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ITALIA

I primi risultati dell'autopsia

Orrore a Ragusa, bimbo violentato prima di essere ucciso. Giallo sullo sfogo del padre

Loris sarebbe stato ucciso in un posto differente da quello dove è stato trovato il corpo. Ancora nessuna traccia dello zainetto mentre la procura indaga per omicidio volontario

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I rilievi della polizia scientifica
Ucciso e portato nel canalone dove è stato trovato solo in un secondo momento ma, soprattutto, dopo aver subito violenza. Secondo le indiscrezioni e i primi risultati dell'autopsia sarebbe questo lo scenario che si sta delineando intorno alla sparizione e all'uccisione del piccolo Loris Andrea Stival, il bambino di 8 anni trovato morto sabato in provincia di Ragusa. Fonti della Procura confermano l'ipotesi della pedofilia.

I traumi riscontrati sul corpo del bambino non sarebbero infatti compatibili con una caduta da un'altezza come quella dei muraglioni del canalone dove il corpo è stato trovato. In particolare, un trauma riscontrato sulla testa di Loris potrebbe essere frutto di un colpo dato con un oggetto contundente.

Lo stesso luogo in cui il bimbo è stato trovato, e la sua ubicazione, a qualche chilometro dalla scuola del piccolo, lasciano supporre che non ci sia arrivato da solo: "Non è escluso, ma è altamente improbabile", hanno commentato gli inquirenti subito dopo il ritrovamento del corpo.

Al momento l’indagine è contro ignoti, ma si ipotizza che il piccolo sia stato ucciso da qualcuno che conosceva bene. Così bene da fidarsi di lui, marinare la scuola, e andare via assieme. Su questo aspetto in famiglia sono categorici: Loris era un bambino introverso, non si sarebbe mai allontanato con uno sconosciuto.

Il giallo sulle parole del padre: "So chi è stato, l'ammazzo"
Giallo su una frase che avrebbe pronunciato il padre di Loris uscendo dalla questura. "Perché prendersela con mio figlio? - avrebbe detto Davide Stival - Questa volta lo ammazzo con le mie mani". Ma poi è arrivata la smentita. "Il padre non ha mai parlato dell’omicidio di suo figlio né ha mai detto di sapere chi è stato e di volerlo uccidere. Neppure lui sa a che punto sono le indagini", precisano infatto in serata la squadra mobile e i carabinieri rientrando nella caserma di Ragusa, a proposito di indiscrezioni di stampa.

La testimonianza del cacciatore che ha trovato il corpo
La Squadra mobile di Ragusa ha sequestrato l'auto di Orazio Fidone, il cacciatore che ha trovato il corpo del bambino. Fonti investigative sottolineano che "tutta l'area del ritrovamento è sotto sequestro e accertamenti sono in corso anche sulla macchina, perché era nella zona". Domenica sera gli inquirenti hanno sentito il cacciatore per alcune ore, all'uscita l'uomo ha detto: "Sono sereno, ho chiarito tutto, e non sono indagato: adesso torno a casa". Fidone ha anche specificato che ha cercato il piccolo in quella zona "perché pensavo che fosse un'area dove nessuno sarebbe andato. La mia disponibilità a collaborare è massima".

La testimonianza e lo zainetto che non si trova
L’unica testimonianza in mano agli inquirenti è per ora quella di una donna amica di famiglia che avrebbe visto il piccolo intorno alle 9 in paese, senza zaino. Un `ovetto´ colore blu, con la scritta Toy Story e le cinghie gialle che ancora non è stato trovato. Un altro tassello che manca al quadro generale, come il percorso fatto per arrivare fino al luogo in cui il corpo è stato trovato: un canalone in cemento che parte dalla Fonte Paradiso che è in paese. Lo zainetto può diventare la chiave per risolvere il mistero. Si potrebbe trovare un’impronta che non dovrebbe esserci, una traccia genetica, un segno lasciato dall’assassino. È divenuto così importante, lo zainetto, che i rifiuti di Santa Croce Camerina per qualche giorno non verranno portati in discarica. Prima i cassonetti dovranno essere vagliati.  

Al setaccio i filmati
La Squadra mobile della Questura e i carabinieri stanno visionando i video di negozi, scuole e banche, per cercare di vedere se in qualche immagine si vede il bimbo. Gli investigatori si muovono con cautela. Hanno ricostruito la giornata di tutte le persone vicine alla vittima. Dalla madre, 25 anni, ancora sotto choc, che lo ha lasciato a scuola, come dimostra anche un video di una telecamera di sicurezza di un panificio. Dopo averlo accompagnato accanto alla Falcone-Borsellino, dove frequentava la terza elementare, ha portato all’asilo l’altro figlio di 4 anni. Il padre, 29 anni, autotrasportatore, era vicino a Roma. Spiega la polizia, "guardiamo tutto per non lasciare niente di intentato".