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ECONOMIA

Bonomi al Governo: possiamo far ripartire il Paese insieme

"Fate pochi provvedimenti, fateli giusti, perché avete in mano la Ferrari dell'industria mondiale", ha detto il presidente di Confindustria ospite di Porta a Porta

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Sul fronte della ripresa "i dati degli Stati Uniti noi ce li sogniamo, però la manifattura italiana anche in questo anno di pandemia ha dimostrato di essere un grande patrimonio, un grande asset del Paese. Questo è quello che chiediamo al nuovo governo: fate pochi provvedimenti, fateli giusti, perché avete in mano la Ferrari dell'industria mondiale, possiamo far ripartire il Paese insieme", dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ospite di "Porta a Porta". 

"Sarà difficile, dobbiamo lavorare tutti insieme, ma l'industria italiana c'è e lo sta dimostrando anche in questo momento", sottolinea. Bonomi rileva come "la disponibilità di vaccini sta diventando un tema geopolitico molto importante" come "le testate nucleari". E avverte: "L'Europa purtroppo ha fatto scelte sbagliate, contratti sbagliati, tanto che giustamente il presidente Draghi al Consiglio Europeo è stato molto critico rispetto ad alcune gestioni. Questo ci mette in difficoltà perché molti Paesi usciranno prima dalla crisi pandemica e quindi potranno far ripartire le loro economie". 

Nel primo "lockdown, duro, il Paese aveva capito" ma "i provvedimenti successivi non hanno dato una direzione al Paese", avverte Bonomi: oggi "è importante parlare direttamente al Paese, far capire quale è la direzione i sacrifici che purtroppo bisogna chiedere". "Dobbiamo dare risposte". "La parte più difficile in questo momento, come presidente di Confindustria - aggiunge il leader degli industriali - è ascoltare le persone, gli associati gli imprenditori, storie di famiglie, stanno chiudendo negozi con cento anni di storia. L'industria del commercio, del turismo, della cultura, sono fortemente colpite. Non bastano solo i ristori. Possono aiutare, certo. Possiamo migliorarli, perché mille euro non bastano". "Dobbiamo dare una direzione ed un futuro a questo Paese".

L'attesa dei decreti attuativi vanifica riforme
"La proposta potrebbe essere che quando fate le norme ci sia l'obbligo di un decreto attuativo immediato, altrimenti la norma non entra in vigore". Il presidente di Confindustria lo sottolinea individuando nell'attesa dei decreti attuativi una strozzatura che frena le riforme. Come per le norme sulle semplificazioni e per il cosiddetto sblocca-cantieri. Bonomi lo sottolinea a "Porta a Porta", dialogando con il ministro Enrico Giovannini. 

"Penso alla mia esperienza. Solo negli ultimi anni siamo passati dal Decreto semplificazioni, al Decreto sblocca-cantieri... Stiamo ancora aspettando i decreti attuativi", dice il leader degli industriali: "Ogni volta che sento parlare di semplificazioni in Italia mi vengono i brividi perché, invece, stratifichiamo ancora impegni per le imprese". 

Carlo Bonomi si rivolge ancora al ministro Giovannini, accenna all'esigenza di una riforma complessiva della Pubblica Amministrazione, e avverte: "Ho condiviso le parole del ministro quando ha detto 'dobbiamo scaricare a terra'. Tutti i miliardi che arrivano devono arrivare nei cantieri. Altrimenti parliamo di miliardi, parliamo di riforme, ma poi i cantieri non funzionano: uno su tre è aperto, vuol dire che due su tre sono chiusi. Invece abbiamo bisogno di una spinta forte e sappiamo che le infrastrutture sono un driver forte della ripresa economica e sono un patrimonio per il Paese".