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ECONOMIA

Il divario più ampio nelle coppie, e dopo i 40 anni

Banca d'Italia, ancora alto il divario di ricchezza tra uomini e donne: è del 25%

Diminuisce, ma resta ancora troppo ampio il divario di ricchezza nel nostro Paese tra uomini e donne. Lo dice uno studio della Banca d'Italia. Secondo la ricerca, gli uomini possiedono una ricchezza netta individuale superiore del 25% rispetto a quella delle donne, ben il doppio rispetto alla Francia. Il divario - precisa lo studio - si riduce in età giovanile per crescere poi dopo i 40 anni

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Il divario di ricchezza tra uomini e donne in Italia resta "significativo", sebbene in riduzione negli ultimi anni. A testimoniarlo è un 'Occasional paper' della Banca d'Italia curato da Giovanni D'Alessio, secondo cui gli uomini sono detentori di una ricchezza media netta maggiore di circa il 25% rispetto a quella delle donne.

Un gap, sottolinea l'autore, più che doppio rispetto al 12% registrato in Francia nel 2010. Nel dettaglio, la distanza nella ricchezza è molto più ampia per le attività finanziarie (35%) rispetto a quelle immobiliari (15%).

Tra le coppie, sposate o di fatto, le differenze sono ancora più larghe e il gap arriva al 50% nella ricchezza netta e al 43% per il real estate. Il divario si riduce tra i giovani, mentre tende a crescere oltre i 40 anni. A pesare sono anche i trasferimenti ereditari, spesso maggiormente favorevoli agli uomini.

L'autore osserva che questa differenza nella distribuzione della ricchezza, soprattutto all'interno delle famiglie, "non è necessariamente senza conseguenze". Il gap di genere, si legge nello studio, "può assumere importanza in termini di potere quando bisogna decidere su consumi e risparmi e può determinare altri comportamenti individuali all'interno del nucleo familiare".

La ricerca non manca di sottolineare come il divario possa essere attribuito a "differenze strutturali tra i generi in termini di età, titolo di studio, lavoro e reddito". E dunque, conclude lo studio, "quando si guarda alle politiche, ciò implica che la riduzione dei gap occupazionali, reddituali ed educativi dovrebbe condurre  a una riduzione, se non a un'eliminazione, delle differenze nella distribuzione della ricchezza".