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ITALIA

"Ricevo 150 telefonate di minacce al giorno"

Marco Baldini: "Non gioco più ma sono perseguitato dai debiti, vivo braccato"

Il conduttore radiofonico svela i veri motivi del divorzio artistico da Fiorello, raccontando le conseguenze che il gioco d'azzardo ha portato nella sua vita

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Roma
Qualche giorno fa la rottura del soldaizio artistico con Fiorello che ha suscitato grande calmore. Oggi Marco Baldini si confessa e al Corriera della Sera racconta i motivi della sua scelta: "Non avevo scelta, Non devo e non posso andare a fare il programma. Non sono in grado di sostenere un ruolo impegnativo, ma soprattutto metterei a rischio le persone". Spiega il conduttore radiofonico che rivela di ricevere almeno 150 telefonate di minacce al giorno dai suoi ex creditori ma lui, assicura, ha smesso di giocare d'azzardo dal 2008.

Nell'intervista racconta la sua vita degli ultimi anni: Baldini dorme nella stanza di un amico. Lavora due ore al giorno. Per il resto vive braccato: "Dovrei lavorare tantissimo per poter pagare i debiti, ma non sono in condizioni di poter lavorare". Ha una grande preoccupazione, quella di non coinvolgere l'amico Fiorello: "Perché potrebbero arrivare lì e fare una piazzata tremenda. “Fuoriprogramma” non si registra in uno studio, ma in un bar in mezzo alla strada. Troppo pericoloso". Ma chi sono questi che li minacciano? "Non sono banditi, sono persone esasperate che rivogliono i loro soldi. Ricevo 150 telefonate al giorno, mi citofonano, mi stanno addosso. Non posso più lavorare".

Ma perchè il conduttore ha ancora tutti questi debiti? Baldini spiega che ne 2011, non lavorava: "Per due anni sono stato fermo perché Fiorello era fermo. E lì i debiti sono aumentati perché non avevo entrate. Ora non riesco più a far fronte a tutto". Ma c'è un rimpianto: "Era l’aprile del 1991. Avevo 40 milioni (di lire) di debito. Valerio, un amico di Cecchetto, me li ha prestati. Metà li ho usati per i debiti, metà li ho giocati. Da lì è nata tutta la tragedia. Quella è la pallina di neve che è diventata valanga. L’errore più grande della mia vita".