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Coronavirus

Il vaccino per i minori in età pediatrica

Avvio campagna vaccinale bimbi 5-11 anni. Locatelli: "Tutela dei bambini è atto d'amore"

Secondo i dati recenti "il 7% dei bambini contagiati può sviluppare i sintomi prolungati dalla patologia da Covid", ovvero il cosiddetto long-Covid. "Il 45% dei bimbi contagiati manifesta la sindrome multi infiammatoria"

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"Il vaccino serve a proteggere i bambini dalla 'malattia grave' che seppur raramente, comunque impatta anche in età
pediatrica", ha dichiarato Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità, alla conferenza stampa sull'avvio della campagna vaccinale anti Covid-19 per i minori in età pediatrica (5-11 anni).

"Ci sono delle stime del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che valutano come ogni 10 mila casi sintomatici ci sono 65 ospedalizzazioni, 6 ricoveri nelle terapie intensive e, tristemente, anche un caso di decesso", ha continuato Locatelli.  "Vi sono evidenze che una percentuale quantificabile secondo alcuni studi nell'ordine del 7% può sviluppare i sintomi prolungati da patologia da Covid 19". L'invito dunque è alla vaccinazione. "La protezione con i vaccini serve a proteggere anche rispetto alle manifestazioni della sindrome multi-infiammatoria sistemica", ha aggiunto Locatelli.

"La vaccinazione ai bambini risponde pienamente alla sensibilità genitoriale di offrire il meglio per la tutela della salute dei propri figli. Rappresenta un atto di amore nei loro confronti - ha proseguito -. Occorre sfruttare con grande gioia il fatto che le famiglie italiane possano usufruire di questa opportunità". In chiusura il medico ha rivolto un appello alle famiglie: "Dimostrate di amare i vostri figli, proteggeteli, vaccinateli".



Sindrome multi infiammatoria in 45% dei bimbi contagiati
"La patologia che può essere innescata da Sars Covid 2 in età pediatrica trova una sua estrinsecazione in modo particolare nella cosiddetta sindrome multi infiammatoria sistemica che ha un'età mediana di presentazione a 9 anni e il 45% dei casi vengono diagnosticati nella fascia d'età che è oggetto della vaccinazione", ha dichiarato Locatelli. "Purtroppo il 70% di questi bambini può addirittura arrivare a richiedere un ricovero nelle terapie intensive", prosegue. "Quindi lo strumento offerto dalla protezione conferita dai vaccini serve a proteggere anche dalle manifestazioni della sindrome multi infiammatoria sistemica".

Rischi ed effetti collaterali
"Non ci siamo prefissati soglie di vaccinazioni minime, ambiamo a che il maggior numero possibili di bambini vengano vaccinati. Sia lo studio di registrazione sia le evidenze sull'impiego real life non mostrano alcun segnale di allerta per la sicurezza, non ci sono state neanche evidenze di miocardite e pericardite. Sul lungo termine a oggi per nessuna vaccinazione abbiamo evidenze di effetti indesiderati a lungo termine". Così presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli, nella conferenza stampa sull'inizio della campagna vaccinale per la fascia 5-11 anni. "Noi impieghiamo quotidianamente il vaccino contro la rosolia e la parotite, nonostante abbiano tassi di mortalità pari o inferiori a quello del Covid, quindi non si capisce perché non dovremmo sfruttare anche questa possibilità".

"Ruolo dei pediatri fondamentale per chiarire i dubbi delle famiglie"
Nell'ottica di disporre di "un ulteriore strumento di protezione per le nostre generazioni future un ruolo fondamentale viene giocato dai pediatri", secondo Locatelli. "Una prerogativa del Sistema sanitario nazionale è la presenza della figura del pediatra che è chiamato a giocare un ruolo importante per sensibilizzare le varie famiglie rispetto ai benefici derivanti dalla vaccinazione per contribuire alle somministrazioni e rispondere a tutte le domande e i dubbi che le famiglie possono avere", ha precisato. "Una figura fondamentale imprescindibile di protezione della salute e di tutela del benessere dei bambini".

Bambini e variante Omicron 
"Nel Paese il numero di sequenze che hanno identificato la variante Omicron è di poche decine. Non vi è tuttavia motivo per pensare che l'età pediatrica possa essere esente da variante Omicron. Fortunatamente nel Paese, al momento, c'è una diffusione più limitata rispetto a quella di altri Paesi. È ragionevole prevedere che vi sarà un incremento nella diffusione percentuale. Ad oggi non abbiamo evidenze particolari che facciano pensare ad una diffusione preferenziale in età pediatrica ma non è escludibile che in futuro l'avremo in maniera paragonabile a quella che si osserva con altre varianti".