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MONDO

Attacco Usa in Siria: le reazioni internazionali tra favorevoli e contrari

I 59 missili cruise lanciati la scorsa notte verso la base aerea siriana da cui si presume sia partito l'attacco con armi chimiche nella provincia di Idlib ha diviso la comunità internazionale

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Paesi contro

Russia - Il Cremlino, principale alleato del presidente siriano Bashar al Assad ha reagito in maniera molto secca all'attacco Usa. Per Mosca si tratta di un'"aggressione contro uno stato sovrano in violazione delle norme internazionali". La Russia ha annunciato lo stop della collaborazione militare con gli Usa e, in particolare, delle comunicazioni per evitare scontri nello spazio aereo siriano. Mosca ha inoltre chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza Onu.

Iran - L'Iran, altro alleato di Damasco, ha "condannato con forza" l'attacco come "ogni attacco unilaterale". Ha inoltre giudicato che quello dell'attacco chimico di Khan Sheikun è stato soltanto un pretesto.

Paesi a favore

Unione Europea -  Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha twittato che "l'attacco Usa dimostra che è necessaria una soluzione contro i barbarici attacchi chimici". Tusk ha inoltre assicurato che "l'Unione europea collaborerà con gli Stati Uniti per mettere fine alle atrocità in Siria".

Italia - Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha affermato che l'attacco Usa è stato una "risposta motivata a un crimine di guerra".

Francia e Germania -  In un comunicato congiunto il presidente francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel hanno detto che il leader di Damasco Bashar al Assad ha "la sola responsabilità" di quanto è accaduto dopo il sospetto attacco chimico.

Gran Bretagna - Londra ha espresso "pieno sospegno" al raid Usa, giudicandolo "una risposta appropriata al barbaro attacco con armi chimici". Ha inoltre chiarito che l'azione americana ha lo scopo "d'impedire ulteriori attacchi".

Turchia - La Turchia ha giudicato "positivo" il raid americano e ha chiesto l'istituzione di una "no-fly zone" sulla Siria.

Arabia Saudita - Riyad ha lodato l'azione del presidente Usa Donald Trump come "coraggiosa" in un momento nel quale "la comunità internazionale aveva fallito nel porre un termine alle azioni del regime".

Israele - Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che Israele "sostiene pienamente" il "messaggio chiaro e forte" inviato con l'attacco amerricano. Ha aggiunto che il messaggio dovrebbe "avere eco non solo a Damasco, ma anche a Teheran, Pyongyang e altrove".

Giappone - Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha espresso "sostegno alla risolutezza del governo Usa nel non tollerare la diffusione e l'uso di armi chimiche".

Altri Paesi

Cina - Pechino ha offerto una reazione prudente, influenzata anche dal fatto che il presidente Xi Jinping è in questo momento negli Stati uniti per il primo summit con Trump. Una portavoce del ministero degli Esteri ha chiesto agli Usa di evitare un "ulteriore deterioramento della situazione", ma ha anche condannato "l'uso di armi chimiche da parte di ogni paese, organizzazione o individuo in ogni circostanza e per ogni scopo". (Fonte Askanews)