Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Borrel-Mosca-rispetti-la-Corte-europea-dei-diritti-uomo-e-liberi-subito-Alexei-Navalny-03a3ba86-42ac-441a-8b1f-d391212a08fa.html | rainews/live/ | true
EUROPA

Crescono le tensioni tra Russia ed Europa sul caso Navalny

Borrell: "Mosca rispetti la Corte europea dei diritti dell'uomo e liberi subito Navalny"

Le autorità russe non riconoscono il verdetto della Corte europea dei diritti dell'uomo. Pertanto continua il braccio di ferro sulla scarcerazione del leader dell'opposizione russa

Condividi
Alexei Navalny

"La Corte europea dei diritti dell'uomo ha stabilito che Alexei Navalny debba essere rilasciato immediatamente. L'Europa ribadisce il suo invito alle autorità russe a farlo senza indugio", scrive in un tweet l'Alto rappresentante dell'Ue per la politica estera, Josep Borrell. "Ci aspettiamo che la Russia rispetti i suoi impegni internazionali in quanto firmataria della Convenzione europea dei diritti dell'uomo", aggiunge il capo della diplomazia dell'Ue.

La Corte di Strasburgo ha fondato la sua richiesta sulla regola 39 delle sue norme, obbligando Mosca al rilascio immediato per "la natura e la portata del rischio per la vita" di Navalny. L'oppositore di Vladimir Putin, 44 anni, è stato arrestato il mese scorso al suo rientro a Mosca dalla Germania, dove aveva trascorso cinque mesi per recuperare dopo l'avvelenamento subito in Russia, per il quale accusa il Cremlino.



Per le autorità russe la richiesta formale della Corte europea dei diritti dell'uomo è una "ingerenza". "La decisione è illecita. Si tratta di un grave tentativo di interferenza negli affari giudiziari della Russia, cosa inaccettabile dal nostro punto di vista", ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, rilasciando commenti all'agenzia Tass. "Non cerchiamo lo scontro, ma simili decisioni, la fretta con cui vengono prese - ha detto - sollevano molti interrogativi". Anche la risposta del ministro della Giustizia russo, Konstantin Chuychenko, non apre in alcun modo alla Corte. Chuychenko, infatti, sostiene che la richiesta della UE non avrebbe basi giuridiche.

Ai domiciliari restano il fratello di Navalny, Oleg, e persone a lui vicine
Il tribunale della città di Mosca ha respinto il ricorso contro la condanna agli arresti domiciliari per il fratello di Aleksei Navalny, Oleg, accusato di incitamento alla violazione delle norme anti-Covid ed epidemiologiche in occasione della manifestazione non autorizzata del 23 gennaio nella capitale russa, a sostegno dell'oppositore arrestato a metà gennaio al suo rientro in patria dalla Germania. A scontare la pena agli arresti domiciliari fino al 23 marzo, oltre a Oleg Navalny ci sono l'addetto stampa dell'oppositore, Kira Yarmysh, una delle attiviste delle Pussy Riot Maria Alekhina, e uno dei collaboratori di spicco del Fondo anti-corruzione di Navalny, Nikolai Lyaskin e altri.