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ECONOMIA

Crisi del credito

Banche, Visco: l' Europa non ha ascoltato la nostra battaglia

Lunga intervista al Corriere della Sera del governatore di Bankitalia che ripercorre le crisi bancarie degli ultimi anni, il lavoro della Vigilanza e l'incidenza delle politiche della Commissione Ue

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"Qual è la condizione essenziale da applicare nell'uso di risorse pubbliche in Paesi che non fanno parte di un'unione di bilancio? Io credo che un'unione di bilancio ci debba essere ma, finché questa manca, qual è il limite? In questo momento c'è un potere della Direzione generale della concorrenza di Bruxelles che è legittimo e ha obiettivi legittimi, ma bisognerebbe dimostrare che davvero gli indirizzi sin qui seguiti sono necessari per la tutela della concorrenza" e che "non mettono a rischio la stabilità del sistema finanziario: un bene primario della collettività che necessita di apposite politiche". Lo dice il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, in una lunga intervista al Corriere della Sera, dove ripercorre le crisi bancarie degli ultimi anni, il lavoro della Vigilanza e l'incidenza delle politiche della Commissione Ue.

"I dissesti, nei primi dieci anni del secolo", sono stati "un centinaio, per lo meno. E la Banca d'Italia li ha gestiti riportando alcune di queste banche in bonis o liquidandole senza toccare i creditori, e pochi se ne sono accorti" e "la Vigilanza ha lavorato con il massimo impegno utilizzando tutti gli strumenti a disposizione", afferma. Ricorda che quando è arrivata la Banking Communication della Commissione europea, che con il cosiddetto 'burden sharing', chiedeva di coinvolgere gli obbligazionisti subordinati prima degli aiuti pubblici, "manifestammo le nostre perplessità chiaramente in quella sede ma - afferma - non fummo ascoltati". Cosa dobbiamo aspettarci per Veneto Banca e la Popolare di Vicenza? "Ho fiducia che arriveremo in tempi brevi a una soluzione in linea con le regole europee e con le esigenze di stabilità finanziaria e di salvaguardia del risparmio", conclude.