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ITALIA

Bufera sul pm Rossi

Banca Etruria, il procuratore di Arezzo si difende. Casini: "Lettera chiara ed esauriente"

"Tutto il resto afferisce a giudizi politici" aggiunge il presidente della Commissione Banche. Rossi è stato accusato di aver taciuto in commissione sul nuovo fascicolo aperto a carico di Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena. Intanto, M5S va all'attacco del Pd

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La lettera inviata dal Pm di Arezzo Roberto Rossi "fornisce una risposta chiara ed esauriente": è quanto afferma in una nota il presidente della Commissione Banche Pier Ferdinando Casini in merito al caso del padre di Maria Elena Boschi, precisando che "tutto il resto afferisce ai giudizi politici che ciascun Gruppo ha il diritto di formulare".

La missiva del procuratore di Arezzo a Casini nasce dalle polemiche di queste ore riguardo alla sua audizione in commissione, avvenuta giovedì scorso. Rossi è stato accusato di aver taciuto sul nuovo fascicolo aperto a carico di Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Maria Elena. Polemiche che hanno rinfocolato lo scontro sulle banche, con M5s subito all'attacco del Pd.

La lettera di Rossi a Casini
"Non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Boschi in relazione alle domande che mi venivano poste" dalla Commissione parlamentare. "Le domande hanno riguardato i fatti in oggetto e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati", scrive il Pm. Rossi nella lettera risponde alle accuse di aver "omesso notizie in merito a un presunto status di indagato di Pierluigi Boschi". Il magistrato avrebbe detto di ritenere tali addebiti "gravemente offensivi", e di aver risposto "a tutte le domande che mi sono state formulate senza alcuna reticenza né omissione". "Ho chiarito che l'esclusione di Boschi riguardava il processo per bancarotta attualmente in corso, mentre per gli altri procedimenti ho precisato che non essere imputati non significava non essere indagati. Null'altro mi è stato chiesto in merito".

M5s attacca il Pd
"Il Pd prima usa le banche per coltivare potere e clientele. Poi, quando le ha definitivamente scassate, lascia sul lastrico i risparmiatori". E quindi, sul blog di Beppe Grillo, accusa: "In questi giorni si è cercato di far credere (come se gli italiani fossero scemi) che Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena Boschi, fosse quasi un passante dalle parti della banchetta del giglio tragico. Si è detto che lui era senza colpe rispetto ai disastri dell'istituto e che tutta la responsabilità era della vigilanza" e che nonostante "Bankitalia abbia demeriti rilevanti" secondo i 5 Stelle "scaricare tutto il biasimo sulla vigilanza era ed è un'operazione risibile. Adesso sappiamo che papà Boschi è di nuovo indagato per falso in prospetto e accesso abusivo al credito assieme a tutto il cda 2011-2014 (lui poi divenne addirittura vicepresidente di Etruria dal maggio 2014, guarda caso due mesi dopo che la figlia era stata nominata ministro. Altro che passante). Si tratta - prosegue M5s - di un fascicolo che sarebbe scaturito dalle sanzioni comminate dalla Consob agli ex amministratori, nel settembre scorso, per 2,76 milioni di euro. Al centro dell'interesse degli inquirenti stavolta sono le due obbligazioni subordinate del 2013, che fruttarono 110 milioni" accusano i pentastellati. Quindi, concludono: "Il Movimento 5 Stelle aveva subito definito surreali le esultanze degli "yes men" del Pd pochi giorni fa, a seguito dell'audizione del procuratore capo di Arezzo, Roberto Rossi, in commissione di inchiesta sul sistema bancario. Oggi, alla luce delle notizie che abbiamo, gli starnazzamenti festanti appaiono addirittura grotteschi".

La ricostruzione della vicenda
C'è un nuovo fascicolo aperto dalla procura di Arezzo sulla ex Banca Etruria: secondo quanto appreso si tratterebbe di uno spezzone di indagine che riguarda la vendita di obbligazioni considerate rischiose ai clienti retail che non avrebbero avuto il profilo per acquisirle. Nel registro degli indagati ci sarebbero membri del cda della Banca presieduto da Giuseppe Fornasari tra cui, secondo quanto riporta dal quotidiano La Verità, anche Pier Luigi Boschi, padre del sottosegretario Maria Elena, che è stato all'epoca vicepresidente della banca, sebbene senza incarichi operativi.

L'apertura del fascicolo sarebbe scaturita dalle sanzioni comminate dalla Consob agli ex amministratori di Banca Etruria nel settembre scorso, per complessivi 2,76 milioni di euro. E riguarda il periodo 2012-2014, incentrato proprio sulle violazioni riscontrare nei prospetti informativi. La procura, sempre secondo quanto appreso, starebbe dunque valutando i profili penali relativi alle norme che puniscono il falso in prospetto e il ricorso abusivo al credito.

Sempre ieri è intervenuto il senatore Andrea Augello, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, ha annunciato di aver "inoltrato al presidente Casini, preannunciandogliela telefonicamente, una formale richiesta affinché venga accertata l'esistenza di un filone di indagine sulla denuncia della Consob riguardo alle falsificazioni dell'ultimo prospetto per l'emissione di obbligazioni subordinate di Banca Etruria.

Audizione Visco 15 dicembre, Padoan il 18 o 19
Intanto, si è appreso che le autorità di vigilanza e il ministro dell'Economia saranno auditi dalla commissione di inchiesta sulle banche tra la fine della settimana prossima e l'inizio di quella successiva. A confermarlo è stato il presidente della stessa commissione, Pierferdinando Casini, a margine del suo intervento a Roma Incontra. Il presidente della Consob, Giuseppe Vegas, sarà audito giovedì prossimo 14 dicembre, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco il 15 dicembre e il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, arriverà in commissione il 18 o il 19 dicembre.