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SALUTE

I motivi della bellezza

Belle e giovani per sempre, ma continua a vincere il potere maschile

Le radici del nostro concetto di bellezza, gli sforzi per restare avvenenti a qualunque età, ma alla fine potere e soldi vincono su tutto, nel gioco della seduzione. Colloquio di Paola Balzarro con Gian Luigi Bravo, docente di antropologia all’Università di Torino 

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Gian Luigi Bravo, docente di antropologia all’Università di Torino
Professore come è cambiato il concetto di bellezza, negli ultimi anni?
Ovviamente si può parlare di bellezza in riferimento a molti oggetti d’interesse, penso a quella naturale, a quella artistica e a quella umana. 
Mi limito ad osservare che a mio avviso oggi ci sia più cura per le bellezze naturali e paesaggistiche o almeno un tentativo di meglio difenderle; quanto all’arte, quale è fruibile in mostre, centri urbani, musei, mi pare che riceva maggior attenzione da un pubblico più vasto; in particolare assistiamo ad una fioritura di musei etnoantropologici e locali nei quali la fruizione dell’aspetto estetico dei reperti esposti si fonde con l’interesse per i contesti esotici, quali ad esempio i musei di arte africana o asiatica, tra gli altri il nuovo MAO di Torino, come pure per il nostro mondo contadino tradizionale.
Ma veniamo alla bellezza umana. Per quanto ce la rappresentano i media, la televisione, i diversi periodici, è ovvio che si tratta nell’assoluta maggioranza dei casi di quella femminile; una presenza costante, sempre più seduttiva, con una crescita della componente esibizionistica che in certe sfilate di dive è quasi una corsa ad inseguimento a chi sfoggi il costume più osé e più si scopra agli occhi degli spettatori. Bisogna però aggiungere che negli anni più recenti anche corpi maschili sono valorizzati ed esibiti, lanciano messaggi pubblicitari e si presentano al pubblico: le loro forme vengono valorizzate, oltre che con accurate depilazioni e cure di bellezza, con un largo uso dei tatuaggi, sempre più di moda fra i giovani.

Possiamo parlare di un concetto di bellezza ormai globalizzato o esistono variabili significative nei diversi Paesi?
La mia impressione è che il tipo di bellezza femminile di cui ho appena detto si sia globalmente affermato a partire dall’Occidente, a parte i paesi dove per motivi religiosi si impone alla donna di velarsi e celarsi.

Come spiega il successo di alcuni tipi di chirurgia plastica oggi molto diffusi tra le donne, a cominciare da labbra e zigomi gonfiati? In giro nessuno li difende, se ne sente parlare malissimo, sembrerebbe quasi uno stereotipo negativo, eppure continuano ad aumentare….
Penso che il successo delle labbra gonfiate e simili dipenda sostanzialmente da quello del modello seduttivo ed esibizionistico globalizzato, con l’evidente richiamo sensuale delle labbra carnose e ben disegnate. Quindi paiono abbastanza vane le critiche in mancanza di immagini alternative affermate e diffuse.

La fobia dell’invecchiamento, in particolare tra le donne, pare sempre più diffusa. Perché fra i maschi è possibile trovare vecchi (e vecchissimi) considerati attraenti, da Clint Eastwood a Sean Connery, mentre le donne con rughe e capelli grigi non sono quasi mai proposte come esempio di fascino? In che rapporto è tutto questo con le strutture del potere?
In una società che sta invecchiando il rimanere giovani, gradevoli, slanciati e senza i segni dell’età, diventa al tempo stesso una diffusa ossessione e quasi un dovere: e così fioriscono palestre, programmi di cultura fisica, diete, centri di bellezza, e ovviamente la chirurgia estetica – anche se comincia timidamente a manifestarsi un attenzione agli anziani addirittura con film che li vedono protagonisti.  Direi che nel quotidiano la fobia dell’invecchiamento colpisce più le donne ma in buona misura anche gli uomini. Questi ultimi però sono in grado di sfruttare per il loro successo anche sessuale quel forte elemento di attrattiva che risultano avere il potere e il peso economico. Nella misura in cui vi accederanno sempre più anche le donne la situazione è destinata a complicarsi, favorendo forse giovani uomini che presentino elementi di fascino del tipo di quelli femminili.

Da tempo trovano spazio anche modelli di bellezza alternativi. Dalla valorizzazione della varietà etnica al successo delle modelle curvy, alle ragazzi “normali”, acqua e sapone, preferite in alcune pubblicità di prodotti per la cura estetica. E’ solo una sorta di controcanto minoritario, oppure stiamo effettivamente andando verso una bellezza al plurale?
Per ora questi modelli alternativi mi sembrano ancora piuttosto minoritari. A parte la valorizzazione della diversità etnica che può contribuire ad arricchire il modello seduttivo. Quanto alle modelle curvy, le direi una risposta anche commerciale alla persistente presenza di donne “normali” che non sottostanno al modello esile e androgino dominante.