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ITALIA

San Gimignano (SI), dal 26 al 28 giugno

Bambini in pista per cambiare il mondo. "Circomondo", riflettori accesi sui diritti dell'infanzia

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di Carla Toffoletti

Rabia ha 11 anni e viene da Kabul. E’ la più brava giocoliera di tutto l’Afghanistan, con clavicole e palline fa cose straordinarie che lasciano a bocca aperta. Sguardo forte e serio, di una persona vissuta, Rabia a 5 anni ha incontrato il Circo Sociale e ha deciso che voleva diventare una giocoliera e che sarebbe stata anche la più brava. Difficile trovare una determinazione così forte in una bimba di soli 11 anni.

Cosa ti aspetti dal Circo? “Di avere una vita normale e colorata, una vita libera”. Il colore, che a noi sembra scontato , per      bimbi che vengono da realtà degradate e sofferenti è una conquista. “La guerra ha creato una vita in bianco e nero” racconta.  E’ cresciuta a Kabul, e anche se non ha vissuto direttamente i momenti peggiori della guerra, ne porta i segni. Famiglia povera,  rischiava una brutta fine. Entrando nel Circo sociale ha avuto la possibilità di studiare e di fare una vita normale. Come vedi il  mondo? Come luogo in cui acchiappare tutto quello che posso, un luogo dove cogliere opportunità. Col Circo Sociale  posso viaggiare, conoscere altri ragazzi, altri modi di vivere e questo mi fa sperare di poter cambiare anche le cose in  Afghanistan? Tu lo conosci il mio Paese? Sai come stanno le bambine lì?

 


Come pensi si possa vivere in un posto che si chiama Formicaio”. mi dice George, 17 anni , Rio de Janeiro. Viene appunto dal Formicaio, il posto in assoluto a più alta concentrazione in tutto il Brasile e l’America Latina, un livello di degrado spaventoso. “Vivevamo in 6 in una stanzetta e il cibo non era assicurato tutti i giorni. Dovevi procurartelo”. Il Circo sociale è stato l’occasione per fuggire da quel posto .ma anche di vedere un mondo diverso. George fa il clown e il mimo. “Se non incontravo il Circo non so se sarei vivo oggi. Mi ha salvato dalle gang, dalla colla, dalla polizia militare che entra e uccide” Cosa vuoi fare da grande? Voglio continuare a fare il circo e laurearmi alla Scuola Nazionale di Circo in Brasile.. Poi continuerò a lavorare lì per restituire parte di quello che a me è stato dato” Una sorta di riscatto sociale? “Più che di riscatto parlerei di salvezza , il Circo mi ha letteralmente strappato a una brutta fine”..


Arrivano dalle favelas di Rio de Janeiro, da un campo profughi palestinese a Beirut, da zone e quartieri socialmente difficili di Kabul, Valencia, Nairobi, Roma e Napoli: 20 giovani artisti, tra gli 11 e i 20 anni, scenderanno in pista durante Circomondo, Festival internazionale di circo sociale, che animerà San Giminiano , in provincia di Siena, da venerdì 26 a domenica 28 giugno, per Accendere i riflettori sul tema della violazione dei diritti di infanzia e dei minori nel mondo e sul recupero dei bambini di strada. Una tre giorni di arte circense e momenti di riflessione e confronto. Storie di vite in bilico. Bimbi spesso soggetti ai circuiti criminali, alla guerra, imparano a costruire giorno dopo giorno e con molta disciplina, una realtà alternativa per cambiare un destino scritto per loro. In comune hanno la grande passione per l’arte circense , la volontà e la voglia di riscattarsi. Un viaggio nel mondo attraverso il circo, ma anche un viaggio nel circo del mondo.

Circomondo, la cui prima edizione si è svolta a Siena nel gennaio 2012, nasce dall'esperienza maturata nel corso degli ultimi anni dall'associazione di cooperazione internazionale Carretera Central - in collaborazione con l’Arci e col contributo della Chiesa Valdese - nel circo sociale in Brasile, a Cuba e in altri Paesi del Sud del mondo. “Mi sono innamorato del Circo sociale perché è la combinazione perfetta tra arte e riscatto sociale da parte di tanti bambini e adolescenti che non vogliono vedersi rubare il proprio futuro da una guerra o da forme di ingiustizia sociale. -spiega il presidente di Carretera Central Adriano Scarpelli- Allestire un luogo in cui viene rappresentata la bellezza significa offrire ai ragazzi un’altra occasione. Arte, bellezza, passione, speranza e sacrificio si uniscono nelle loro singole storie e fanno riflettere sul fatto che non devono esserci bambini e adolescenti di serie B e che dobbiamo rendere questi ragazzi cittadini e persone complete, con i loro diritti e la loro vita. Non cambieremo il mondo con un Festival, ma crediamo che raccontando il lavoro di molti che nel mondo si battono per i diritti delle persone, in questo caso bambine e bambini, sicuramente avremo contribuito, seppure in minima parte, a cambiarlo davvero. Le piccole azioni possono mettere in moto grandi azioni, e nel loro piccolo queste sono azioni dirompenti”. L’associazione sta portando avanti un progetto di circo sociale anche ad Haiti, a Port-au-Prince e ha avviato un progetto di raccolta fondi on line (crowdfunding) grazie alla collaborazione con Distribuzioni dal Basso e il network di Banca Etica, per recuperare i ragazzi di strada sempre più numerosi dopo la tragedia del terremoto.Premio per chi contribuisce un naso rosso da clown. Quest’anno, spiega Scarpelli, discuteremo dei profughi , molti dei quali sono minori che scappano dalla guerra e dalla fame e chiedono risposte concrete. “La cultura è un’ opportunità di trasformazione sociale-insiste- nutre”. Nella prima giornata, venerdì 26 giugno, Circomondo ospiterà anche la tappa a San Giminiano della Carovana Internazionale Antimafie, iniziativa sulla legalità e l’antimafia sociale promossa da Libera, intitolata “Le periferie al centro”, e dedicata alla tratta degli esseri umani e allo sfruttamento del lavoro dei migranti, nuovo business della criminalità organizzata.. ..Come fate a lavorare con bimbi che parlano lingue diverse e spesso arrivando dal degrado e dalla periferia del mondo, parlano idiomi locali? Non è d’ostacolo al vostro lavoro? “Assolutamente no! Non so in che lingua comunichino i ragazzi tra loro, ognuno usa il proprio dialetto e il proprio idioma, ma comunicano in modo straordinario . Come facciano è un mistero”.