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MONDO

Libano

Beirut, esplosioni al porto: oltre 135 morti e 5mila feriti

Più di 100 i dispersi. Oltre 300mila persone senza casa. Le deflagrazioni causate da 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Trump: "Dirigenti militari Usa pensano a un attacco". La Francia invia medici e materiale sanitario. Mattarella a Aoun: "Cordoglio e profonda tristezza". Papa Francesco prega per il Libano: "Ora aiuto da comunità internazionale". Rinviato il verdetto sull'omicidio Hariri atteso per il 7 agosto. Quattro ex premier libanesi chiedono inchiesta internazionale

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Sono oltre 135 i morti e più di 5.000 i feriti per le esplosioni avvenute ieri nel porto di Beirut, in Libano, e causate da circa 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio presenti in un deposito. E' quanto ha riferito oggi la Croce rossa, citata dal sito libanese Daily Star. Ma il bilancio potrebbe essere più pesante, avvertono le autorità: secondo il governatore della città, Marwan Abboud, citato dai media, i dispersi sono più di 100.

Rinviato il verdetto sull'omicidio Hariri atteso per 7 agosto 
Il Tribunale speciale dell'Onu per il Libano ha annunciato il rinvio della lettura della sentenza nel processo ai quattro uomini, militanti del movimento sciita libanese Hezbollah, accusati di aver partecipato nel 2005 all'assassinio dell'ex premier libanese Rafic Hariri. La decisione è stata presa in seguito alle esplosioni a Beirut. Il verdetto doveva essere letto venerdì ed è stato rinviato al 18 agosto "per rispetto per le innumerevoli vittime", ha dichiarato il tribunale.

Tre giorni di lutto nazionale
Ieri il presidente libanese Michel Aoun ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale al termine della riunione del Consiglio di difesa, durante il quale il premier Hassan Diab ha definito "inaccettabile che un carico di nitrato di ammonio, stimato in 2.750 tonnellate, sia stato presente per sei anni in un deposito, senza misure di precauzione". Le esplosioni avvenute ieri sera sono state registrate dai sismografi come un terremoto di magnitudo 3.3, secondo i dati del servizio geologico statunitense Usgs. La magnitudo riportata non è comunque direttamente paragonabile a un sisma di dimensioni simili, essendo l'esplosione libanese avvenuta in superficie (al contrario di un'onda sismica). Oggi a Beirut, una riunione del gabinetto d'emergenza.

Ufficiali autorità portuale Beirut agli arresti domiciliari
​Il Libano ha posto tutti gli ufficiali dell'autorità portuale di Beirut agli arresti domiciliari in attesa di un'indagine sull'esplosione di ieri. La decisione è stata presa durante una riunione d'emergenza del governo. L'esercito libanese, riferisce la Bbc, supervisionerà gli arresti domiciliari mentre le indagini saranno in corso.Il capo della dogana Badri Daher ha dichiarato a LBCI TV che la sua agenzia aveva ripetutamente chiesto che il nitrato di ammonio venisse rimosso dal porto, ma "ciò non è accaduto": "lasciamo agli esperti determinarne i motivi", ha aggiunto.

Capo Dogana: "Informammo 6 volte autorità su nitrato ammonio"
La magistratura libanese venne informata sei volte sulla pericolosità del nitrato di ammonio presente nel porto di Beirut dal 2014, con la richiesta da parte delle autorità doganali del via libera alla sua esportazione, ma l'autorizzazione non venne mai concessa. E' quanto ha denunciato oggi il direttore delle autorità doganali libanesi, Badri Daher, parlando all'emittente LBCI all'indomani delle potenti esplosioni che hanno devastato Beirut, causando oltre 100 morti e 4.000 feriti. Il premier ha definito ieri "inaccettabile" la presenza in un deposito del porto di circa 2.750 tonnellate di nitrato di ammonio. Daher ha precisato che vicino al nitrato c'erano i fuochi d'artificio dove è scoppiato l'incendio che ha poi innescato le esplosioni.

Governatore Beirut: 3-5 miliardi di danni e oltre 300mila persone senza casa
Oltre 300mila persone sono rimaste senza casa a seguito delle esplosioni di ieri al porto di Beirut. Lo ha detto il governatore della città, Marwan Abboud, precisando che, secondo una prima stima, i danni materiali ammontano a oltre tre miliardi di dollari. Lo scoppio ha causato gravi danni in circa la metà del territorio cittadino. I soccorritori sono al lavoro per fornire rifugi, cibo e acqua ai sopravvissuti. Tra le vittime si contano anche 10 vigili del fuoco, ha aggiunto Abboud. Il sindaco della città, Jamal Itani, ha riferito che è attivato un numero verde e le autorità lavoreranno per aiutare gli abitanti che hanno perso l'abitazione.

Beirut: quattro ex premier chiedono inchiesta internazionale
Quattro ex primi ministri libanesi hanno chiesto in una dichiarazione congiunta che sia una commissione d'inchiesta internazionale ad appurare le cause delle due gigantesche esplosioni di ieri nel porto di Beirut. Lo riferisce il sito del quotidiano libanese An Nahar. I quattro ex capi di governo, Saad Hariri, Najib Miqati, Fouad Saniora e Tammam Salam, affermano che la città di Beirut, dopo avere "sofferto per oltre quattro decenni per una catena infinita di distruzioni e abusi, è colpita da una catastrofe che poteva essere evitata se non fosse stato per l'assenza di leadership". Per questo ritengono necessario chiedere alle Nazioni Unite o alla Lega Araba di formare una commissione d'inchiesta internazionale araba, composta da giudici e investigatori "che siano professionali e imparziali per scoprire le circostanze e le cause della catastrofe". "Allo stesso tempo - si aggiunge nella dichiarazione - gli ex primi ministri fanno appello a tutte le agenzie del porto perché lavorino insieme per preservare la scena del crimine e assicurare che non sia inquinata".

Quando Nasrallah profetizzava attacco a magazzini nitrato di Haifa
Sono parole profetiche, ma al contrario, quelle pronunciate da Hassan Nasrallah nel 2016 e che oggi  vengono ricordate. Il leader del partito sciita libanese di Hezbollah spiegava gli ipotetici effetti di un attacco delle sue milizie al porto israeliano di Haifa. "La bomba atomica di cui parlo è quando un paio dei nostri missili colpiscono i magazzini di ammonio del porto di Haifa e questo produrrà lo stesso effetto di una bomba atomica", spiegava. "Quando i missili colpiranno i magazzini, in un'area con 800mila persone, i morti  saranno decine di migliaia", concludeva Nasrallah. Tra le ipotesi che si tracciano, come rivelato da fonti di intelligence occidentali consultate dall'Adnkronos, c'è anche quella che il magazzino esploso ieri a Beirut celasse un deposito di armi  delle milizie sciite libanesi.
 
Rinviato discorso Nasrallah
Hezbollah parla di "tragedia  nazionale" e annuncia il rinvio a data da destinarsi del discorso  televisivo che il leader degli sciiti libanesi, Hassan Nasrallah  avrebbe dovuto pronunciare stasera. In un comunicato diffuso dopo la  devastante esplosione di Beirut, il partito ha offerto il proprio cordoglio ed offerto il proprio aiuto per fronteggiare il "grave disastro", spiegando che il discorso di Nasrallah è rinviato per onorare il lutto nazionale.



Allarme per le tossine presenti nell'aria
A provocare le esplosioni che hanno dilaniato Beirut, nel Libano, è stato un carico di nitrato di ammonio di oltre 2700 tonnellate che era conservato in un magazzino nei pressi del porto dopo esser stato confiscato sei anni fa. Il ministro degli interni Mohammed Fahmi ha riferito spiegando che da una prima ricostruzione il nitrato di ammonio sarebbe stato posizionato nel magazzino dopo esser stato sequestrato da una nave mercantile nel 2014. Testimoni hanno riferito di aver visto una nuvola arancione come quella che appare quando viene rilasciato gas tossico di biossido di azoto dopo un'esplosione che coinvolge nitrati e nel Paese è forte la preoccupazione anche per le tossine presenti ora nell'aria.

Il ministro della salute libanese Hamad Hasan ha consigliato a chiunque possa di andare via da Beirut. Hasan - citato dai media locali - ha affermato che i materiali pericolosi sprigionatisi nell'aria dopo le deflagrazioni potrebbero avere effetti a lungo termine mortali.

Ospedali distrutti, pazienti trasferiti
Tre ospedali di Beirut sono stati "completamente distrutti" e altri due "parzialmente distrutti" dalle devastanti esplosioni di ieri nella capitale libanese . Lo ha confermato ad al-Jazeera Mirna Doumit, presidente dell'Ordine degli infermieri di Beirut. "Abbiamo dovuto trasferire i pazienti in altri ospedali - ha detto - Altri due ospedali sono parzialmente distrutti. E' una catastrofe".

"Serve l'aiuto internazionale"
"Abbiamo stilato liste di aiuti e le abbiamo inviate a diversi Paesi: gli ospedali da campo saranno una soluzione adeguata e rapida perché i nostri depositi sono stati gravemente danneggiati", ha detto il ministro della Salute chiedendo aiuto alla comunità internazionale per far fronte all'emergenza causata dalle due potenti esplosioni. In una dichiarazione all'emittente LBCI, il ministro ha rimarcato l'impellente necessità di ricevere aiuti: "Abbiamo bisogno di ogni cosa per soccorrere i feriti e le vittime: qui manca praticamente ogni cosa".

Mattarella a Aoun: "Cordoglio e profonda tristezza"
"Ho appreso e seguo con profonda tristezza la notizia delle esplosioni verificatesi a Beirut nelle ultime ore. Nel farmi interprete dei sentimenti di vicinanza e solidarietà del popolo italiano, desidero farle pervenire le espressioni del più sentito cordoglio dell'Italia tutta e porgerle, anche a nome mio personale, le più sincere condoglianze". Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al Presidente della Repubblica Libanese, Michel Aoun. "In questa dolorosa circostanza - prosegue - ci stringiamo con affetto all'amico popolo libanese. Il nostro pensiero va alle numerosissime vittime della terribile tragedia e alle loro famiglie, mentre con viva speranza auguriamo ai feriti un pronto e completo ristabilimento".

Console a Roma: "Una catastrofe per il popolo e le istituzioni"
Una ''catastrofe per il popolo e le  istituzioni del Libano'', una ''tragedia'' che riguarda un Paese che  già ''sta affrontando una grave crisi economica aggravata dal coronavirus''. Così il console libanese in Italia, Queen Maryl Salame Ghayad, descrive le esplosioni che hanno colpito ieri Beirut. "Non sappiamo quale sia il reale bilancio delle vittime in quanto ci sono molte persone che risultano ancora disperse a causa di questa grande esplosione'', ammette, sottolineando poi che "i libanesi hanno attraversato situazioni molto difficili e hanno un forte spirito di sopravvivenza''.

Papa Francesco prega per il Libano: "Ora aiuto da comunità internazionale"
"Ieri a Beirut nella zona del porto delle fortissime esplosioni hanno causato decine di morti e migliaia di feriti e molte gravi distruzioni. Preghiamo per le vittime e i loro familiari e preghiamo per il Libano, perché con l'impegno di tutte le sue componenti sociali politiche e religiose possa affrontare questo momento così tragico e doloroso e con l'aiuto della comunità internazionale superare la grave crisi che sta attraversando".

Patriarca di Antiochia: "Aiutateci"
È "un appello agli Stati del mondo"quello che il card. Bechara Boutros Rai, patriarca d'Antiochia e di tutto l'Oriente, presidente dell'Assemblea dei patriarchi e vescovi cattolici del Libano, lancia all'indomani della"misteriosa esplosione" che ha squarciato la capitale Beirut. "Beirut è una città devastata - scrive il cardinale nel suo appello inviato al Sir - è una catastrofe". Il patriarca maronita parla di "una scena di guerra senza guerra". Il cardinale libanese si rivolge a tutti gli Stati del mondo "per fornire aiuti immediati necessari a salvare la città di Beirut".

Oms: 23 tonnellate di aiuti a Beirut
L'Organizzazione mondiale della sanità ha annunciato che sta preparando 23 tonnellate di aiuti umanitari nel suo magazzino di Dubai da inviare a Beirut dopo le devastanti esplosioni di  ieri nel porto della città.

Ue attiva meccanismo protezione civile e Copernicus
L'Unione europea ha attivato il meccanismo di protezione civile europeo per dare assistenza alle autorità libanesi e ha messo a disposizione il suo sistema di mappatura satellitare Copernicus per aiutare le autorità libanesi a valutare l'entità del danno. Lo ha annunciato il commissario europeo alla gestione delle crisi, Janez Lenarcic. "Condividiamo lo shock e il dolore della gente di Beirut a seguito dell'esplosione che ha causato molte vittime e molti altri feriti - ha detto il commissario Ue - le nostre condoglianze vanno a tutti coloro che hanno perso i propri cari. In questo momento difficile, l'Unione europea offre il suo pieno sostegno al popolo libanese. Come prima risposta immediata, il meccanismo di protezione civile dell'UE è stato attivato su richiesta delle autorità libanesi".   

Lenarcic ha aggiunto che il meccanismo di protezione civile dell'UE sta attualmente "coordinando lo spiegamento urgente di oltre 100 vigili del fuoco altamente qualificati, con veicoli, cani e attrezzature, specializzati nella ricerca e nel salvataggio. Lavoreranno con le autorità libanesi per salvare vite sul terreno. Esprimiamo la nostra solidarietà al Libano e al popolo libanese e siamo pronti a mobilitare ulteriori aiuti", ha concluso.

Un militare italiano tra i feriti
Un militare italiano è rimasto ferito in modo non grave in seguito alle esplosioni avvenute a Beirut, mentre altri sono sotto osservazione perché in stato di choc. Il militare fa parte di un'unità del contingente italiano in Libano. "A Roberto e alla sua famiglia vada l'abbraccio di tutta la comunità bitontina e pugliese". È quanto scrive in un post pubblicato su Facebook Michele Abbaticchio, sindaco di Bitonto (Bari) paese in cui risiede il militare Roberto Caldarulo. "Non riesco neanche a immaginare cosa abbiano provato e quali devastanti ricordi resteranno nella memoria di questo terribile evento", aggiunge il primo cittadino e conclude: "Vi siamo vicini". Caldarulo che ha 40 anni e vive nella frazione bitontina di Palombaio con la sua famiglia, è un caporal maggiore e ha una lunga esperienza in aree di crisi. Le sue condizioni non sono gravi.



Gravi danni all'ambasciata australiana
L'ambasciata australiana a Beirut è stata danneggiata "in modo significativo" dalle devastanti esplosioni che ieri hanno riportato il terrore nella capitale libanese. E' stato il  premier australiano Scott Morrison a confermare, come riportano i media australiani, che la rappresentanza diplomatica - a circa 1,8 km  dal luogo delle deflagrazioni - è stata "colpita in modo  significativo". "Possiamo dire che tutto il personale sta bene, ma  l'edificio dell'ambasciata è significativamente compromesso", ha aggiunto. Tra le vittime delle esplosioni c'è anche un cittadino australiano.

Ambasciata tedesca: feriti i dipendenti, "non escluse altre vittime"
Alcuni dipendenti dell'ambasciata tedesca a Beirut sono rimasti feriti nelle devastanti esplosioni che hanno scosso ieri il porto della capitale libanese. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri di Berlino, secondo cui "ci sono stati dei  feriti tra il personale dell'ambasciata". "Tenuto conto dei danni considerevoli nella zona urbana di Beirut - ha sottolineato - non  possiamo escludere per ora che altri cittadini tedeschi possano essere tra i morti ed i feriti". Il ministero precisa poi che la sede dell'ambasciata, che si trova non lontano dal porto, è stata danneggiata, ma "la gravità dei danni non è ancora stata valutata". La cancelliera Angela Merkel, attraverso la sua portavoce Ulrike Demmer, si è detta "sconvolta" per l'incidente di ieri e ha assicurato "sostegno al Libano".

Trump: dirigenti militari Usa pensano a attacco 
Dirigenti militari Usa pensano che l'esplosione a Beirut sia stata un attacco, una bomba di qualche tipo: lo ha detto Donald Trump in una conferenza stampa alla Casa Bianca. "Gli Usa aiuteranno il Libano" ha detto poi il presidente degli Stati Uniti. 

Fonti Pentagono smentiscono Trump, nessun attacco
A Beirut non c'è stato un attacco terroristico: così - secondo la Cnn - fonti del Pentagono smentiscono le affermazioni di Donald Trump che nelle ore successive alle esplosioni nella capitale libanese aveva parlato di "terribile attentato".  Almeno secondo tre funzionari del Dipartimento della difesa sentiti dalla emittente televisiva ma che hanno voluto rimanere nell'anonimato, "non ci sono indicazioni di attori nella regione interessati in questa fase a un attacco di così vasta portata".

Francia invia medici e materiale sanitario
La Francia invierà un distaccamento di sicurezza civile e "diverse tonnellate di materiale sanitario" a Beirut. Lo ha annunciato il presidente francese Emmanuel Macron su Twitter.  "Medici di emergenza raggiungeranno inoltre Beirut il prima possibile per rafforzare gli ospedali. La Francia è già impegnata", ha aggiunto il capo dello Stato. Macron aveva già assicurato ieri sera al suo omologo libanese Michel Aoun il sostegno della Francia e aveva annunciato la consegna di "aiuti e risorse francesi" a Beirut.

Feriti 21 francesi, la procura di Parigi apre inchiesta
La Procura di Parigi ha annunciato di aver aperto un'inchiesta per "lesioni non volontarie" dopo le esplosioni che hanno devastato Beirut facendo più di cento morti e 4.000 feriti. Fra questi ultimi  ci sono 21 cittadini francesi. "Con il primo bilancio abbiamo rilevato che ci sono 21 persone di nazionalità francese tra i feriti delle esplosioni. A titolo di competenza su fatti accaduti all'estero, l'Unità Incidenti Collettivi della Procura della Repubblica di Parigi sta conducendo un'indagine sulle accuse di lesioni involontarie", si legge in una nota.