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ECONOMIA

Le tappe

Blocco dei contratti pubblici, ecco cosa sapere

Già in passato la Corte Costituzionale è stata chiamata ad esprimersi sulla legittimità del blocco degli stipendi nel pubblico impiego rigettando i ricorsi. Nel 1992, è stato il governo Amato a decidere per un anno il congelamento

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Da oltre cinque anni  tutti i dipendenti statali hanno avuto il salario congelato, senza aumenti e senza scatti di anzianità. Da qui nasce il contenzioso. Il blocco, infatti, secondo i sindacati, è assolutamente incostituzionale. L'avvocatura dello Stato lo difende richiamando esplicitamente l'art. 81 della Costituzione, modificato nel 2012, che prevede l'obbligo di equilibrio di bilancio per lo Stato.

LA DECISIONE
I contratti della pubblica amministrazione sono stati congelati nel 2010. Al Governo c'era Silvio Berlusconi, al ministero dell'Economia Giulio Tremonti. Una decisione presa per "realizzare, con immediatezza, un contenimento della spesa pubblica". L'Italia sta attraversando un momento delicato, lo spread tra Btp e Bund tedeschi supera quota 550 punti. Il blocco avrebbe dovuto riguardare il triennio 2011-2013 ma è stato prorogato dal governo di Enrico Letta e poi da Renzi fa altrettanto, fino al 31 dicembre 2015.

IL RICORSO
Dopo la decisione del governo Renzi di prorogare il blocco i sindacati decidono di fare ricorso al Tribunale di Roma affinchè sollevasse la questione di legittimità costituzionale. Il caso è così arrivato al Palazzo della Consulta. 

I PRECEDENTI 
Già in passato la Corte Costituzionale è stata chiamata ad esprimersi sulla legittimità del blocco degli stipendi nel pubblico impiego rigettando i ricorsi. Nel 1992, è stato il governo Amato - oggi tra i giudici della Consulta - a decidere per un anno il congelamento: l'Italia aveva da poco aderito al Trattato di Maastricht, due aste dei buoni del Tesoro pluriennali erano andate deserte, la lira era fortemente svalutata. Blocco che la Consulta ha legittimato con la sentenza 245/1997. I sindacati però confidano in una vittoria poiché i giudici della Consulta in passato, pur dando ragione allo Stato, hanno sottolineato la necessità che il congelamento dei salari abbia sempre un carattere straordinario e d'urgenza. 

L'ALTRO CASO: LE PENSIONI
La consulta costituzionale proprio il 30 aprile scorso ha bocciato l'art.24 del decreto legge 201/2011 che prevedeva il blocco delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo. A sollevare la questione di legittimità costituzionale erano stati, con varie ordinanze tra il 2013 e il 2014, il Tribunale di Palermo, sezione lavoro; la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Emilia-Romagna; la Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Liguria. La Consulta ha giudicato le motivazioni alla base del decreto blande e generiche, mentre l'esito che si produce per i pensionati è pesante.