Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Brasile-Lula-entra-a-far-parte-del-Governo-Lula-tentera-di-rimettere-in-moto-economia-in-piena-recessione-884ae17c-f8f4-4ce5-a68a-b5aeaf2b99d6.html | rainews/live/ | true
MONDO

Lula tenterà di rimettere in moto l'economia

Brasile. Lula entra a far parte del Governo, "è il nuovo ministro della Casa civile"

Sulla pagina del blog della presidenza brasiliana: "Lula è il nuovo ministro della Casa civile". L'ex presidente operaio così si salva dalla richiesta di arresto preventivo, avanzata dai giudici brasiliani impegnati a scoperchiare la tangentopoli finanziata dalla compagnia petrolifera pubblica Petrobras

Condividi
E' ufficiale: "Lula è il nuovo ministro della Casa civile". Questo il twitter del blog di Planalto, la pagina della presidenza brasiliana che ufficializza l'ingresso dell'ex presidente nel governo Rousseff. 

A Lula è stato offerto il superministero della Casa civil, da dove potrà coordinare l'attività dell'esecutivo. Con questo incarico, il Partito dei lavoratori riesce a mettere al riparo dai guai giudiziari l'ex presidente. 

Infatti i giudici della Mani Pulite brasiliana avevano chiesto, nei giorni scorsi, il suo arresto preventivo. Inoltre Luiz Inacio Lula da Silva potrà, in questo ruolo, offrire il suo carisma e la sua riconosciuta abilità di mediatore per tentare di stoppare, in parlamento, la richiesta di impeachment che toglie il sonno a Dilma Vana Rousseff Linhares. 

Il Pt infatti non dispone dei voti necessari per bloccare l'impeachment nel momento in cui dovesse essere discusso alla Camera. Per questo Lula dovrà tentare di ricompattare i riottosi alleati di governo per tenere in vita il Dilma 2 fino alla scadenza naturale del 2018, quando il 'grande vecchio' della sinistra brasiliana tenterà di ottenere dalle urne un terzo mandato.

Il suo compito, però, appare decisamente arduo e per questo ha chiesto e ottenuto la massima autonomia operativa. Le condizioni del Paese sono molto cambiate da quando, alla fine del 2010, ha lasciato la barra del comando nelle mani di Dilma: la crisi economica ha trascinato il Paese nella peggiore recessione da tre decenni, l'inflazione è ormai in doppia cifra, i prezzi aumentano e la fiducia dei cittadini è al minimo.

Le opposizioni, inoltre, domenica scorsa hanno portato in piazza oltre due milioni di persone per protestare contro l'inerzia del governo e la corruzione dei partiti. Mentre il pool di magistrati che ha scoperchiato la tangentopoli finanziata coi fondi neri della compagnia petrolifera pubblica Petrobras sta riempiendo le carceri di politici di tutto l'arco costituzionale, paralizzando di fatto l'attività parlamentare.

Qualcuno degli arrestati ha cominciato a collaborare in cambio della scarcerazione, come il senatore Delcidio Amaral, già sospeso dal Pt, che proprio ieri ha tirato in ballo Dilma, Lula ma anche il capo dell'opposizione, quell'Aecio Neves che, sconfitto da Dilma alle presidenziali del 2014, ha chiesto l'impeachment per la presidente e si è trasformato nel principale sostenitore delle inchieste anti-corruzione del giudice Sergio Moro, uomo simbolo del pool di Curitiba.

Dal Pt hanno lasciato trapelare che l'ex presidente ha già in mente un pacchetto di misure di stimolo per tentare di rimettere in moto l'economia e far uscire il Paese dalle sabbie mobili della recessione. Le opposizioni intanto ironizzano, prevedendo per Dilma un ruolo simile a quello della regina d'Inghilterra, sicuri che Lula le lascerà ben pochi spazi di manovra. 

Quindi l'ingresso dell'ex presidente operaio presenta diversi aspetti positivi per lui stesso, per il presidente in carica Dilma e per il Pt. Dopo il giuramento di martedì prossimo, Lula sarà blindato e potrà essere indagato solo dai giudici del Supremo tribunale federale, di nomina politica e quindi scelti quasi tutti da lui stesso o da Dilma.

Sistemata la questione giudiziaria, Lula vuole ora dai militanti del suo partito una legittimazione popolare. Per questo ha fatto convocare dal Pt una grande manifestazione in tutto il Paese per venerdì prossimo, in risposta a quella di domenica scorsa delle opposizioni. Dal numero delle persone che scenderanno in strada si valuterà anche la tenuta del nuovo esecutivo Dilma-Lula.