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EUROPA

Trattative a Bruxelles

Bce, i candidati in corsa per il dopo Draghi: in testa Christine Lagarde, numero uno del Fmi

La rosa è ancora ampia e vede in lista 4 francesi, 3 tedeschi, 2 finlandesi e un olandese

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Salgono le quotazioni della francese Christine Lagarde, numero uno del Fmi, alla successione di Mario Draghi alla guida della Bce, prevista per i primi di novembre. Ma il toto-nomine è ancora tutto in salita e non è facile pronosticare chi sarà il presidente della banca centrale. La rosa dei possibili candidati è ancora ampia e vede in lista 4 francesi, 3 tedeschi, 2 finlandesi e un olandese.

Tra questi, oltre alla Lagarde, in pole position ci sono l'attuale numero uno della Bundesbank, Jens Weidmann e l'ex capo economista del Fmi, il francese Olivier Blanchard. Scegliere il 'papabile' è comunque molto difficile, essenzialmente per due motivi. In primo luogo per le qualità che vengono attribuite a Draghi, il quale unisce una rara competenza economico-finanziaria a non comuni doti politico-diplomatiche, a una straordinaria capacità di comunicare coi mercati e a una leadership naturale.

Mr. 'Whatever it takes", come è stato soprannominato per la famosa frase da lui pronunciata nel luglio 2012, con la quale ha messo in riga i mercati assicurando che la Bce "è pronta a fare tutto il necessario per preservare l'euro", non è facile da rimpiazzare. Inoltre, la nomina del nuovo capo della Bce va a incastrarsi in un 'puzzle' più complicato con la scelta dei nuovi vertici dell'Unione europea, a partire da quella del presidente della commissione.

I nomi che circolano sono molti e da mesi Parigi e Berlino stanno cercando di mettere il loro 'cappello' su quel posto. L'intesa al momento non c'è ma una cosa è certa: la poltrona di presidente della commissione esclude quello di capo della Bce, in altre parole: una sola nazione non può avere due incarichi così importanti. Detto questo vediamo ora, più nel dettaglio, il profilo dei 10 possibili successori di Draghi.

Christine Lagarde, la dama del Fondo
L'attuale direttore del Fondo Monetario Internazionale, 63 anni, è l'unica candidata donna, ha un profilo economico di grande spessore e consentirebbe a Emmanuel Macron, che pure non la considera il suo candidato preferito, di piantare la bandiera francese a Francoforte, nel caso in cui i tedeschi dovessero ottenere l'incarico di Bruxelles. Inoltre, la sua uscita dal Fmi potrebbe aprire la porta del potente Fondo monetario a Draghi, il quale non pare essere interessato a incarichi politici in Italia o all'estero, molto probabilmente si prenderà almeno un anno di 'pausa' per studiare e insegnare, ma non è detto che di fronte alla possibilità di approdare al Fmi, non possa essere tentato.

Jens Weidman, il falco tedesco
50 anni, presidente della Buba, è considerato il 'super-falco' della Bce, cioè l'anti-Draghi per eccellenza, il nemico delle 'colombe'. E' così almeno dal 2011, cioè da quando, opponendosi alle politiche espansive di Draghi, Weidmann ha incarnato il ruolo del difensore delle politiche del rigore e del paladino dei risparmiatori tedeschi, i quali accusano Draghi e i suoi tassi sotto zero di averli impoveriti. Per lui, per quanto ultimamente abbia cercato di scrollarsi di dosso questo ruolo, è molto difficile cancellare questa immagine di 'falco' che lo contraddistingue, che lo rende molto popolare tra i risparmiatori tedeschi ma che, nel contempo, lo rende un candidato inadatto a guidare la Bce nel segno della continuità e, soprattutto, indigesto ai Paesi dell'Europa meridionale.

Klaus Regling, il tedesco di riserva
Molti lo considerato l'alternativa tedesca a Weidmann. E' il direttore dell'Esm, il meccanismo di stabilità, il cosiddetto Fondo Salva Stati. Tuttavia le sue competenze, le sue radici socialdemocratiche e l'età (in ottobre compie 69 anni) lo rendono poco adatto a ricoprire un incarico impegnativo e che dura 8 anni, come quello di presidente della Bce.

Olivier Blanchard, la colomba francese
Economista di fama internazionale, ha insegnato ad Harvard e dal 2008 al 2015 è stato capo economista del Fmi. E' sicuramente una 'colomba', come dimostrano le sue proposte di 'rilassare' le regole Ue, in particolare il vincolo di deficit al 3% e quella di debito al 60% del Pil per "garantire ai governi più libertà di stimolare la domanda attraverso le politiche fiscali". Anche Blanchard, che compirà 71 anni a dicembre, ha dalla sue il limite dell'età.

Francois Villeroy De Galhau, il francese più tedesco
Anche lui francese, 60 anni, è dal 2015 il Governatore della Banca di Francia (nominato da Francois Hollande), ex Chief Operating Officier di Bnp Paribas, dal 2011 al 2015, il che lo rende un uomo molto viciono alle banche. E' considerato un candidato molto politico e poco tecnico, molto vicino in questo allo spagnolo de Guindos, attuale vice presidente della Bce ed ex ministro dell'Economia del governo di Madrid. Villeroy è sicuramente una colomba, ma è anche il francese più vicino alla Germania, anche per la sua padronanza della lingua tedesca.

Benoit Couré, l'architetto del Qe
Dei tre francesi è quello che piace di più a Mario Draghi. Economista, 50 anni, è capo economista della Bce e dal 2011 è membro dell'esecutivo dell'istituto. E' considerato l'architetto del Qe, il programma di acquisto titoli. Ha un buon fiuto politico ed è considerato un super-esperto, dotato di grande preparazione tecnica. Tuttavia per la sua candidatura esiste un grave problema legale: i membri dell'esecutivo dell'istituto non possono essere rieletti.

Erkki Liikkanen, il candidato di "compromesso"
Finlandese, a settembre compirà 69 anni e dunque ha gli stessi anni di Regling e i suoi stessi problemi d'età. Molti lo considerano un buon candidato di compromesso tra 'falchi' e 'colombe'. Negli anni Ottanta è stato segretario del Partito Socialdemocratico e ministro, dal 1990 al 1994 capo missione presso l'Unione europea, dal 1995 al 2004 commissario europeo per il bilancio, dal 2004 al 2018 governatore della Banca di Finlandia. Nel 2012 ha presieduto il gruppo di esperti per la riforma della struttura del settore bancario dell'Unione europea.

Olli Rehn, l'ex commissario europeo
Anche lui finlandese, 57 anni, liberale, dal 2018 presidente della banca centrale finlandese, con un passato di manager delle crisi, avendo ricoperto il ruolo di commissario Ue, responsabile dell'euro durante la crisi del debito sovrano europeo. Durante la crisi greca ha svolto un ruolo di 'falco', tuttavia non avrebbe problemi a indossare i panni della 'colomba' e per questo c'è chi dice che piaccia molto a Draghi. Conosce bene il sistema bancario finlandese.

Klaas Knot, tra Francia e Germania
Olandese, 52 anni, dal 2011 presidente della banca centrale olandese, considerato anch'egli un possibile candidato di compromesso nello scontro tra Germania e Francia.