indietro che consenta però di uscire tutti con l'orgoglio di appartenere a questo partito", aggiunge. "Questo nel nostro partito può farlo esclusivamente il segretario e io non posso che dire che ho fiducia in lui, nella sua capacità di guidare questa gente meravigliosa", dice Emiliano. "Io credo che siamo ad un passo dalla soluzione", afferma il governatore della regione Puglia. "Un piccolo passo indietro consente ad una comunità di farne cento avanti", conclude. Poi, al termine dell'assemblea, nega di aver cambiato idea su una rottura in assenza di mediazioni sul congresso. "Assolutamente no, ho abbassato i toni per cercare un'intesa", dice.

Per la minoranza del Pd, era intervenuto anche Guglielmo Epifani: "Serve una conferenza programmatica del partito, e  naturalmente il congresso, prima delle elezioni, molti negli scorsi mesi avevano chiesto il congresso perché prima delle elezioni era ovvio si facesse" ha spiegato l'ex segretario del Pd. "Se le cose si reggono è necessario terminare la legislatura, e poi fare un congresso che sia un congresso". 

Orfini indice il congresso del Pd
Il presidente del Pd Matteo Orfini ha poi concluso l'assemblea e aperto il percorso congressuale. "È formalmente indetto il congresso. Convocherò la direzione per martedi con all'ordine del giorno la nomina della commissione per il congresso", ha detto Orfini. "Con la fine dei lavori, questa ssemblea si scioglie". "Rivendico il lavoro fatto in questi anni", ha aggiunto.