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ECONOMIA

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Bce, è il giorno del "Quantitative easing": oggi il voto sul "bazooka" per rilanciare l'economia

Il consiglio della Banca Centrale Europea si esprimerà sul piano voluto dal presidente Mario Draghi. La Bce potrebbe varare un piano di acquisti di titoli di Stato da 1100 miliardi fino al 2016

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Il presidente della Bce, Mario Draghi
Francoforte
Il momento della verità è arrivato e l’attesa è sempre più alta. Oggi il consiglio della Banca Centrale Europea si esprimerà sul “Quantitative Easing”, il piano di acquisti di titoli di Stato proposto dal presidente Mario Draghi per contrastare il rischio di deflazione nell’Eurozona e rilanciare l’economia. Secondo le ultime indiscrezioni, potrebbero essere messi sul piatto 1100 miliardi di euro fino al 2016, il doppio delle attese degli analisti.

Gli obiettivi del Quantitative Easing 
Si tratta del “bazooka” di cui si parla da settimane. La Bce vuole far calare i rendimenti dei titoli incoraggiando prestiti e investimenti e far deprezzare l’euro per aumentare l’inflazione e la competitività dell’Eurozona. Non può però ricorrere alla riduzione dei tassi di interesse, già prossimi allo zero, e dunque potrebbe puntare su questo strumento non convenzionale di politica monetaria. Acquistando titoli e obbligazioni, immetterebbe liquidità nel sistema ampliando la quantità di moneta in circolazione.  

Un piano da 50 miliardi al mese 
Mario Draghi avrebbe fatto arrivare ai consiglieri della Banca centrale europea un piano che prevederebbe 50 miliardi di euro al mese di acquisti di bond, a partire da marzo e fino al termine del prossimo anno. Se gli obiettivi sulla ripresa dell’inflazione e sulla ripartenza dell’economia dovessero essere raggiunti in anticipo, l’operazione potrebbe essere interrotta. La scelta di puntare su una cifra al di sopra delle attese sarebbe un modo per ottenere un effetto sorpresa capace di far scendere ulteriormente i tassi di mercato e l’euro.

Le perplessità della Germania
Il Quantitative Easing non piace soprattutto alla Germania, che teme che l'intervento della Bce provochi un allentamento degli sforzi di riforma dei Paesi più indebitati. Per andare incontro alle perplessità degli oppositori, una delle ipotesi in discussione è accollare sui bilanci delle banche centrali nazionali, anziché dell'intera Bce, almeno una parte del rischio dei titoli comprati.

Le posizioni all'interno del consiglio Bce 
La discussione va avanti da mesi e la tessitura diplomatica è proseguita anche ieri sera, durante una cena di lavoro. Per Draghi è importante contenere il dissenso e ottenere un’approvazione a larga maggioranza. I membri votanti sono 21 su 25 totali. È quasi scontato il voto contrario del consigliere tedesco Jens Weidmann, che dovrebbe poter contare almeno su altri due oppositori al Quantitative Easing: la tedesca del comitato esecutivo Sabine Lautenschlaeger e Klaas Knot della Banca d'Olanda. In forse il lussemburghese Yves Mersch, sempre del comitato esecutivo, mentre fra gli scettici, in bilico, vi sarebbero i governatori di Lettonia, Lituania, Lussemburgo e Slovacchia. È su questi che il presidente della Bce sta esercitando il massimo della sua capacità persuasiva per non presentarsi davanti ai mercati con un consiglio all’apparenza quasi diviso in due.