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MONDO

La guerra in Bosnia

Aperto all'Aja il processo di appello per Ratko Mladic, il 'boia' di Srebrenica

Imputato presente in aula. In primo grado condannato all'ergastolo

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Al Tribunale dell'Aja si è aperto il processo di appello a carico di Ratko Mladic, l'ex capo militare dei serbi di Bosnia condannato nel 2017 in primo grado all'ergastolo per il genocidio di Srebrenica, l'assedio di Sarajevo e altri crimini di guerra durante il conflitto armato in Bosnia del 1992-1995. Nel darne notizia, i media serbi riferiscono che Mladic, che ha 78 anni e che è in precarie condizioni di salute, è presente in aula indossando la mascherina protettiva in osservanza delle norme anti-covid.

Il processo di appello a Ratko Mladic si tiene dinanzi al Meccanismo residuale internazionale per i tribunali criminali, l'organismo che ha preso il posto del Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia (Tpi).La seduta era stata rinviata per due volte, a marzo e a giugno,sia per le condizioni di salute dell'ex generale, sottoposto nei mesi scorsi a un intervento chirurgico all'intestino, sia per l'emergenza sanitaria legata all'epidemia di coronavirus.

Una nuova richiesta di rinvio presentata dalla difesa di Mladic era stata respinta nelle scorse settimane. Per questo il principale avvocato difensore di Mladic e un suo consigliere legale hanno disertato la seduta odierna in segno di protesta per la decisione dei giudici di tenere comunque l'appello. Altri due legali dell'ex generale sono invece presenti in aula. Secondo gli avvocati difensori, cure sbagliate avrebbero aggravato ulteriormente le condizioni di Mladic, detenuto nel penitenziario di Scheveningen, alle porte dell'Aja, e che soffre da tempo di problemi cardiaci e neurologici.

Ratko Mladic, che ha 78 anni, nel novembre 2017 fu condannato dal Tpi in primo grado all'ergastolo per genocidio, crimini di guerra e contro l'umanità per il massacro di 8 mila bosniaci musulmani a Srebrenica nel luglio 1995, per l'assedio di Sarajevo e per le persecuzioni e le uccisioni di musulmani e croati in tutto il territorio bosniaco durante il conflitto armato del 1992-1995. Fu arrestato in Serbia il 26 maggio 2011 al termine di una lunga e avventurosa latitanza durata 16 anni, e il 31 maggio successivo fu consegnato al Tribunale dell'Aja. Il processo a suo carico cominciò nel maggio 2012.