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ITALIA

Roma

Lavoro, Bagnasco: serve impegno più forte, avanza la povertà

Aperti i lavori del Consiglio permanente della Cei

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"Sul fronte occupazionale la gente si aspetta un impegno ed una dedizione ancora più grandi e continue da parte della politica, come di ogni altro soggetto capace di creare e incentivare lavoro e occupazione".

Lo chiedono i vescovi italiani per bocca del loro presidente Angelo Bagnasco. "Nessuno - scandisce il cardinale nella prolusione al Consiglio Episcopale di autunno che inizia oggi i suoi lavori, - può illudersi circa lo stato di disagio o di disperazione legato alla disoccupazione o alla incertezza. Con speranza sentiamo le dichiarazioni rassicuranti e i provvedimenti allo studio o in atto; ma le persone non possono attendere, perché la vita concreta corre ogni giorno, dilania la carne e lo spirito". "In quanto Pastori che vivono in mezzo al loro popolo abbiamo l'obbligo - sottolinea Bagnasco rivolgendosi al Governo Renzi, al Parlamento e alle parti sociali - di dar voce a chi non ha voce o ne ha troppo poca".

Emergenza migranti, l'Italia è sola
L'Italia sul fronte dell'immigrazione "è in prima linea e, nonostante difficoltà oggettive, continua a fare tutto il possibile su questo fronte che la vede ancora troppo sola", ha inoltre detto Bagnasco. "Le comunità cristiane cercano di allargare gli spazi dell'accoglienza e soprattutto del cuore, affinché si vada oltre l'emergenza verso percorsi di integrazione per quanti - mostrando consapevolezza e impegno - desiderano rimanere". 

Serve più Europa, superare sciovinismi e imposizioni
"Alla luce degli ultimi avvenimenti, dobbiamo riaffermare che oggi c'è bisogno di un di più di Europa", ha quindi affermato Bagnasco, nella prolusione al consiglio episcopale permanente che si chiude il 28 a Roma. Per Bagnasco, è necessario che l'Europa superi "ogni forma di sciovinismo, che mira a primeggiare e a imporsi ai singoli membri: ogni realtà, infatti, diviene ciò che deve essere solo all'interno di una armonia superiore, della comunità spirituale europea".

Referendum, paese atteso da importante appuntamento
"Il Paese è atteso per un importante appuntamento, il Referendum sulla Costituzione", ha poi affermato aprendo i lavori del Consiglio permanente della Cei. "Come sempre, quando i cittadini sono chiamati ad esprimersi esercitando la propria sovranità, - ha poi detto il porporato - il nostro invito è di informarsi personalmente, al fine di avere chiari tutti gli elementi di giudizio circa la posta in gioco e le sue durature conseguenze".

Eutanasia, da Belgio messaggio preoccupante
Sul versante della difesa della vita umana, "intesa in ogni sua fase, i messaggi che arrivano da alcuni Paesi europei devono seriamente preoccupare e far riflettere", ha detto Bagnasco. La recente morte del bambino avvenuta in Belgio per eutanasia, ha aggiunto il porporato, "deve interrogarci seriamente: dove stiamo andando? Più in generale prendiamo atto che, ogni volta che si ipotizzano leggi su questi temi decisivi, subito si cerca di pilotare la sensibilità e l'opinione pubblica appellandosi a casi eccezionali di grande impatto emotivo; e si invoca la necessità di ordinare le cose, di normare le procedure".

Il presidente della Cei è tornato a ribadire, quindi, il principio "dell'inviolabilità della vita umana sempre e comunque. Se cade questo principio - ha infatti sostenuto - l'individuo passerà da soggetto da rispettare a oggetto di cui disporre". Si è, quindi, domandato chi decide "la linea di confine tra il legittimo e ciò che non lo è in questioni che sono essenzialmente di tipo etico, cioè precedono ogni autorità statale? Lo Stato deve essere amorale? E se lo Stato stabilisse un confine anche molto rigoroso - comunque inaccettabile - perché non potrebbe allargarlo successivamente? E la persona, nella sua intangibilità, dove finirebbe?". Tutte domande poste all'attenzione della società e della comunità ecclesiale, nella consapevolezza che "il compito vero dello Stato di diritto - ha detto Bagnasco - non è quello di stabilire la vita e la morte, ma, molto più responsabilmente e con impegno concreto, di farsi carico delle situazioni, di non lasciar soli i cittadini specialmente nelle circostanze più drammatiche, come quelle di genitori con figli malati, per accompagnarli e sostenerli in ogni modo".

Terremoto, dopo vignette Charlie Hebdo bisogna reagire
"La coscienza collettiva è chiamata a reagire in maniera chiara, alta e indignata" dopo le vignette sul terremoto che ha sconvolto il centro Italia pubblicate dal settimanale satirico francese Charlie Hebdo, ha poi rimarcato. Bagnasco ha fatto il parallelo con il caso tutto francese del burkini che "ha suscitato polemiche ma anche riflessioni".

Proprio di fronte a quella limitazione, si è chiesto l'arcivescovo, "come non ribellarsi davanti alla mancanza di sensibilità e di rispetto espressa dalle vignette di Charlie Hebdo sulle vittime del terremoto? Noi, anche a nome del nostro popolo, chiediamo: è questa la società che vogliamo, dove pensiamo di sentirci bene, insieme, solidali, a casa? È questo che intendiamo per libertà? Non esiste dunque - si è chiesto ancora - nulla di talmente profondo e sacro, anche umanamente, che non debba essere sbeffeggiato da alcuni 'illuminati'?".

Il cardinale ha poi ricordato la tragica notte del 24 agosto affermando che "più forti persino delle immagini dello scempio impietoso, abbiamo davanti agli occhi i volti di tanti - operatori della Protezione Civile, volontari, membri di associazioni - che, con semplicità, danno al Paese una testimonianza, vorremmo dire una lezione, di incomparabile valore. È l'esempio innanzitutto  - ha detto - della fierezza di appartenere ad una terra, ad un popolo, ad una storia. Ci danno l'esempio  - ha concluso Bagnasco - di un modo di vivere alternativo alla cultura diffusa, che tende a svalutare le appartenenze come se fossero sinonimo di chiusura, di condizionamento, di ripiegamento sul passato".