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MONDO

Merkel: speriamo in rapido arresto del responsabile

Berlino, Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime. Un video mostra Amri a Berlino dopo l'attentato

Il terrorista è stato ripreso vicino a una moschea poi perquisita dalla polizia. Trovate le sue impronte digitali all'interno del tir usato per la strage. Quando era in carcere in Italia, minacciò un detenuto cristiano: "Ti taglio la testa"

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Fabrizia Di Lorenzo
Anis Amri, il tunisino ricercato per la strage al mercatino di Natale a Berlino, è stato filmato dalle autorità di sicurezza 8 ore dopo l'attentato. Il terrorista era di fronte all'associazione-moschea "Fussilet 33", nel quartiere di Moabit della capitaletedesca, moschea perquisita oggi dalla polizia. Lo rivela la tv pubblica Rbb sul suo sito, mostrando immagini di una telecamera. 

Angela Merkel: fiera della reazione dei tedeschi 
La cancelliera tedesca Angela Merkel ha cercato oggi di rassicurare l'opinione pubblica dicendo di sperare in un "rapido" arresto del tunisino sospettato dell'attentato al mercatino di Natale di Berlino, nel quale sono morte 12 persone.

La polizia, che è stata criticata per aver lasciato scappare Anis Amri, richiedente asilo tunisino di 24 anni, ha ritrovato sul camion che è stato lanciato contro la folla le impronte digitali dell'uomo. Questo, secondo il ministro dell'Interno Thomas de Maizière, non lascia margini di dubbio sul fatto che sia implicato nella strage di lunedì.

Oggi sono state effettuate molte perquisizioni, ma non hanno portato alcuna traccia concreta che permetta di trovare l'uomo che si nasconde da circa 72 ore. L'attentato, rivendicato dall'Isis, ha fatto 12 morti, sei dei quali tedeschi, un polacco, un'italiana e un'israeliana.

Dopo una visita al quartier generale degli inquirenti, Merkel ha detto di sperare in un "rapido arresto" dell'uomo, lodando "il lavoro altamente professionale...senza intoppi" di chi indaga.

La cancelliera si è detta anche "molto fiera" della "calma" dei tedeschi, che non hanno ceduto al panico dopo l'attentato più sanguinoso che abbia conosciuto il Paese.

Il cordoglio per la morte di Fabrizia Di Lorenzo
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Angelino Alfano, ha confermato che tra le vittime dell'attacco di Berlino c'è l'italiana Fabrizia Di Lorenzo. "La magistratura tedesca, così come ha comunicato il ministero degli Affari Esteri della Germania, ha esaurito le verifiche necessarie e purtroppo, ormai, c'è la certezza che, fra le vittime, c'è l'italiana Fabrizia Di Lorenzo. Sono affettuosamente vicino alla famiglia e ai suoi cari, condividendone l'immenso dolore", fa sapere il ministro in una nota.

Dolore è stato espresso anche dal premier Paolo Gentiloni che scrive - su twitter - "l'Italia ricorda Fabrizia, cittadina esemplare uccisa dai terroristi. Il Paese si unisce commosso al dolore della famiglia". Poi il premier, in occasione della cerimonia per il completamento dei lavori della Salerno-Reggio Calabria, dice: Fabrizia Di Lorenzo "è il simbolo di una generazione italiana che si è data da fare, avendo successo nello studio, nel lavoro, in Italia spesso, talvolta all'estero: è una generazione della quale noi tutti siamo orgogliosi. E lo dobbiamo ricordare in questo momento".

Sulla morte della giovane anche il pensiero del Capo dello Stato, Sergio Mattarella: "La notizia della identificazione di Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime della strage di  Berlino conferma i peggiori timori dei giorni scorsi. Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all'estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di  Fabrizia  la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese". 


In carcere in Italia Amri minacciò un detenuto cristiano. Il Dap lo segnalò
"Si era forse radicalizzato nel carcere italiano dopo che aveva lasciato la Tunisia". E' quanto ha affermato il fratello di Anis Amri. "Se sarà provato che era coinvolto - ha proseguito - non farà più parte della famiglia". E lo invita a consegnarsi. In carcere Amri frequentò solo detenuti tunisini, ed ebbe contrasti violenti con un altro detenuto, che dichiarò di aver subito minacce in quanto cristiano: "Ti taglio la testa", gli avrebbe detto Amri. Per questo, a quanto si apprende, il Dap segnalò al Casa, il Comitato analisi strategica antiterrorismo, i comportamenti del tunisino, che mostrava profili di "radicalizzazione" ed episodi in cui manifestava forme di adesione ideale al terrorismo di matrice islamica. 

Le sue impronte sul tir usato per la strage
Il ricercato ha soggiornato nel centro accoglienza di Kleve. Le sue impronte - come si apprende da ambienti investigativi - sono state ritrovate sul camion usato per compiere la strage.  Secondo quanto scrive la Berliner Zeitung, delle impronte di Anis Amri sono state ritrovate anche sul volante. 

Secondo il New York Times, il tunisino avrebbe cercato in rete istruzioni per fabbricare degli ordigni. E attraverso la rete Telegram, ha avuto almeno un contatto col l'Isis e il suo nome era stato inserito nella no-fly list Usa, la lista delle persone a cui è proibito imbarcarsi sui voli di linea. Der Spiegel inoltre racconta che il giovane si era offerto come kamikaze 8 mesi fa. Il settimanale tedesco riferisce di intercettazioni telefoniche in cui il 24enne parla con uno jihadista monitorato dagli apparati di sicurezza perchè ritenuto un 'predicatore d'odio'. Le dichiarazioni, aggiunge lo Spiegel, sono così contorte che non sarebbero state ritenute sufficienti per l'arresto. Amri avrebbe anche chiesto come procurarsi delle armi.  

L'arrivo nel 2011 a Lampedusa
Arrivato nel 2011 a Lampedusa a bordo di uno dei tanti barconi salpati dall'Africa, Amri avrebbe avuto un ruolo nell'incendio doloso appiccato al cpa dell'isola. Arrestato il 23 ottobre del 2011 mentre si trovava nel centro d'accoglienza di Catania per danneggiamento, lesioni, minacce e appropriazione indebita, è stato condannato a 4 anni di reclusione. Inizia allora il suo tour carcerario: Sciacca, Enna, Agrigento, Palermo dove si rende protagonista di gesti violenti e colleziona punizioni e giorni di isolamento.

Nel 2015 esce di prigione per espiazione pena e viene consegnato alla polizia e portato nel centro di Piano del Lago, a Caltanissetta, per la successiva espulsione dal territorio italiano. Qualcosa nelle procedure delle autorità tunisine per il riconoscimento, necessarie al rimpatrio, non va per il verso giusto e l'Italia deve lasciarlo andare. 

Settimanale Focus: la polizia tedesca sapeva
La polizia criminale del Nordreno-Vestfalia (lka) era a conoscenza dei piani di Anis Amri di compiere attentati in Germania "almeno dalla scorsa estate", riferisce il sito del settimanale Focus basandosi su "un'informativa inviata alla lka il 21 luglio 2016 da uno 007 tedesco infiltrato". Il tunisino ricercato per l'attentato a Berlino avrebbe, secondo il settimanale, parlato dei suoi piani "anche all'interno del circolo legato al predicatore Abu Walaa".