Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Brexit-Barnier-Difficile-ma-possibile-arrivare-ad-un-accordo-Londra-pessimista-b9f05936-619b-4b9a-b9ef-479767b8457c.html | rainews/live/ | true
EUROPA

Brexit, von der Leyen: "Progressi ma differenze rimangono"

Ultimatum del Parlamento europeo: "accordo entro domenica"

Condividi
"Con Boris Johnson abbiamo accolto con favore sostanziali progressi su molte questioni, ma rimangono grandi differenze da superare, in particolare sulla pesca". Lo ha riferito in un comunicato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo un colloquio col premier britannico Boris Johnson, annunciando che i negoziati "continueranno domani". "Superare queste divergenze sarà molto impegnativo", ha ammesso von der Leyen.

Poco prima, il ministro britannico Michael Gove aveva annunciato che le trattative tra Unione Europea e Regno Unito per l'accordo di libero scambio post-Brexit potrebbero prolungarsi anche dopo il Natale. "Spero che riusciremo a chiudere un accordo il più velocemente possibile ma le trattative potrebbero proseguire oltre Natale", aveva detto Gove in un'audizione.

Barnier: "Difficile ma possibile arrivare ad un accordo"
"E' difficile ma possibile arrivare a un accordo" post-Brexit con il Regno Unito entro domani. Lo ha affermato il capo negoziatore Ue, Michel Barnier, durante una riunione con degli eurodeputati. Secondo una fonte, ci sono stati dei progressi nei negoziati ma restano divergenze importanti sul tema della pesca, questione sulla quale alcuni Stati membri come Francia e Paesi Bassi sono particolarmente sensibili. 

Londra è più pessimista dell'Ue nelle trattative per la Brexit. Secondo il portavoce del premier Boris Johnson, un no deal resta lo scenario "più probabile". Il funzionario ha detto che i negoziatori stanno lavorando per "colmare le lacune che rimangono". Ma ha aggiunto: "Un'uscita dall'Ue sul modello australiano rimane ancora il risultato più probabile", ossia un rapporto commerciale Ue-Regno unito regolato dalle norme del Wto.

L'ultimatum del Parlamento europeo
Il Parlamento europeo ha emesso un ultimatum di tre giorni ai negoziatori della Brexit per concludere un accordo commerciale, avvertendo che i deputati non avranno il tempo di ratificare un accordo quest'anno a meno che non sia pronto entro domenica notte. Dopo che il capo negoziatore dell'Ue Michel Barnier li ha informati sui negoziati giovedì, la conferenza dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento ha affermato di essere pronta a organizzare una sessione plenaria entro la fine del mese, ma a condizione che "un accordo venga raggiunto entro la mezzanotte di domenica 20 dicembre". "Diamo tempo fino a domenica a Boris Johnson per prendere una decisione, ha dichiarato Dacian Ciolos, presidente del gruppo Renew Europe al Parlamento europeo, "l'incertezza che incombe sui cittadini e sulle imprese a seguito delle scelte del Regno Unito diventa intollerabile".

La Conferenza dei presidenti dei gruppi politici del Parlamento europeo, dopo aver ascoltato oggi il capo negoziatore dell'Ue per la Brexit, Michel Barnier, ha pubblicato oggi una dichiarazione in cui, prendendo atto della continuazione in corso dei negoziati sulle relazioni future Ue-Regno Unito, "accoglie con favore gli sforzi compiuti per evitare uno scenario senza accordo e l'enorme impatto negativo che avrebbe sui cittadini e sulle imprese", e annuncia la sua disponibilità "a organizzare una sessione plenaria straordinaria verso la fine di dicembre, qualora si raggiunga un accordo entro la mezzanotte di domenica 20 dicembre", per discutere i risultati dei negoziati e "valutare la possibilità di concedere la sua approvazione".

La Conferenza dei presidenti pone però una condizione: quella di avere accesso "al più presto possibile" al testo provvisorio dell'eventuale accordo prima del suo deferimento formale, e sollecita a questo riguardo la Commissione.

I capigruppo del Parlamento europeo ricordano inoltre che "qualsiasi accordo dipende dalla piena attuazione da parte del governo del Regno Unito di tutte le disposizioni dell'Accordo di recesso, incluso il protocollo sull'Irlanda e Irlanda del Nord", e invitano pertanto la Commissione a fornire "una relazione completa sull'attuazione del protocollo", per consentire all'Assemblea "di valutare se questa condizione sia stata soddisfatta o meno".

L'Europa si organizza in caso di no deal
Nel frattempo, quindi, l'Europa continua ad organizzarsi in caso di no deal. Ad esempio, per evitare l'interruzione del traffico ferroviario nel tunnel sotto la Manica a partire dal 1° gennaio 2021, il Parlamento ha accettato di prorogare temporaneamente le licenze e i certificati di sicurezza, così da dare a Francia e Regno Unito il tempo sufficiente per concludere un accordo bilaterale. 

La licenza per l'attuale gestore dell'infrastruttura del tunnel rimarrà valida per due mesi dopo la fine del periodo di transizione, mentre i certificati di sicurezza e le licenze rilasciate in base alla legislazione Ue alle imprese del Regno Unito saranno prorogati per nove mesi. Le altre misure di emergenza per mantenere provvisoriamente la connettività transfrontaliera tra il Regno Unito e l'Ue su strada e per via aerea a partire dal primo gennaio 2021 saranno votate domani. 

Del resto, anche per Londra non c'è una terza via: o si trova un accordo oppure si saluta l'Unione Europea affidando al Wto tutte le relazioni future. Nei piani del governo britannico non c'è nessuna possibilità di un nuovo negoziato commerciale con l'Ue nel 2021. Il 31 dicembre "sarà quel che sarà" e, in caso di no deal, "resteremo legati ai soli termini del Wto", ha tagliato corto Gove.