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ITALIA

L'ex capo del pool di Mani Pulite è morto ieri a Milano

Borrelli, domani la camera ardente nel Tribunale di Milano

Celebre il discorso pronunciato da procuratore generale della Corte d'Appello nel 2002. "Resistere, resistere, resistere, come sulla linea del Piave"

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Si aprirà domani mattina alle 9.30 nel Tribunale di Milano, nell'atrio di fronte all'Aula Magna la camera ardente per Francesco Saverio Borrelli. Un omaggio che i magistrati milanesi hanno voluto rendere all'ex capo del pool e che avevano già tributato a un altro componente Gerardo D'Ambrosio, scomparso nel 2014.

​Borrelli, classe 1930, magistrato per 47 anni, e capo del pool di Mani Pulite che condusse l'indagine di Tangentopoli è morto sabato nell'hospice dell'Istituto dei Tumori di Milano, dove era ricoverato. Laureato in legge con una tesi su 'Sentimento e sentenza', Borrelli vinse il concorso per entrare in magistratura nel 1955, e cominciò la sua carriera come giudice civile a Milano.

Quasi tutta la sua carriera si è svolta nelle aule di quel tribunale fino a quel suo discorso da procuratore generale della Corte d'Appello, nel gennaio del 2002, che si concludeva con una parola ripetuta tre volte, un appello per l'indipendenza della magistratura rimasto famoso: "Resistere, resistere, resistere, come sulla linea del Piave" contro le riforme della giustizia del secondo governo Berlusconi. Un verbo reiterato tre volte che ormai fa parte della storia italiana e racconta una delle fasi più calde del complesso rapporto tra politica e giustizia. 



Nel maggio del 2006 venne nominato capo dell'ufficio indagini della Figc (Federazione italiana Gioco Calcio), incarico che ricoprì per un solo anno. Nel 2012 è stato insignito del titolo di Cavaliere della Repubblica.



Su una cosa ammiratori e detrattori di Francesco SaverioBorrelli sono d'accordo: l'ex capo del pool di Mani pulite è stato un'indiscusso protagonista della storia italiana. Per molti nel bene, come servitore dello Stato, per altri nel male,come fautore di un'intromissione nelle competenze della politica che ancora oggi qualcuno si spinge a definire "un colpo di Stato". La sua morte ha immediatamente riacceso il dibattito su che cosa fu Mani Pulite. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, esprimendo il suo cordoglio,ha definito Borrelli un "magistrato di altissimo valore, impegnato per l'affermazione della supremazia e del rispetto della legge, che ha servito con fedeltà la Repubblica".